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“Heart and Soul” il terzo album della band The Rideouts: il viatico per l’abbandono della scena underground

Creato il 19 marzo 2016 da Alessiamocci

Dopo i precedenti The Storm After The Calm e All Day & All Night, i Rideouts tornano con il terzo album Heart and Soul.

Un disco che rappresenta un’importante tappa nella carriera della band, ormai matura e all’apice della sua espressione artistica, pronta probabilmente per la consacrazione al grande pubblico. L’idea nasce quando Max Scherbi, cantante, chitarrista e leader della formazione, trasferitosi a Liverpool per questioni relative a esigenze stilistiche oltre che personali, incontra i musicisti con i quali darà vita alla prima incarnazione dei Rideouts.

La scena inglese, alla quale il cantante deve le sue maggiori influenze, sarà per lui prodiga di soddisfazioni. Una su tutte il feedback estremamente positivo rilasciato sul celebre NME dal giornalista della BBC Richard Oliff il quale, nell’esprimere pubblicamente il suo apprezzamento nei confronti del gruppo, ha scomodato gente come The Beatles ed Eric Clapton.

La professionalità di questo lavoro è chiara già dallo studio di registrazione utilizzato per la sua incisione ovvero il Mercury Mastering in California nel quale se ne è occupato in prima persona un certo Blake la Grange (che vanta collaborazioni con con artisti del calibro di Kanye West).

Dunque l’internazionalità dei musicisti triestini è oggettivamente sotto gli occhi di tutti e Heart and Soul non fa che confermarla ulteriormente. Ritengo possa essere il viatico per l’abbandono della scena underground e l’ascesa verso prestigiosi palcoscenici poiché i Rideouts ne posseggono tutte le caratteristiche: sperimentazione mai fine a se stessa, granitica sessione ritmica ed efficace connubio tra le due voci, quella del leader e fondatore Max Scherbi e quella di Michela Grilli.

Sonorità difficilmente circoscrivibili all’interno di un solo genere musicale anche se, oltre alle influenze già citate, si possono rintracciare tendenze come l’alternative rock il grunge e non in ultimo il new romantic. Musica pregna di stili differenti quindi.

Voglio proporre qui un’interpretazione insolita; mettendo in linea la traduzione dei titoli delle tracce e rispettando rigorosamente l’ordine cronologico d’incisione, si ha una dimostrazione della diversa matrice e del viaggio emozionale nel quale l’album ci vuole accompagnare, processo che non in ultimo prende forma sotto una diversa composizione dei brani:

Not Enough (Non abbastanza), Plastic Soul (Anima di plastica), I’m So Sorry (Mi dispiace tanto), Give It To Me (Dammelo), I’ll Be Free (Sarò libero), Put The Blame On Me (Incolpami), Who I Am (Chi sono), Wait (Aspetta), Take It Easy (Calmati), Be A Man (Sii uomo) e Don’t Cry (Non piangere).

Written by Stefano Di Giacinto

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