La trama (con parole mie): il giovane TJ ha appena vissuto uno dei drammi più grandi che possa affrontare un ragazzino, la morte della madre. Trasferitosi con il padre a casa della nonna, vede il genitore inghiottito dalla depressione sprofondare sempre più nel divano della sala mentre lui si ritrova solo ad affrontare il dolore della perdita ed i problemi tipici di ogni pre-adolescente, dal bullismo a scuola alla voglia di lasciarsi un mondo in pezzi alle spalle.
E' a questo punto della vita di TJ che Hesher irrompe, facendo a pezzi tutto quello che è l'ordine costituito per imporsi come nuovo, improbabile, sregolato modello affinchè il ragazzino e la sua famiglia possano tornare a vivere.
Avete presente quei film che paiono piccoli piccoli, quasi uno scherzo del circuito indipendente, il tentativo del mercato di nicchia di farsi largo per conquistare a sorpresa una fetta del cuore del pubblico, che partono come in sordina e di minuto in minuto alimentano la curiosa certezza che ci si trovi di fronte ad un vero e proprio cult?
Hesher ne è l'esempio perfetto.
Ma non starò a dilungarmi troppo sulla sceneggiatura imperfetta eppure freschissima del regista stesso e David Michod - già autore del buon Animal kingdom -, della regia piena di energia, delle convincenti prove di Gordon-Levitt, Natalie Portman, Piper Laurie e Rainn Wilson, senza contare il giovanissimo Devin Brochu, della colonna sonora a suon di rock e riff aggressivi, dell'effetto terapeutico di questa visione.
Perchè Hesher è un film tutto cuore, e con il cuore occorre abbandonarsi a lui.
Occorre perdersi negli occhi del giovane TJ, schiacciato dalla vita ancora prima che possa rendersi conto che l'occupazione favorita della vita stessa è quella di metterci all'angolo, per scoprire tutta l'energia delle sue folli corse in bicicletta.
Osservare il passo incerto della nonna che raccogliendo i cocci delle esistenze di figlio e nipote si domanda se non possa fare di più, prima di chiedere soltanto compagnia per una passeggiata, ed essere omaggiata dalle attenzioni - e dal bong - di questa scheggia impazzita giunta nelle loro vite.
Scoprire tutta la sofferenza di chi si è dovuto arrendere prima di potersi rialzare, ed imbottire di un'ovatta da paradiso artificiale un dolore più forte di un impatto violento, giunto a mettere la parola fine ad una canzone troppo intonata per un'esistenza in questa valle di lacrime.
Assistere al pianto di chi è nel pieno della sua vita, eppure teme di poter passare inosservata perfino nel momento della morte, abbandonata ai margini di una società che chiede sempre più spazio a scapito delle esistenze che ne rendono reale la struttura.
Tutto questo, e poi dimenticare ogni regola, e muoversi secondo la filosofia di Hesher.
Chi è, Hesher? Quanti anni ha? Dove sta andando?
Poco importa.
Perchè quello che conta davvero è che lui sia stato qui, a rendere possibile quello che la realtà aveva cercato di negare a TJ, a suo padre, a sua nonna, a Nicole.
E poco importa che per materializzarlo ci si debba sporcare un pò le mani, e rendere necessario un bel tuffo - "dirty and wet", impagabile - che battezzi il nostro nuovo approccio rispetto ad un mondo un pò troppo cattivo.
E poco importa se dovremo essere cattivi anche noi, se servirà a mettere al loro posto i prepotenti, allontanare gli sfigati depressi, vincere una battaglia già perduta in partenza.
Perchè alzarsi da quel divano, uscire da quella macchina, aprire un nuovo capitolo della propria vita sarà il momento più importante che si sia mai creduto di poter provare sulla pelle.
Non tutti ne usciranno indenni, e potrebbe anche essere che qualcuno possa non uscirne affatto.
O permettere che la sua morte possa diventare il punto di partenza per una nuova vita.
Crescere è difficile, giovane TJ.
E ancor di più essere adulti. O pretendere di esserlo.
E non solo: è doloroso, spesso ingiusto, una lotta per guadagnarsi ogni centimetro che corriamo sulla strada in sella alla nostra biccola bicicletta, pronta in men che non si dica a trasformarsi in una macchina che, chissà, potrebbe anche decidere di portarsi via qualcuno che amiamo.
E' in momenti così, che finisce per essere utile rompere gli schemi, le regole, le imposizioni del destino.
Abbandonare la bicicletta, lasciare che la macchina riposi per sempre, fare un respiro profondo ed uscire.
Per fare una passeggiata, e ricominciare a vivere.
E' in momenti come questo, che Hesher arriva, a cambiare le cose.
O più semplicemente, a darci la spintarella che serve.
Fosse anche un calcio nel culo.
Hesher è stato qui.
E meno male, cazzo.
MrFord
"I did my time and I want out, so abusivefate, it doesn't cut, the soul is not so vibrantthe reckoning, the sickening
back at you, subversion, pseudo-sacred, pyscho virgin."Slipknot - "Psychosocial" -