Eh si, ci siamo!
Dopo averlo sbandierato a destra e manca, davanti ad amici e conoscenti poco convinti delle mie conoscenze in campo- e come dargli torto, ma io studio volentieri, oltre che negli ultimi dieci anni ho fatto un lavoro che mi ha insegnato molto su quello che i clienti vorrebbero e le aziende non capiscono di dover dare- è venuto il momento di fare sul serio riguardo il nuovo lavoro nel campo della comunicazione.
In questi mesi, dopo aver dato un nome alla mia agenzia virtuale, che poi è il mio alter ego – RedHead Ideas-, aver creato un sito vetrina e fatto dei volantini e dei biglietti da visita, contattato i primi clienti, capito quanto chi ha un business non ha metabolizzato il vecchio adagio la pubblicità è l’anima del commercio, mi sono fermata un attimo.
Così non poteva andare: tutti sapevano fare delle cose specifiche, chi le brochures, chi i siti, ma nessuno voleva avere a che fare con i clienti. Ok, ci penso io.
Si, cara, ma TU devi cercare i clienti. Se li trovi lavoriamo insieme, se no è stato bello conoscerci.
Mhm…non può andare.
Intanto l’idea di esportare la Marche in California continuava a bussarmi in testa, e, a settembre, dopo essere tornata là, la cosa ha preso le dimensioni di un’ossessione.
Ma questa è un’altra storia. Che ha il suo bel seguito, non vi preoccupate.
In autunno, dicevo, ho capito che dovevo trovare un approccio diverso: io ho tanto da dare per aiutare un’attività a comunicare meglio e in maniera più efficace, anche se non so usare il pacchetto Adobe come se si trattassero delle mie dieci dita.
Allora pubblico un annuncio più folle, anticonvenzionale, si potrebbe dire, per attirare qualche matto disposto a collaborare davvero.
Sapete cosa ho scoperto? Che chi deve insegnarvi a COMUNICARE bene, non sa leggere, manda curriculum quando è specificatamente richiesto di non farlo, chiede di essere assunto, quando l’annuncio parla di collaborazione, non assunzione, ecc…
Ho una cartella piena di queste risposte. Alcune continuano ad arrivarmi tutt’ora.
Bene, mi sono detta, iniziamo proprio bene.
Secondo scoglio, incontrato da quando ho iniziato quest avventura per cambiar lavoro: tutti rispondono entusiasti e cortesi; appena gli dici “Ok, allora passiamo ai fatti” la gente sparisce come Sordi nel film in cui interpretava un avvocato cialtrone, in realtà un pazzo ricco che, ogni mattina, si svegliava e credeva di fare un lavoro diverso. Questo ho immaginato accadesse, di fronte a delazioni di persone, fino a pochi giorni prima, entusiasti e coinvolti.
Ma tutto ciò, anche se ti fa vivere notti agitate, insegna tantissimo: il mondo lavorativo virtuale aiuta le persone a vivere tutto con minore responsabilità, unito al fatto che ci sono dei tempi dilatatissimi. Questo non vale per tutti, ma per troppi.
Alla fine mi sono detta: io sto imparando cos’è il SEO, cosa vuol dire fare pubblicità tramite i social network, eccetera, con tutta l’umiltà possibile.
Ma il mondo creativo e specialistico che sto avvicinando, soffre gli stessi difetti che vorrebbe togliere ai propri clienti: poca comunicazione, e quella poca troppo specialistica, quasi un linguaggio in codice per adepti, oltre a quasi nessuna elasticità mentale.
Mi è capitato tempo fa di parlare- virtualmente- con una persona che dovrebbe - a quanto so- essere un’esperta di comunicazione: ogni cosa che dicevo doveva rimandare a qualcosa che già conosceva, mi faceva esempi che aveva in un archivio mentale, senza capire davvero cosa serviva a me, e che, magari, la cosa che chiedevo io era semplice, ma non per forza già presente su internet.
Sono creativi: conosco templates, siti, termini, dove mettere i call in action bottons per ottimizzare la vostra navigazione; ed io so che posso imparare molto da loro.
Però io ho questo: so ascoltare, parlare in modo reale e concreto, conosco i bisogni di chi lavora e ha poco tempo, e ho fantasia da vendere, senza dover seguire seminari sul pensiero laterale. Utilizzare un’idea innovativa che ha pensato qualcun altro, cos’ha d’ innovativo? A volte questo comparto creativo sembra più vecchio e rigido di altri più convenzionali.
Ora, comunque, sono entrata in un team - a breve la pubblicazione del nostro sito- e posso avere il supporto tecnico che, prima, mi rendeva poco credibile agli occhi di possibili clienti.
Insomma: ora ho la parte rassicurante, e magari mi starete a sentire, perché ho davvero tanto da darvi.
Noi - ormai devo parlare al plurale- ci occupiamo di web marketing e marketing dal vivo.
In poche parole?
Vengo a trovarvi, vi offro un caffè, mi raccontate di voi e del vostro business, e capisco se vi può giovare fare pubblicità on line, migliorare l’accesso al sito che avete già, o entrare in Facebook. Oppure creare un piccolo evento che vi faccia spiccare sulla concorrenza, sul territorio, dal vivo, non nel mondo virtuale.
Possiamo, e questo me lo permette l’esperienza che ho maturato nella GDO, anche ottimizzare la vostra organizzazione interna. Ma questo sta a voi, a quanto ci tenete a crescere e a guadagnare di più e lavorare meglio. Il nostro compenso sarà proporzionato ad un vero incremento della vostra clientela.
Oppure arrivederci: la nostra proposta non v’interessa, e ci saremmo fatti solo una bella chiacchierata.
Se volete vedere la mia faccia, basta cercarmi su Youtube: sono mesi che non posto video, ma quella lì, sotto il nome di RedHeadIdeas, sono io.
Questo in sostanza.
Passate parola, mi raccomando;-)
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