La famigliola si è dovuta separare quando stavano per imbarcarsi su una delle carrette del mare, la calca, la folla, le corse, la paura, si legge sull’Unione Sarda che: Monsour era stato spinto a bordo dell’imbarcazione perché indossava il giubbino salvagente e attendeva sulla nave moglie e figlia. Gli spari avevano fatto precipitare la situazione: la barca, nonostante il disperato tentativo di Monsour di tornare a terra, era partita in tutta fretta dal porto di Tripoli, lasciando sulla banchina molti passeggeri tra i quali proprio la moglie e la figlioletta del lavoratore nigeriano. “
Una famiglia nuova, una famiglia divisa dalla guerra che spera solo in un presente migliore, era stata cosi divisa. Monsour, insieme ai suo compagni di viaggio sbarca a Lampedusa, poi come ormai routine, vien trasferito a Cagliari. Helen e il piccolo invece arrivano a Lampedusa a fine giugno, in cuor suo Helen sicuramente spera di trovare il marito, i giorni per Monsour sono uno strazio, ma dal primo sbarco a Lampedusa ha subito segnalato il suo problema alla protezione civile, cosi “il 29 giugno, nell’isola siciliana. Madre e figlio sono stati individuati dalla Protezione Civile e sono stati subito sistemati nel primo viaggio con destinazione Sardegna.”
Ieri al porto canale il bell’evento, la gioia e le lacrime hanno lasciato attonite centinaia di persone che li lavorano. Helen scende dalla nave e di corsa attraversa la banchina perchè ha visto il suo caro. Ora si legge sempre sull’Unione Sarda, ” vivranno tutti insieme a Sorgono, a un centinaio di chilometri da Cagliari, in un’ala della comunità protetta del paese, dove Monsour vorrebbe continuare a vivere e magari giocare da centrocampista nella squadra di calcio.”
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