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Non sono mai stata una fan di Clint Eastwood, pur riconoscendone tutti i meriti "oggettivi". Un maestro di impeccabile e mai sciatta regia. Forse troppo "classico" per i miei gusti.Stavolta mi devo ricredere (e chi se ne frega commenterà qualcuno :-) ).Eastwood sceglie per "Hereafter" un tema ingombrante ed inafferrabile, di cui si ha imbarazzo a parlare. Non è facile confrontarsi con il "concetto" (o realtà?) di morte, ancora più arduo è cercare di raccontarlo, in qualche modo. Il regista utilizza tre personaggi e tre storie. Matt Damon è un giovane operaio di San Francisco con il dono e la condanna di entrare in contatto con i defunti. Cécile De France è una giornalista francese, sopravvissuta allo tsunami che colpì il sud est asiatico. Il piccolo George Mc Laren ha invece perso l'amatissimo fratello gemello in un assurdo incidente. La morte diventa realtà nelle vite dei tre personaggi, una realtà scomoda con cui è doloroso e complesso averci a che fare, una realtà che confonde, ma che allo stesso offre strane certezze. Nel narrare le tre vite, Eastwood non si "sbilancia" mai. E' un film emozionante e commovente, ma inspiegabilmente sobrio e senza eccessi. Il tema e la scelta più marcatamente narrativa fatta avrebbero portato chiunque ad "esagerare", a scadere in lacrime facili e commozione sensazionale. La classicità e la delicatezza di Eastwood, invece, evitano tutto questo, regalando un'atmosfera giusta, equilibrata, tesa e serena allo stesso tempo, per tutta la durata del film.E la chiave scelta, quella del gusto del racconto, sembra essere vincente. Eastwood non prova a scavare in modo macchinoso nelle personalità delle sue creature. Le lascia emergere attraverso la narrazione delle loro realtà, facendo in modo che siano i "fatti" a parlare, a far intuire, a far immaginare.La regia, infine, ancora una volta classica ed impeccabile. La tecnica di Eastwood è una forma di rispetto e di amore per il cinema e per il suo pubblico. Nulla è lasciato al caso, ogni inquadratura è curata e significativa, tassello della realtà cinematografica che scorre davanti gli occhi.
ps. un plauso al piccolo Mc Laren. La sua è la storia più commovente e delicata. Il piccolo attore offre un'interpretazione che lascia senza fiato.
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