Un acquisto bizzarro per uno che li ha quasi tutti i dischi di John Hiatt degli anni duemila. Il fatto è che Hiatt è al tempo stesso sia una delle più belle voci del rock, un bianco dalla gran voce nera, che uno degli autori delle più belle canzoni della nostra musica. L'ho amato sin dai tempi di Slug Line, l'album del 1979 dove si ispirava ad Elvis Costello & the Attractions, dopo che avevo ascoltato la sua I Spy (For The FBI) nella colonna sonora di Cruising, il film con Al Pacino dove si sentivano anche i Mink DeVille.
Registrò quell'altro disco bellissimo, Riding With The King, prima di sorpassare sé stesso con la trilogia di Bring The Family - Slow Turning - Stolen Moments. Una sequenza di dischi così belli (all'altezza del rock di Springsteen in Darkness On The Edge Of Town e del Mellencamp di Lonesome Jubilee) che avrebbero oscurato tutta la sua produzione successiva.Nagli album dei duemila restava qualche ottima canzone, diluita però nella mediocrità generale e nei filler. Questa antologia ha reso giustizia a Hiatt, concentrando e selezionando le canzoni migliori dal decennio. Ed ascoltando Here To Stay non puoi fare a meno di pensare che si tratti di un grande album di rurale rock'n'roll romantico.
Avrei potuto copiare la scaletta e farmi una compilation da solo, ma non sarebbe stata la stessa cosa, e così gli ho pagato una volta di più il mio tributo per godere di tanto disco.
Perché John Hiatt is here to stay.
1. Crossing Muddy Waters
2. Lift Up Every Stone
3. My Old Friend
4. Everybody Went Low
5. My Baby Blue
6. Circle Back
7. Love's Not Where We Thought We Left It
8. Master of Disaster
9. Love You Again
10. What Love Can Do
11. The Open Road
12. What Kind of Man
13. Damn This Town
14. Adios to California
15. We're Alright Now
16. Blues Can't Even Find Me
17. Here to Stay