Hero of the Kingdom – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 24/01/2014

PC

Genere: Gioco di Ruolo

Sviluppatore: Lonely Troops

Produttore: Lonely Troops

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 14/11/2013

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Costo adeguato al prodotto Visivamente piatto

Gameplay mal sfruttato

Storyline da dimenticare

Hero of the Kingdom, letteralmente: Eroe del Regno, è un casual GDR ambientato in un mondo medioevale. Creato dai ragazzi di Lonely Troops, uno studio dedito ai tycoon games che qualche tempo fa ha deciso di intraprendere la dura strada che porta verso epiche battaglie a suon fendenti e scudi frantumati. Ci siamo presi il nostro tempo prima di scrivere questo articolo, non volevamo sembrare troppo duri, considerato anche il basso costo del prodotto. Poco meno di sei euro. Ci siamo avvicinati con cautela a Hero of the Kingdom data la presentazione visiva, che nonostante non sia sufficiente ad abbassare il valore di un videogame, questa volta è stata parte fondamentale dell’esperienza, in quanto non riesce a far rimanere concentrati e rendersi piacevole alla vista. Accantonati gli aspetti estetici, abbiamo pensato che tali mancanze sarebbero potute venir meno se accompagnate da una storyline degna, ma sfortunatamente siamo rimasti sconcertati dall’apprendere che Hero of the Kingdom pecca su tutti i fronti, offrendo davvero poco al giocatore. Andiamo ad analizzare più nel dettaglio quella che doveva essere la via per diventare eroi del regno!

SAVE THE FARM, SAVE THE WORLD

Spesso, parlando di indie, ci siamo soffermati ad elogiare innumerevoli volte le qualità nascoste di questi prodotti, quasi sempre figli di un manipolo di sviluppatori che non hanno avuto il supporto di finanziatori o mezzi tecnici per creare un videogioco tecnicamente buono. Nonostante questo, ancora più spesso ci siamo trovati a giocare GDR indie che, accantonate le qualità visive e tecniche, hanno regalato ore di divertimento al videogiocatore grazie a trame sufficientemente carismatiche. Sfortunatamente per i ragazzi di Lonely Troops, il loro primo tentativo di cambiare genere di sviluppo non riesce sotto molteplici aspetti. Lo scenario tremendamente piatto e cupo, dove il marrone scuro ha predominanza su tutto quello che il nostro occhio vede, ci dà  il benvenuto ed incornicia la nostra dimora. Una fattoria. Fattoria che sarà il campo di addestramento per il breve tutorial che ci mostrerà le meccaniche di gioco basilari come muoversi, selezionare oggetti e riorganizzare il nostro inventario. Terminata la parte iniziale, il nostro semplice compito sarà quello di zappare, zappare e zappare. In questo il gioco riesce dannatamente bene, infatti stanco del proprio lavoro manuale, il protagonista senza dare troppe spiegazioni al padre e datore di lavoro, si allontanerà dall’angusta fattoria per avventurarsi in luoghi non ben specificati, per un tempo ignoto. Qui abbiamo fatto l’errore di pensare che iniziasse la nostra avventura, ma non siamo mai stati più lontani dalla verità. È infatti al ritorno del giovane che la faccenda si complica, dando vita ad un susseguirsi di sfortunati eventi che lo vedranno carnefice e poi, forse, eroe. Tornato dal suo lungo peregrinare nelle marroni terre dello scenario inesplorato, il giovane non troverà ad accoglierlo un padre felice e della terra da vangare, ma la sua casa data alle fiamme da briganti, suo padre misteriosamente scomparso e tutto il suo piccolo mondo irrimediabilmente in frantumi. Ed è in quell’istante che il nostro contadino decide di imbracciare zappa e bagagli e vestire i panni del giustiziere della notte, andando alla ricerca dei manigoldi e del suo anziano padre.

Cosa potevamo pretendere da un indie con un costo così irrisorio? Non molto, lo sappiamo, infatti le nostre aspettative non sono rimaste deluse più di tanto. Un concept basilare che ci vedrà avanzare nella nostra “avventura” da scenario a scenario, aumentando la nostra esperienza ed i nostri soldi completando quest secondarie e terziarie davvero elementari. Peccato che in Hero of the Kingdom le cose non cambino per tutta l’avventura. Quindi, senza poter modificare aspetto e classe del nostro Avatar, procederete filati verso la meta, fermandovi di tanto in tanto a consegnare qualche lettera di una simpatica vecchietta, uccidendo cani che attaccano pollai ed inseguendo banditi guidati dalla sola voglia di menar testate sul filo della nostra lama. Descritto così, potreste quasi pensare che ci siamo volutamente accaniti contro questo prodotto dal basso costo e quindi dalle basse aspettative, ma non è come pensate. L’attrattiva di base ci può anche essere, ma la pessima realizzazione generale riduce il divertimento a zero. Procedere a testa bassa riducendo l’esplorazione a pochi minuti per ogni scenario è qualcosa che ammazza il divertimento, riducendo anche il tempo di gioco. Le sole fasi esplorative, quasi, obbligatorie saranno conseguenza di una mancanza di soldi, utili a pagare i locandieri per farci dormire e, come detto poco sopra, esistono molti titoli anche più blasonati che offrono la medesima cosa, ma la “vita” che presentano a schermo è comunque più attiva che mai, con scenari colorati o oscuri, ma mai tanto bucolici come in Hero of the Kingdom dove il grigio, il nero ed il marrone non ci abbandonano mai, nemmeno per un secondo. Questo è il fulcro su cui gravita tutta l’esperienza, che nonostante pochissime fasi di combattimento, e quindi di maggiore “vitalità”, non riesce a far rimanere incollati allo schermo per più di un’ora.

Non dimentichiamoci che la nostra missione principale sarà quella di salvare nostro padre. Infinite saranno le volte che andremo a caccia in cerca di carne per saziarci o a lavorare le pietre a suon di piccozza in cerca di materiali preziosi, tutto per tentar di sopravvivere in questo mondo tremendamente statico e privo di vita dove all’apparenza solo noi abbiamo le necessarie capacità cognitive per muovere un piede dinnanzi all’altro. Al termine di queste (sempre presenti) missioni “accessorie”, avremmo l’obbligo di accumulare quanti più soldi possibili per arruolare dei mercenari ben più abili di noi al combattimento. Per far ciò, oltre a completare qualche missione secondaria, sarà anche possibile “esplorare” l’ambiente per racimolare fiori, funghi ed oggetti utili da vendere ai mercanti per recuperare moneta sonante. Queste azioni si susseguiranno con cadenza dannatamente regolare, accompagnando il giocatore per tutte le ore di campagna che termineranno con il ritrovamento di vostro padre, vivo o morto, e la vostra elevazione ad eroe del regno… Forse!

IN CONCLUSIONE
Leggendo il nostro articolo vi sarà balzato all'occhio il fatto che abbiamo continuato a ripetere: "il costo contenuto del prodotto". Ebbene, questa frase ci è servita per ricordarci che si sta parlando di un prodotto che non pretende niente e che niente ha da offrire. Le cinque ore spese per terminare la campagna principale sono state cinque ore tremendamente lunghe e piatte, che alla fine dell'avventura ci hanno lasciati più vuoti di prima. In fondo, come vi abbiamo già ripetuto, ad un prezzo così esiguo non potevamo davvero aspettarci nulla, anche se non è sempre il prezzo a descrivere il prodotto finale. Hero of the Kingdom non riesce in nulla e quelli di Lonely Troops dovrebbero cambiare registro o tornare a sviluppare tycoon games. ZVOTO 5
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