Magazine Diario personale
WALDEN, la vita nei boschi Si può considerare una vera e propria opera di questo scrittore, filosofo americano che fa parte, insieme a Ralph Waldo Emerson, del "rinascimento americano".
Thoreau nasce a Concord nel 1817, si laurea ad Harvard nel '37 e per gli studi compiuti orienta i suoi interessi verso la filosofia orientale, la poesia greco-romana e la botanica. Vive un sentimento forte verso la natura e dedica molte giornate a lunghe passeggiate tra i boschi per avere maggior conoscenza e comprendere più approfonditamente il mondo animale e vegetale. Diventa una figura importante nel trascendentalismo. Egli comprende già in quel tempo il contrasto tra la possibilità di una piena e soddisfacente realizzazione dell'uomo e la società protratta ad incrementare la tecnologia e quindi a prospettare un vissuto maggiormente lontano dalla semplicità e dalla natura. Non è assurdo, a mio parere dire che si può considerare un precursore del movimento hippy che nacque negli Stati Uniti negli anni sessanta. Egli oppone al consumismo un'economia più frugale. Anticipando Jack London ad un certo punto della sua vita sente il richiamo di un'esistenza più a contatto con la natura e così nel 1845 si reca sulle rive del lago di Walden a Concord, nel Massachusetts.
Con un'ascia abbatte alcuni pini e con la legna si fabbrica una casetta molto modesta dove vive per due anni, due mesi e due giorni. Inizia a vivere in questo luogo il 4 luglio, il giorno della Dichiarazione d'Indipendenza, sceglie non a caso questa data perché vuole dimostrare di riuscire a realizzare la sua più grande ispirazione essere indipendente da una società che sta diventando sempre più soggiogata dalla tecnologia.
La sua esperienza gli ispira la scrittura di questo libro che è a metà tra il saggio filosofico e il diario ed è oggi considerato un classico della letteratura americana.
Profondo conoscitore della società americana egli scrive altri testi che trattano problematiche sociali, come la schiavitù. Un'altra opera molto famosa è "Disobbedienza civile", dove teorizza l'idea della contrapposizione della società ma in modo non violento. Il secolo seguente sarà ripreso questo concetto proprio dal movimento hippy. Muore nel 1862, il 6 maggio, per tubercolosi. Prima di morire dice ai familiari che lo assistono: "E' meglio che le cose finiscano...Sì, questo è un bel mondo, ma fra poco ne vedrò uno ancora più bello". E, poiché non si sentiva contrario alla religiosità, anzi, in pace con Dio, egli infatti rispose a sua zia quando gli chiese come andava il suo rapporto con la religione "Non mi sembra di averci mai litigato", rifiuta ogni manifestazione religiosa.
Bellissima una frase:
"andai nei boschi perché volevo vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita...per non scoprire in punto di morte di non aver vissuto"
Per chi non lo ha visto, ma anche per tutti coloro che se lo ricordano questa famosa frase è declamata da un ragazzo, Neil Perry, durante una recita in un film che, a mio parere, è meraviglioso. Con Robin Williams e Robert Sean Leonard, regia di Peter Weir
L'ATTIMO FUGGENTE
In questo film vengono citati molti pensieri di vari scrittori "Capitano mio capitano...", per esempio, è di Keating, "Cogli la rosa quando è il momento che il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà", appartiene a Pitts e, infine, tra le tante, eccone una che adoro "Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita" Walt Whitman.
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