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Hegel: letture per il presente.

Creato il 16 novembre 2011 da Cristiana

Da Storia della Filosofia, Hegel.

Famiglia. Non è per Hegel una semplice società naturale ma una istituzione, cioè una creazione dello spirito dotata di grande valore etico. Essa è un’unità spirituale, fondata sull’amore e sulla fiducia dei suoi membri.

Società civile. E’ l’antitesi della famiglia perché in essa i rapporti sono conflittuali, essendo un “sistema di bisogni”, il che implica allora l’amministrazione della giustizia, un corpo di polizia e le corporazioni, necessarie per l’ordine e la sicurezza. Essa è una società di privati, che operano per fini particolari.

Stato. E’ l’istituzione in cui si risolvono i conflitti della società civile, in cui l’interesse privato coincide con l’interesse pubblico. Viene definito da Hegel come “la sostanza etica consapevole di sé, la riunione del principio della famiglia e della società civile”. Quali caratteristiche ha lo Stato per Hegel? Esso non vuole essere è liberale (Locke, Kant ecc.) nel senso che non vede nello Stato lo strumento che deve garantire la sicurezza e i diritti dei privati, né Hegel lo vede come un tutore dei particolarismi della società civile. Non vuole neppure essere democratico per cui la sovranità dovrebbe risiedere nel popolo (Rousseau). Per Hegel invece la sovranità dello Stato deriva dallo Stato stesso, che ha in sé la propria ragione d’essere, il che significa che lo stato hegeliano non è fondato sugli individui ma sull’idea di Stato, cioè sul concetto di un bene universale. E’ lo Stato che fonda gli individui: sia in senso cronologico-storico-temporale (esso viene prima degli individui; gli individui nascono già all’interno di uno Stato), sia in senso ideale-assiologico (lo Stato è superiore agli individui come il tutto alle parti). Lo Stato hegeliano, comunque, pur essendo assolutamente sovrano, non è dispotico o illegale perché anzi deve operare con le leggi; è uno Stato di diritto (Rechtstaat), fondato sul rispetto delle leggi e sulla salvaguardia della libertà e della proprietà. In questo Stato, la costituzione migliore è quella monarchico-costituzionale, con la tripartizione dei poteri in legislativo (affidato ai rappresentanti dei vari ceti o stati sociali; stati o ceti sociali da non confondere con le classi sociali antagonistiche dei proletari e capitalisti di cui parlerà Marx), esecutivo (affidato al governo) e sovrano (esercitato dal monarca). Nel sovrano si incarna l’unità dello Stato ed a lui spetta la decisione ultima circa gli affari della collettività. Il vero potere politico è quello del governo. Lo Stato è in ultimo per Hegel la “volontà divina” ovvero “l’ingresso di Dio nel mondo è lo Stato”. E come vita divina che si realizza nel mondo, lo Stato non può trovare nella morale un limite alla sua azione. Il solo giudice ed arbitro sarà lo Spirito Universale cioè la Storia, che ha, come suo momento strutturale, anche la guerra ! essa non è solo necessaria ed inevitabile, ma preserva gli uomini – dice Hegel – dalla fossilizzazione a cui li ridurrebbe una pace durevole. In questo Stato, si ricordi, non vi è il potere giudiziario perché è demandato alla società civile.

In conclusione, Hegel è “semplicemente un conservatore, in quanto pregia più lo stato che l’individuo, più l’autorità che la libertà”(N. Bobbio, Studi hegeliani, Einaudi).


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