Magazine Cinema
USA, colore, 86 minutiRegia: Joe LynchSceneggiatura: Kevin Dreyfuss, Matt Wall
Ci aveva già provato Ernest Cline, nel 2009, a portare la geek culture al cinema: Fanboys non era un film eccezionale ma dalla sua aveva un'irresistibile quanto onesta simpatia che ne faceva risaltare un tenero peterpanesimo. Nel 2007 intanto c'è stata l'esplosione televisiva di The Big Bang Theory, il nerd fa breccia ovunque ma presto, conseguente al successo della serie, si accascia a un bisogno di maggior famigliarità e minor settorializzazione cinefila/videoludica, abbraccia un pubblico ancora più vasto con tematiche meno di nicchia e maggiormente legate alla vita quotidiana. E adesso fa capolino questo piccolo Knights of Badassdom, tentativo coraggioso, pur nella sua demenzialità facilona, nel dimostrare totale devozione al giocare di ruolo con una conoscenza della materia ben più alta della media con cui viene trattata.
Va anche detto che il film di Joe Lynch (il valido Wrong Turn 2 e un discreto segmento per Chillerama) non è necessariamente only for geek, nonostante il livello davvero inatteso di certo uso terminologico e relativo sarcasmo a cura dell'accoppiata esordiente Dreyfuss-Wall, ben presto a emergere è una sua componente horror splatter che lo inquadra, comunque felicemente, in un b-movie moderno ma dal retrogusto eighties per appeal dei personaggi, dinamiche, bestiario e atteggiamento musicale. Knights of Badassdom si accosta infatti molto più a un prodotto come Todd and the Book of Pure Evil, da cui ruba metallosità (OST a base di folk metal simpaticamente ignorante), grezzume e, be', pure il libro protagonista: non fa altro che intingere atmosfere orrorifiche, sanguinarie e di mostri in gommapiuma in estremizzazioni del classico gioco di ruolo ammiccando continuamente a certo pubblico soprattutto con un cast di succulenta provenienza televisiva ben mirato - Ryan Kwanten, Peter Dinklage e una certa Summer Glau.Purtroppo non è un gran bel film, sceneggiatura e regia raramente collaborano, gli attori sono lasciati a se stessi e più di qualche volta paiono incerti o svogliati, insomma c'è molta, molta confusione nel trovare una vera linearità in quello che accade, che per la cronaca è grossomodo elementare - durante una due-giorni di gioco di ruolo live, un mago scambia un finto di libri di incantesimi per un antichissimo tomo demoniaco, con il quale evocherà un diavolo affamato di carne umana. L'idea sarebbe infatti quella di creare un bel background di caratteri, e in parte Lynch ci riesce anche, i personaggi sono tanti e sono tutti ben tratteggiati (l'altezzosità di Ronnie, la metallosità di Joe, la vita/gioco di Gunther), soprattutto la miriade di comprimari che si limita ad apparire per qualche manciata di minuti durante i vari scontri (le presentazioni delle squadre, le lunghe arringhe prima dell'epica battaglia finale), ma per quanto divertenti ciò che manca è un vero corpo filmico che dia una maggior sostanza alle tante, troppe scene scollegate tra loro. Non che questo impedisca una visione tutto sommato godibile, ci sono buone idee (anche se sfruttate poco, come l'uso dei caratteri in sovraimpressione o il linguaggio ricercato), lo spunto metal di cui Joe si fa imponente portavoce è irresistibile, l'artigianalità è sentita e voluta (lo si può vedere da un mega mostro in una buffa meccatronica gommosa che squarta e decapita in gran quantità e con copioso versamento di sangue) e in generale si respira un'alcolica simpatia che però, come già detto, non basta a tenere in piedi un film che per buona parte della sua durata non sa bene dove direzionarsi (la morte strana e improvvisa di alcuni personaggi, l'eccessiva lunghezza degli scontri, i dialoghi poco curati quando si fuoriesce da territori geek) ed è diretto in maniera sgraziata e bruttarella (i vari rallenti durante i combattimenti e il non-sense che spesso emerge, lo scenario eccessivamente spartano). Come succede spesso per titoli simili, il potenziale è enorme ma è a malapena sfruttato, si può giocare molto sull'ironia e sull'ironia horror (vedi un titolo come l'incredibile John dies at the end) ma bisogna anche esserne capaci, non bastano di certo la buona volontà e una comunque ottimista simpatia per uscirne vincitori.
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