A cura di:
Antonio Giusto
Film intenso e rigoroso che affronta la parte più ignota e misteriosa della vita quotidiana di noi persone comuni: la morte e l’ aldilà. Tre storie, tre vite, tre individui che in tre location (Parigi, Londra, San Francisco) , in situazioni completamente distinte si pongono davanti ai fatti accaduti affrontando il loro dolore in maniera differente. Dai melo anni 40 agli horror di serie B, passando per il sentimentale e il noir è un tema che il cinema ha negli anni trattato in maniera non sempre adeguata.
Ma ora Eastwood con questa pellicola unisce il cuore e gli occhi di noi spettatori in un bellissimo viaggio attraverso la triste solitudine dei protagonisti regalandoci emozioni toccanti e commoventi.
In alcune parti si prova la sensazione di leggere una poesia, non a caso viene citato C. Dickens, sia nelle recite che Matt Damon ascolta alla radio, sia nell’ omaggio alla sua residenza durante la visita turistica guidata.
L’ inizio del film è molto spettacolare, roboante e tumultuoso; l’ impotenza di ma nulla è come prima. noi umani di fronte alla forza della natura, che con l’ uso di effetti speciali è resa ancora più reale e veritiera. Un insolito tuffo del regista nel cinema alla Emmerich che non stona affatto, poi riprende lo stile classico e inconfondibile con inquadrature adeguate, un elegante messa in scena che piacevolmente ci accompagna verso un finale consolatorio non tralasciando due o tre momenti da antologia.
Un operaio americano, una giornalista francese e un bambino inglese hanno vite distinte; il destino e alcuni avvenimenti ne hanno sconvolto la loro esistenza. Marie sta trascorrendo una vacanza su una spiaggia tropicale asiatica quando lo tsunami travolge tutto, lasciandola per qualche istante morta senza respiro, la vita poi riprende ma nulla è come prima. Matt Damon, davvero bravo e in stato di grazia, è una persona qualunque che possiede “il dono” di mettersi in contatto con i morti, la capacità di sensitivo che viene sentita come una vera condanna, vissuta in maniera contrastata,che lo rende un uomo solo senza una compagna e sempre alla ricerca di una pace interiore. I momenti più belli e realistici che valgono la visione del film riguardano Marcus, un bambino con una vita difficile alle spalle, che perde il suo gemello in un incidente stradale, la sua voglia di ritrovarlo a tutti i costi e la ricerca di un amore che la madre non le può dare. Le scene più toccanti sono a lui riservate; il berretto che vola via dal metrò salvandolo da una fine ingrata, il letto vuoto nella casa dei nuovi genitori, mentre ho trovato un po’ fuori luogo e decisamente pubblicitaria il corso di cucina italiana che c’ entra come i cavoli a merenda…. Non è da considerarsi un capolavoro come Gran Torino o Million Dollar Baby, ma rimane comunque un bel film dove il filo conduttore, la morte e la vita arrivano con le immagini a colpire chi guarda,facendoci riflettere su come la sua presenza abbia condizionato e condizioni la vita di ognuno di noi.