
Più Twin Peaks o più True Blood? Hemlock Grove si muove in bilico tra queste due serie, oscillando un po’ da una parte, un po’ dall’altra. Nonostante tali riferimenti, si tratta di uno dei prodotti telefilmici più originali in cui è possibile imbattersi di questi tempi. Perché? Perché Hemlock Grove è un pasticciaccio. Non un pasticciaccio brutto. È un pasticciaccio bello. Al suo interno contiene un sacco di idee e non è che riesca a valorizzarle al meglio tutte. Per quello ci sarà forse tempo in una seconda stagione, vociferata sebbene non ancora ufficialmente confermata. La stagione 1 è stata nel frattempo sparata tutta in un colpo solo dal servizio di streaming Netflix, come già fatto con il politico House of Cards. 13 episodi tutti insieme, un’idea che butta all’aria l’intera concezione di serialità tradizionale, basata sulla classica puntata, massimo due, a settimana. Qualcosa del genere lo fa anche la serie stessa. Hemlock Grove in una botta sola propone al suo interno di tutto: è un giallo mystery con atmosfere alla Twin Peaks/ The Killing/e pure - massì - Pretty Little Liars, risvolti fantasy licantropeschi alla Teen Wolf/The Vampire Diaries/True Blood, trame da teen drama, qualche contorno soapposo e un pizzico di humour nero per alleggerire il tutto. Un pasticciaccio? Esatto. Un pasticciaccio intrigante.


I due protagonisti principali sono i nuovi idoli delle teenagers dark Landon Liboiron e Bill Skarsgård. Landon l’abbiamo già visto ahinoi nel terrificante Terra Nova, parentesi subito da dimenticare, così come anche nel divertente horror trash Altitude. Il suo personaggio è quello di Roman Godfrey, uno zingaro che si vocifera sia un lupo mannaro… WTF?!? Sarà la solita voce messa in giro tra bulli liceali, o ci sarà un fondo di verità?
Intendo, sul fatto che è uno zingaro.

Bill Skarsgård, come potrete intuire dal cognome importante, è il figlio di Stellan, quello de Le onde del destino e Dancer in the Dark, l’amichetto fidato di Lars Von Tier, nonché il fratello di Alexander di True Blood (domenica parte la sesta stagione) e di Gustaf di Vikings. Praticamente, gli Skarsgård dalla Svezia con furore stanno colonizzando l’intero palinsesto televisivo americano. E tra l’altro ci sono altri due fratelli (Sam e Valter) e una sorella (Eija) ancora disoccupati. Vogliamo dare un programma pure a loro, sì o no? Nella serie, Bill Skarsgård è Roman Godfrey, un po’ il bel tenebroso di Hemlock Grove, ancor più del licantropo gitano, ed è l’ereditiere superficiale e cazzaro di un bell’impero economico, quello dei Godfrey, la famiglia più potente e in vista della cittadina. Non è finita qui, perché pure lui sembra avere qualche potere soprannaturale e inoltre sia fisicamente che come personaggio mi ricorda Bobby Briggs (Dana Ashbrook) sempre di Twin Peaks.

Come madre, Roman si ritrova quella MILFona di Famke Janssen, una che è da 20 anni in circolazione tra cinema (GoldenEye, The Faculty, X-Men…) e tv (Nip/Tuck) ma mica sembra invecchiare di un sol giorno e diventa anzi sempre più MILF.

Inoltre ci sono anche la bionda gnocchetta teen di turno, Penelope Mitchell, che con quella faccia gonfia sembra una giovane Naomi Watts e quindi pure lei fa tanto David Lynch, e la giovanissima Freya Tingley, tipetta misteriosa che all’inizio non si capisce bene cosa c’entri con il resto e invece c’entra parecchio.

Il personaggio migliore, e che a mio avviso avrebbe meritato un maggiore spazio, è però un altro. È la sorella di Bill Skarsgård. Sorella per fiction, nella realtà non è un’altra del clan degli Skarsgård. Shelley Godfrey è una ragazza… mostruosa. Una specie di Frankenstein al femminile che è interpretata da Nicole Boivin, ma i credits indicano tra i suoi interpreti anche due tizi: Michael Andreae e Lonnie Waugh. Ve l'ho detto che non è una tipa proprio standard...


Nel corso dei 13 episodi della prima stagione succede di tutto e di più, ci sono personaggi piuttosto inutili che arrivano e poi spariscono, ci sono eventi inspiegabili che però nel corso dell’ultima puntata vengono in qualche modo spiegati, ci sono visioni, momenti splatter e altri trash, episodi avvincenti alternati a puntate riempitivo, sbandature di sceneggiatura clamorose che però si risollevano quando meno te lo aspetti, e soprattutto tanta, ma tanta, follia. Hemlock Grove piace soprattutto per questo. Benché un sacco incasinata, benché non riuscita fino in fondo, benché pure qua ci siano licantropi ed eventi paranormali come già in troppi altri telefilm, è una serie che si distingue dalla massa perché sa intrigare e sorprendere. E almeno qui no, per ora di vampiri vegetariani non se ne sono visti! (voto 7+/10)