di Francesco Gori
La stagione 2013 del golf si avvia alla chiusura con il trionfo di Henrik Stenson nella Race to Dubai, il trofeo del circuito europeo, affermazione che bissa quella della FedExCup, conquistata nel week end dell’Open d’Italia. Una doppietta che lancia lo svedese nella storia del golf, unico capace della duplice impresa.
Un’annata incredibile per Iceman. Così come la sua recente storia. Un talento fin da giovanissimo Henrik, che inizia a dedicarsi a mazze e palline all’età di 12 anni, per diventare handicap 9 nel giro di un’estate. Arriva al professionismo nel 1999 e nel 2007 è stabilmente tra i primi 10 al mondo.
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Henrik Stenson è anche personaggio, come quando nel 2009 decide di giocare in mutande il suo secondo colpo dal fango profondo nel WGC-CA Championship. Per non sporcarsi i vestiti.
Nel 2009 si impone al Players Championship, quinta vittoria nell’arco di quattro anni (incluso il WGC -Accenture Match Play Championship 2007), e sale al quarto posto nella classifica mondiale. Poco dopo, la crisi profonda: tre anni di buio che lo fanno precipitare fino al n.230. Problemi di salute iniziano a perseguitare Stenson dopo aver contratto una polmonite virale, quindi il coinvolgimento in un procedimento giudiziario per recuperare parte del patrimonio perso nel 2009 quando lo Stanford Financial Group, uno dei suoi sponsor, viene sequestrato per frode da parte delle autorità statunitensi. Condizioni generali che lo portano ad un livello di nevrosi importante, e lontanissimo dai green.
Ma la vita, si sa, è un ciclo di alti e bassi ed Henrik crede nella risalita: dato per disperso, comincia il 2013 in modo anonimo fino a giugno, poi la resurrezione improvvisa all’Open di Scozia, tanti piazzamenti importanti fino alla conquista del Deutsche Bank Championship. Nel giro di sei mesi, diventa una star del circuito statunitense, battendo lo stesso Tiger negli Usa, conquistando il Tour Championship Coca Cola e il bonus di 10 milioni di dollari della FedExCup. Gli manca ancora un Major, sfiorato quest’anno a più riprese (2° all’Open Championship e 3° al PGA Championship), ma intanto è salito al terzo posto del ranking dietro sua Maestà Woods ed Adam Scott. Che per il 2014 sono avvisati.
Il suo golf è un perfetto mix di potenza e precisione, come ha dimostrato il capolavoro al par 5 della 18 del quarto giro di Dubai: uno straordinario secondo colpo con un legno 2, con la pallina a venti centimetri dalla buca, per un comodo eagle che gli ha garantito il record di -25 nel torneo.
Eccezionale Stenson, esempio vivente in campo sportivo di come sia possibile risalire nella vita, che cela insidie una dopo l’altra, ma anche gioie immense. Come quella di Henrik, che festeggia a suon di champagne (a destra, foto daylymail.co-uk) con moglie, bambini e amici l’ennesima vittoria di carattere.
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