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Hegel

Creato il 04 novembre 2011 da Tirsenide
HEGEL

Hegel precettore ed educatore.

Hegel

a)

I due capisaldi del pensiero hegeliano:

La risoluzione del finito nell’infinito

La realtà = struttura globale, che coincide con l’Assoluto o
Infinito; il finito è, quindi, un’espressione parziale de l’Infinito, e non può
esistere se non unicamente e in virtù dell’Infinito. Spinoza: assoluto=Natura,
ed è statico. Hegel: Assoluto = soggetto spirituale in Divenire.

L’identità di reale e razionale.

La razionalità è la struttura stessa di ciò che esiste
poiché << la ragione … abita nel mondo >> e lo costituisce, mentre
la realtà è il dispiegarsi di una struttura razionale (l’Idea o la Ragione) che
si manifesta in modo inconsapevole (nella Natura) e consapevole (nell’uomo). Da
questo punto scaturisce l’accettazione e la giustificazione della realtà:
perché il dover-essere coincide con essere della realtà stessa. Ma bisogna
distinguere fra “essenziale” ed “accidentale” dell’esistenza sostenendo che
solo ciò che è essenziale è reale quindi razionale. Ma essendo indefinito il
termine “accidentale” può essere che tutto ciò che, a priori, non rientra nel
sistema è (si pone) al di fuori del sistema hegeliano!

b).

Compiti e partizioni della Filosofia.

La verità non è mai un problema. La filosofia deve <<
mantenersi in pace con la realtà >> e rinunciare alla pretesa assurda di
determinarla e di guidarla. La filosofia del diritto svolge la funzione di
giustificare la realtà storica in atto. Nelle istituzioni vigenti c’è una
razionalità che deve essere soltanto trasformata in concetto filosofico.

Storia del’Idea: 1) Logica o scienza dell’Idea in sé e
per sé
; 2) Filosofia della Natura ovvero l’estrinsecarsi dell’Idea nel suo
essere altro, mondo naturale; 3) Filosofia dello Spirito che è la scienza
dell’Idea che dal suo alienamento ritorna a sé stessa cioè alla sua compiuta
autocoscienza (la Triade di Proclo).

La realtà è dialettica di un unico spirito immanente,
infatti ad ogni ente positivo (lo spirito, il razionale, l’infinito … ) e
legato e si realizza tramite il suo opposto (la natura, il reale, il finito … )
in una unità dialettica (coppia).

c).

La critica alle filosofie precedenti.

L’Illuminismo è un’età di scissione fra Ragione e Realtà.
L’intelletto, se è giudice della Storia, può ritenere il reale non razionale; ma
la vera ragione prende corpo in tutti i momenti della storia, non è una ragione
parziale che stabilisce ciò che è reale da ciò che non lo è (come fanno gli
Illuministi) giudicando la storia con un antistoricismo da “intelletto
astratto”.

Hegel e Kant. Per Kant la filosofia è una filosofia del
finito perché rimane sempre l’antitesi tra il dover essere (Ragione) e quindi lo spingersi verso una compiutezza
che non si raggiungerà mai. La volontà e la ragione non coincidono, per Kant, e
la realtà non raggiunge mai la razionalità. Per Hegel questa separazione è una
sorta di filosofia di fantasmi cerebrali.

Hegel e i Romantici. Si contesta il primato del sentimento
dell’arte e della fede perché la filosofia è scienza dell’assoluto che è,
quindi, sapere razionale.

Hegel e Fichte. Per Fichte la realtà deriva dall’Io che
deduce e struttura il mondo, ma ciò è in contrasto col concetto hegeliano della
coincidenza e realizzarsi dialettico dell’Io-Realtà. L’infinito è meta
dell’io-finito, e si lancia in progresso per questa meta … in contrasto con la
risoluzione del finito nell’infinito.

Hegel e Schelling. Per Schelling l’assoluto non è un’entità,
ma unità indifferenziata e statica. L’assoluto di Schelling è un’entità
astratta incapace di dar ragione alla molteplicità e alla differenziazione
delle cose

La Dialettica

La dialettica è il
metodo del sapere e la legge dello sviluppo della realtà, è il processo
mediante il quale la ragione si riconosce nella realtà che appare come estranea
e opposta alla ragione, togliendo o conciliando questa opposizione (sintesi
degli opposti).

Momento intellettuale : il pensiero si ferma alle
determinazioni rigide della ragione.

Momento dialettico : le determinazioni sono
unilaterali e rigide e , perciò, vengono messe in confronto con le
determinazioni opposte  in modo da rigenerare altre coppie determinate.

Momento speculativo : (positivo razionale) le coppie
mostrano unità, un contenuto sempre più ricco e concreto, si perde la rigidità
e si fluidificano, diventando momenti di Idea unica e infinita. Il finito si
nega e si risolve nell’infinito. A ogni tesi si contrappone un’antitesi cui succede
una sintesi; ogni affermazione è contrapposta a una negazione cui succede una
riaffermazione, e così via.

La dialettica ha il compito di unificare il molteplice, pacificare i conflitti ecc.,
dovuti all’alienazione in cui la Ragione viene a trovarsi di fronte a se
stessa.

La Fenomenologia
dello Spirito

La F. dello S. illustra la via che la coscienza umana ha
dovuto percorrere per giungere a se stessa; è la storia della coscienza che
attraverso erramenti, contrasti (quindi dolori e infelicità) giunge all’universalità
e si riconosce come ragione e realtà.

La coscienza infelice è
la coscienza che non sa di essere tutta la realtà. Coscienza (tesi),
Autocoscienza (antitesi) e Ragione (cintesi) sono i momenti della
fenomenologia: dalla coscienza dell’oggetto, l’io è progressivamente rimandato alla coscienza di se
medesimo, ovvero all’autocoscienza; dopo, superando l’oggettività e la
soggettività si arriva alla consapevolezza che la realtà è lo spirito, sintesi
di oggetto-soggetto.

Certezza sensibile  (è la certezza parziale dell’oggetto – delle
cose- che rinvia all’io universale) → percezione (oggetto è conosciuto
dall’io che prende su di se l’affermata unità dell’oggetto medesimo)→ intelletto
(oggetto come fenomeno a cui si contrappone l’essenza).

Il fenomeno o è nulla o è qualcosa per la coscienza, che si
riconosce ed è autocoscienza.

Questi sono i gradi della coscienza dileguati
nell’autocoscienza. Quest’ultima è multipla e conflittuale.

Lo Stoicismo vuole che la coscienza si liberi dal vincolo
della realtà (passioni, ricchezze), raggiunge solo una libertà astratta perché
la realtà non è negabile; lo Scetticismo nega la realtà perché la pone nella
coscienza stessa che è una coscienza singola e sempre in contrasto con le altre
coscienze singole, negando ciò che erre affermano ed affermando ciò che esse
negano. Ma anche l’autocoscienza nega se stessa, creando la “coscienza
infelice”.

Questa coscienza infelice interpreta il contrasto fra
coscienza umana e quella divina, viceversa si ha l’ascetismo. Solo con il riconoscimento
fra coscienza e la coscienza assoluta si giunge al Soggetto assoluto

La Ragione è il soggetto assoluto autocosciente.

<< La ragione è
la certezza di essere ogni realtà >>.

per cui ogni osservazione della Natura, passando
dall’esperimento alla psicologia (la ragione cerca se stessa) vagabonda finché
non ammette di ri-conoscersi.

Quando la Ragione si riconosce (diventa cosciente di se) è ETICA
(eticità). Questo si manifesta in senso più profondo della moralità che
presuppone il dover-essere all’essere. Essendo il dover-essere, per Hegel,
storicamente ed istituzionalmente realizzato nell’essere, l’eticità è la
moralità (realizzata, incarnata nella Storia). Ora la via all’autocritica è
errabonda, va alla ricerca del piacere dopo la delusione della Legge e della
Natura conoscendo il Destino, che è riappropriato con una legge del cuore. Questa legge del cuore si oppone alla legge altrui
(potenza superiore e nemica), cercando di superarla con la virtù, bene astratto
(esempio storico in Robespierre, che fu travolto dalla sconfitta della Virtù).

Lo spirito, la religione e il sapere assoluto.

Lo spirito, per H., è l’individuo in rapporto alla comunità
sociale ed ha un movimento scandito in tre tappe:

1)
Lo spirito vero (eticità)

2)
Lo spirito estraneo a se (la cultura)

3)
Lo spirito autocosciente (morale).

Per l’eticità classica (es. la polis greca), l’alienazione
(per il mondo moderno) e la riconquista dell’eticità o della filosofia della
fede, che riconosce la sostanza etica dello stato, dove l’individuo acquista coscienza
di se come spirito.

La Logica studia nella sua forma pura, essenziale,
quella verità assoluta che si esteriorizza poi nella natura per ritornare a sé
nello spirito come sapere assoluto attraverso un processo dialetticamente
articolato in tutti i suoi momenti

La logica è “lo studio di Dio prima della creazione”,
l’eterna essenza che è la verità, ed è la metafisica. Il primo concetto è l’essere (indeterminato e senza
contenuto, cioè il nulla).
L’identità fra essere e nulla è
un’unità che gli antichi chiamavano il divenire
(triade del cominciamento).

All’opposto dell’essere e il nulla c’è l’essere determinato che ha qualità (che lo specifica), quantità
(che lo rende finito) e misura (determina la quantità della qualità).
Dall’essere si passa all’essenza, riconoscendosi e diversificandosi scopre la
Ragione di Essere. (L’essenza) in virtù della Ragion d’essere scopre la sua
esistenza; l’apparizione della sua esistenza è il fenomeno.

La realtà in atto
è l’unità della essenza e dell’esistenza, ed è sostanziale, causale e di
azione reciproca (Kant). Arricchito
così l’essere diventa concetto (spirito vivente nella realtà). Concetto
soggettivo o formale, concetto oggettivo e Idea (unità del soggetto e
dell’oggetto)

Il concetto soggettivo: universalità, particolarità e
individualità (poi si organizza ed esprime nel Giudizio e poi nel sillogismo).
Il passaggio dal concetto soggettivo al concetto oggettivo è simile
all’esistenza di Dio che si rivela nella sua opera cioè la Natura.

Il concetto oggettivo: chimismo, meccanismo e teleologia
(quest’ultimo per la natura organica).

L’idea è la totalità della realtà in tutta la ricchezza
delle sue determinazioni e relazioni interiori. L’idea è nella forma più
immediata la vita, delle sue determinazioni e relazioni interiori. L’idea è
nella forma più immediata la vita, in forma più mediata è il conoscere (la cui
finalità è il contrasto dell’oggetto-soggetto). Al di là della vita e del
conoscere c’è l’idea assoluta (sistema totale della logicità).

L’idea nella sua forma assoluta non è altro che la logica
stessa di Hegel nella totalità e unità delle sue determinazioni.

Filosofia della Natura

Divisione della Filosofia della Natura in 1) Fisica, 2)
Matematica e 3) fisica organica.

La Natura è esteriorità perché è idea nella forma
dell’essere altro (decadenza, contraddizione insoluta, non ens).

Filosofia dello Spirito

Lo Spirito è l’Idea, che dopo essersi estraniata da sé nel
mondo naturale ritorna a se stessa. L’essenza dello spirito è la libertà. Lo
Spirito soggettivo e lo Spirito oggettivo costituiscono lo spirito
finito-individuale, che è contrassegnato dall’inadeguatezza tra il concetto e
la realtà; lo Spirito Assoluto, rivelazione dello spirito a se stessa.



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