Henry Morgenthau. Diario, 1913-1916 (di Francesco Marilungo)

Creato il 12 gennaio 2012 da Istanbulavrupa

Il sottotitolo scelto dall'editore italiano ha il merito di essere estrememante chiarificatore per quel che riguarda la personalità dell'autore e gli scopi del suo scritto: "Diario 1913-1916. Le memorie dell'ambasciatore americano a Costantinopoli negli anni dello sterminio degli armeni". Immigrato in America dalla Germania all'età di dieci anni, avvocato di successo, l'ebreo Henry Morgenthau legò le fortune della sua carriera diplomatica a quelle del Presidente W. Wilson, di cui sosteneva le campagne elettorali. In queste sue memorie racconta con grande capacità narrativa il suo soggiorno a Istanbul in veste di ambasciatore americano durante tre anni cruciali per il destino dell'Europa e del Medioriente: la preparazione e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Questi "Diari" hanno più di un pregio. In primo luogo sono estremamente leggibili, sapientemente narrati, avvincenti, lineari (qui forse va menzionato l'aiuto del giornalista Burton I. Hendrick, che sostenne l'ambasciatore nello stendere queste pagine, pubblicate già nel '18). In secondo luogo, questi diari costituiscono una magistrale pagina di Storia, un'accorta ricostruzione delle dinamiche del primo conflitto mondiale, agevolata dalla unicità del punto d'osservazione. In terzo e ultimo luogo queste pagine rappresentano una delle rarissime testimonianze dirette dei fatti comunemente noti sotto la dicitura "genocidio degli armeni". I racconti e le fotografie dei missionari presenti in quell'oscuro 1915 nella parte orientale dell'Anatolia certo costituiscono la base documentale primaria dei crudeli stermini che gli armeni subirono. Ma le pagine di Morgenthau hanno la preziosissima particolarità di poter mostrare i fatti dalle stanze del potere che quei fatti predispose. Entriamo allora in quelle stanze.

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(per entrare nelle stanze del potere di cui parla Francesco, basta andare qui)

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