
HEROESIl viaggio dell’eroe
Pietrangelo Buttafuoco… Perché proprio lui? Che c’azzecca? Non che non lo conosca, non è proprio un ‘carneade’ (tutt’altro: per motivi ‘letterari’ ho avuto con lui qualche scambio email – un vero e proprio gentiluomo siculo, tra l’arabo e il normanno, anche un po’ vichingo), ma sarà l’assonanza onomastica – l’ossimoro angelo/drago – con ‘eroe’ ed ecco che il nome del ‘fascio-comunardo’ è zompato fuori. Sì, il concetto di ‘eroe’: l’ho ritrovato l’altro ieri leggendo l’ottimo “Il risveglio dell’eroe con la PNL” di Robert Dilts e Stephen Gilligan, due guru della ‘trans-formazione’. E sono tornato indietro nel tempo, quando, ancora digiuno di PNL e ‘derivati’, mi crogiolavo tra le “uova del drago” di Joseph Campbell, Mircea Eliade, Richard Rohr, Vladimir Propp, gli stessi Jung e Hillman, con le loro scorribande nei territori del mito, della fiaba, del ‘sacro’, della psiche, del ‘simbolo’, dello spirito, alla ricerca del sacro graal del “senso della vita” (quello ‘vero’, non quello tivvu o da News of the World).
Vorrei quindi iniziare su questo blog ‘ballerino’ un “viaggio dell’eroe”, in cui, tra ‘sponsor’, angeli, dèmoni/demòni, principesse e briganti, vi possa portare, a partire da “sentieri interrotti”, verso la “radura luminosa”. Ma è un viaggio già iniziato… direte voi. Sì, è vero, questo blog è una vera e propria promenade architecturale (più che altro, archetipica, o tipologica), ma questo è un nuovo inizio (senza tralasciare le quisquilie e pinzillacchere).Bene, per introdurre la figura dell’’eroe’ (ben diverso dal brechtiano ‘eroe’, quello di cui ogni nazione dovrebbe essere felice se non li avesse), ossia dell’uomo ‘risvegliato’, che riconosce la sua ‘vocazione’ e le dà ‘fiato’, comincio dapprima da Propp e la sua “morfologia della fiaba” (tratto, per celerità, da Wikipedia).
Personaggi
Propp individuò 7 personaggi caratteristici delle fiabe:- Eroe: protagonista che, dopo aver compiuto un'impresa, trionferà;
- Antagonista: l'oppositore dell'eroe;
- Falso eroe: si sostituisce all'eroe con l'inganno;
- Mandante: chi spinge l'eroe ad intraprendere la sua missione;
- Donatore: la guida dell'eroe, colui che gli dà un dono magico;
- Aiutante: chi aiuta l'eroe a portare a termine la missione ricevuta;
- Persona ricercata: premio amoroso; finale per l'eroe.
SchemaLo schema generale di una fiaba, secondo Propp, è il seguente:
- Equilibrio iniziale (inizio);
- Rottura dell'equilibrio iniziale (movente o complicazione);
- Peripezie dell'eroe;
- Ristabilimento dell'equilibrio (conclusione).
Funzioni
Queste sono le 31 funzioni individuate da Propp:1. Allontanamento: uno dei membri della famiglia si allontana da casa - es. il principe va in guerra;2. Divieto (o ordine): all'eroe viene imposto un divieto (es. a Cappuccetto rosso viene proibito di passare per il bosco);3. Infrazione: il divieto è infranto (es. Cappuccetto rosso passa per il bosco);4. Investigazione: l'antagonista fa delle ricerche sull'eroe;5. Delazione: l'antagonista riceve le informazioni;6. Tranello: l'antagonista tenta di ingannare l'eroe;7. Connivenza: l'eroe cade nel tranello;8. Danneggiamento (o mancanza): l'antagonista reca danno all'eroe (o viene a mancare qualcosa) – es. la bella addormentata è punta a causa della maledizione di una vecchia fata;9. Mediazione: il danneggiamento o la mancanza vengono resi noti;10.Consenso: l'eroe reagisce;11.Partenza: l'eroe parte;12.Funzione del donatore: il donatore mette alla prova l'eroe;13.Reazione: l'eroe supera la prova;14.Fornitura: il donatore dà l'oggetto magico all'eroe;15.Trasferimento: l'eroe si trasferisce, o viene condotto sul luogo in cui si trova l'oggetto delle sue ricerche;16.Lotta: l'eroe e l'antagonista ingaggiano direttamente la lotta;17.Marchiatura: all'eroe è impresso un marchio;18.Vittoria: l'antagonista è vinto;19.Rimozione: l'eroe viene liberato dal danno o dalla mancanza iniziale;20.Ritorno: l'eroe ritorna;21.Persecuzione: l'eroe è sottoposto a persecuzione;22.Salvataggio: l'eroe si salva;23.Arrivo in incognito: l'eroe arriva in incognito a casa o in un altro paese;24.Pretese infondate: il falso eroe avanza pretese senza fondamento;25.Prova: all'eroe è imposto un compito difficile, una prova da superare;26.Adempimento: il compito difficile è eseguito;27.Identificazione: l'eroe viene riconosciuto28.Smascheramento: il falso eroe o l'antagonista viene smascherato;29.Trasfigurazione: l'eroe assume nuove sembianze;30.Punizione: l'antagonista viene punito;31.Lieto fine: l'eroe ottiene il premio finale; spesso si sposa o ottiene un regno.Passo ora a un mio stralcio ‘teologico’ tratto da “Prendi la PNL con Spirito”(che è già un “viaggio dell’eroe” in sette giorni: dallo stato ‘loffio’ allo stato ‘loft’… Ma il vero percorso dell’eroe, in puro stille campbelliano-propp-hillmaniano è quello di Gocce di pioggia a Jericoacoara, lì dove ‘eroi’, angeli, demoni, sponsor, ostacola tori, draghi e… lupi mannari si sprecano)
Si può riunire solo ciò che è separato… Stabiliamo una morfologia del racconto – i discepoli di Emmaus – de-strutturando le componenti, puntando essenzialmente su tempi, luoghi e funzioni dei ‘personaggi’. La ‘struttura’ del testo segue, significativamente (v. Richard Rohr, ma pure il Propp della “Morfologia della fiaba”), il tema del ‘rituale’ d’iniziazione (ma qui il processo è exoterico, più che esoterico), ovvero l’’ingresso ufficiale’ del ‘ragazzo’ nella comunità degli ‘adulti’, dopo il voluto ‘abbandono’ nella boscaglia da parte dei ‘genitori’. Qui ritroviamo tutti questi temi: – Separazione e partenza (v. 13): l’’abbandono’, il ‘distacco’ dalla ‘madre’ (fagocitante), ovvero da quella parte di ‘femminilità’ negativa che spinge al non sapere, non pensare, non analizzare, non spiegare… (in questo caso, i due discepoli disillusi che si allontanano, sia pur momentaneamente, dalla comunità). Parlavano tra loro: la ‘discesa nel profondo’, l’’elaborazione del lutto’. Lo stesso giorno: il processo di ‘riflessione’ e l’eventuale ‘decisione’ spesso non ammettono dilazioni. Due di loro – sessanta stadi: al di là della ‘lettera’, la portata simbolica (il ‘due’ come corpo e anima, …manca lo spirito, oppure come ‘dubbio’ e ‘negatività in generale; il ‘sei’ come ‘umanità’ in cerca del ‘sette’: il ‘riposo’, lo shalom, il Cristo) arricchisce il contenuto semantico e interpretativo.– Il viaggio (vv. 14-27): la ‘discesa’, la ‘spirale’. Continua il ‘viaggio’ introspettivo dei due discepoli (dall’Io verso l’inconscio). Discorrevano: la parola umana che cerca un senso nella parola divina e un radicamento nella ‘Grande Storia’. Tristi: la ‘ferita’, il crollo delle certezze, l’’umiliazione rituale’: il ricordo dell’insuccesso, il riconoscimento della ‘ferita’, la ‘delusione’, e la loro reintegrazione in un orizzonte di senso, aiutano a ‘crescere’, a forgiare, fortificare. Si avvicinò: l’incontro. “L’essere umano è smarrito, ma Dio viene a incontrarlo nel bel mezzo del suo errare. Viene come sempre a cercarlo all’interno delle sue stesse torsioni…” (‘Torna alla vita’, Simone Pacot). Gesù viene (ma nell’AT è appellativo di Dio!). Il Cristo rimane ‘velato’ per chi lo segue ma non è “nato di nuovo”, sia esso un suo seguace noto (Cleopa) o anonimo (l’altro ‘discepolo’). Noi speravamo: l’’oppositore’, la disillusione che si oppone all’evidenza (delle Scritture) e alla testimonianza oculare (della donna). “O insensati”: l’’uomo con la spada’ (la spada dello Spirito che taglia il ‘velo’, il ‘due’ che si fa ‘tre’: corpo, anima e spirito), la “lancia insanguinata” (“Non doveva il Cristo soffrire…”).– L‘arrivo (v. 28 - 32): il ‘centro’. “… egli fece come se volesse procedere”. La tentazione, il gioco delle parti. “Essi lo trattennero”. La svolta, la ‘luce’ che fa fuggire l’’ombra’ (pur necessaria, specie per una ‘svolta’: è pericoloso trovarsi a un ‘trivio’ – sacro a Pan – a mezzogiorno, quando l’ombra diventa invisibile. Può scatenarsi un attacco di panico…), la necessità di ‘suturare’ la ferita con il ‘filo’ di Cristo e l’’olio’ dello Spirito. L’affetto vince sulla ragione, il “lato femminile” reintegra quello ‘maschile’, lo spirito si ‘separa’ dall’anima e, solve et coagula, rinnova la comunione ‘paolina’ corpo-anima-spirito. “Allora i loro occhi furono aperti”: il Cristo ‘svelato’. Il Kairòs, il momento dell’’intrusione’, l’esperienza ‘cosmica’, ‘oceanica’, delle ‘vette’. Fine del solo Chronos, ingresso nella ‘soglia’ del nuovo Aion, epifania del Divino, del ganz andere. Unica nella sua eccezionalità (“ma egli scomparve”), ma densa di prospettive…– L’irradiazione (vv 33-35): “… tornarono a Gerusalemme. Dal ‘solo Io’ al ‘Noi siamo’ (attraverso l’’Io sono’). La trasformazione individuale porta dalla “Piccola Storia” alla “Grande Storia”. La “voglia di vagabondaggio”, il “viaggio ai confini della notte”, fa travalicare il ‘recinto’ e, pur tra ‘sentieri’ (heideggeriani), porta alla ‘radura’ (per alcuni, al “porto delle nebbie”).Dal caos interiore è nata la stella (anzi, la costellazione) danzante…
Passiamo ora al ‘mitico’ Joseph Campbell (non che Naomi non sia una favola…), con un bell’articolo incolla-copiato dal blogGrandiPassioni http://www.grandipassioni.com/2009/04/joseph-campbell-il-mito-nellesistenza-dellindividuo/, cui rimando, un sito fresco di giornata (per me: spero che il blogger, o ‘sitaro’, non me ne voglia: d’altronde gli sto facendo pubblicità – non che ne abbia bisogno, forse. E poi, a proposito di ‘sitaro’, e sitar, vedo che è nelle mie corde: anche lui un coach-filo).
Joseph Campbell (1904 – 1987), grande studioso americano di Mitologia comparata, ebbe l’intuizione, geniale all’epoca, di individuare non le differenze, ma le somiglianze dei racconti mitologici, e religiosi, apparsi sul pianeta nelle varie epoche, descritti nella sua opera “L’Eroe dai mille volti”.Campbell studiò con cura le opere e la vita di Jung, il grande psicologo svizzero. Questi, lavorando con un gran numero di psicotici, ne acquisì informazioni sull’immaginario inconscio; poi, confrontandole con la mitologia comparata, trovò sorprendenti somiglianze con l’immaginario dei suoi stessi pazienti, addirittura un vero e proprio parallelismo… allargando poi la ricerca a persone sane, si rese conto della sostanziale presenza di schemi analoghi.Campbell, approfondì il lavoro di Jung sul significato della Mitologia e dei simboli che essa rappresenta.Alcuni passaggi significativi:“Ritengo che non ci sia più una sola Mitologia viva in ogni singola nazione, per ogni singolo individuo, anche solo fermandomi all’Occidente. L’ordine sociale moderno è essenzialmente secolare. Riconosciamo che le nostre leggi non sono di origine divina. Non le spieghiamo in termini mitologici. In passato, le leggi erano date da Dio a Mosé, ed espresse nella Bibbia. Non abbiamo più niente di tutto questo. Persino le leggi dell’Universo fisico non sono definitive, continuiamo ad avere nuove scoperte, non abbiamo un’immagine definitiva dell’Universo.Riguardo alla psicologia del singolo individuo, abbiamo talmente tante fonti e talmente tante opportunità nelle nostre vite, che non esiste una singola mitologia valida per tutti.Credo che all’interno della società secolare, che è una specie di cornice neutrale che permette all’individuo di sviluppare la propria vita, purché non disturbi ognuno di noi ha un mito individuale che lo guida, di cui può essere o no consapevole. Ecco il senso dello studio di Jung: quale è il Mito che sto vivendo?”
Le immagini mitologiche mettono in contatto la propria coscienza con l’inconscio. Ecco ciò che sono. Quando una persona non ha immagini mitologiche, o quando la coscienza le rifiuta, quale che sia la ragione, rinuncia ad essere in contatto con la parte più profonda di sé. In questo, ritengo, sta lo scopo del Mito nel quale ognuno vive. Si tratta di trovare il Mito nel quale viviamo, conoscerlo, in modo da dirigere la nostra esistenza con competenza.Quale è la chiamata della tua vita – lo sai?”“Ho una grande ammirazione per lo psicologo Abraham Maslow; tuttavia, in uno dei suoi libri, ho trovato una specie di scheda di valori per i quali le persone vivono, in base ad una serie di esperimenti psicologici.