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Come si affrettò a dichiarare qualche anno fa l’autrice, “Hell” rappresenta uno spaccato abbastanza fedele dell’ambiente da lei frequentato: spiegava Lolita Pille senza perifrasi come la gioventù dorata dei quartieri chic di Parigi non avesse nulla da invidiare ai personaggi dei primi romanzi di Bret Easton Ellis ed infatti, Le Monde scrisse che “Lolita Pille coniuga Bret Easton Ellis con Baudelaire” in un impeto di orgoglio tutto francese. Questi giudizi, fortunatamente, però, ci fanno intendere come il romanzo della giovane parigina non ha niente a che vedere con le storie ad altissimo tasso d’erotismo della nostrana Melissa P: e delle sue seguaci, anzi siamo lontani anni luce dai pruriti voyeristici a cui queste ninfette ci hanno abituato. “Hell” invece rappresenta la sofferenza quotidiana degli adolescenti occidentali rinchiusi negli angusti spazi della solitudine e impossibilitati a vivere la normalità dell’esistenza. In definitiva la rappresentazione della disperata realtà degli anni che ci troviamo a vivere.
Lolita Pille descrive il suo ambiente: giovani viziati e incoscienti sicuri di se solo per la carta di credito platinum sempre a portata di mano; ebbri di champagne e cocaina che trascorrono il tempo scopando come ossessi e facendo shopping compulsivo. La scuola per loro non esiste, è un optional; così come non esistono i genitori buoni solo per rimpolpare il conto in banca. Un inferno opulento di droga, alcol e sesso (ma non di cibo) nel quale annaspa senza possibilità di redenzione questa gioventù dorata che si trova a vivere una realtà astratta con i maschi descritti come bambini crudeli e irresponsabili e le femmine trattate ferocemente: sono tutte fighette sessualmente iperattive, ossessionate dal girovita e dalla nuova borsa firmata. Pronte a tutto anche a pugnalare la migliore amica per fregarle il ragazzo o ricevere l’invito in esclusiva per un party. E’ un contesto cinico in cui la sensibilità delle persone viene soffocata e sfocia nell’autolesionismo come le tante cronache registrano. E’ attraverso le parole semplici e la descrizione efficace che il lettore può calarsi nel circolo vizioso dell’upper class francese under 30, trai quali si infiltrano miliardari di mezza età, impostori e modelle pronte a tutto per soldi e fama.
Sinceramente non sui può definire questo un romanzo generazionale, quanto piuttosto una incursione ben scritta e descritta con linguaggio semplice e diretto, nella terra delle tribù i cui riti sono raccontati regolarmente nei magazine di gossip. Viene allora spontaneo chiedersi qual è la reale realtà, se quella del “grande fratello” reality tutto tondo o quella sofferta di chi ogni giorno deve levarsi da letto per affrontare una giornata di dura fatica. Certo sia che la si guardi dalla parte della Pille, che da quella di Melissa P:, la generazione descritta sembra appartenere alle classi più agiate della scala sociale, per cui le loro esistenze non sono sofferenze dettate dal riuscire a sopravvivere nella società contemporanea, quanto dal vuoto esistenziale che incombe in alcuni settori della stessa società.
“Hell” è un grande romanzo contemporaneo e la sua autrice a differenza di tanti presunti scrittori d’oggi, guarda all’orrore del presente come pochi altri sanno fare.
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