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Highway to Khan arrivano a Praga ed è subito festa!

Creato il 28 luglio 2011 da Tipolosco

Highway to Khan è uno dei team italiani che quest’anno parteciperà al Mongol Rally. Tre ragazzi piacenti classe 80 hanno deciso di intraprendere questo viaggio un po’ particolare, diciamo differente come piace a noi. Francesco Barbieri, Federico Maccagni e Francesco Fanelli sono partiti il 23 luglio da Piacenza con una Polo Volkswagen direzione Praga per proseguire il loro “rally” fino a Ulaan Bataar in Mongolia. I ragazzi piacenti non faranno solo un viaggio differente ma contribuiranno anche alla raccolta fondi per due associazioni umanitarie come Emergency e The Christina Noble Children’s Foundation. Io una donazione l’ho fatta, tu che stai aspettando? Infine ti lascio leggere il racconto della tappa a Praga del Rally scritto da Federico a dir poco emozionante.

La Polo del Mongol Rally

La Polo del Mongol Rally

Siamo partiti tutti e 3 abbastanza scettici sulla festa di “ctzech outâ€�. L’organizzazione del rally, gli Adventurist, hanno un’impostazione abbastanza particolare: tutto quello che si legge sul sito, tutto quello che fanno, sembra il delirio di un ubriaco uscito da un pub londinese. La nostra paura, immaginandoci il carosello di assurdità di ogni tipo del party, era di trovarci davanti una marmaglia di ubriaconi/raver interessati non ad incontrare dei popoli, ma a riempirsi di vodka sulla transiberiana.

La strada verso la Cechia è stata abbastanza noiosa. Brennero sempre bello, con uscita a Bressanone e pranzetto speak rafano e cetriolini. La prima frontiera, non c’è. E pensando ai travagli che ci aspetteranno dalla Turchia in avanti, mi viene da pensare che Shenghen è stato davvero un grande sforzo di civiltà.
Arrivando in Austria il cielo come per magia diventa grigio e pioviggina. E gli chalet seminate sulle colline spuntano come i funghi. Sembra di essere in una fiction di rai 2, tipo Cobra 11. Sentore confermato da un brutto incidente, in autostrada, nella nostra corsia. La tragedia che irrompe nella monotonia del freddo grigiore.
L’Austria non ci piace.
Entrando in Cechia si sente già più odore di unione sovietica. Trattori, mietitrebbia, campi di grano. Ci perdiamo sulle colline intorno al castello, un vecchio comunista con birra in mano (ore 3 del pomeriggio) ci mette in guardia sulla pericolosità delle taniche sul nostro tetto mimando esplosioni: “booom, booooomâ€� “bommbaâ€�. Sorridendo, forse perché le esplosioni gli ricordano nostalgicamente l’infanzia? Difatti ci spiega che queste cose lui le lanciava sulla Polonia, da giovane.

Questa scenetta da vecchia mitteleuropa cozza un po’ con le signorine in minigonna che ogni tanto passano vicino alla macchina. L’impressione è che vecchie e nuove generazioni vivano, negli stessi luoghi, ma in mondi diversi.

Praga, Mongol Rally Party

Praga, Mongol Rally Party

L’arrivo alla festa è d’impatto. Non siamo gli unici 3 cretini intenzionati ad andare fino in fondo. Strani personaggi in smoking che bevono pils da uno stivale 1:1 di vetro. Tennisti che ballano. Un birrificio ceco che come mossa di marketing ha fatto un team e regala birra a tutti. Tante ambulanze, uno scuola bus e un paio di camion dei pompieri.
Contemporaneamente si aggirano persone con un profilo più basso, serie, con vestiti non sgargianti e con molto tasche. Viene voglia di fargli qualche domanda. Sicuramente più che ai tennisti che ballano.
La registrazione consiste nella consegna di 3 adesivi, 3 magliette, e un depliant con un po’ di info utili. E l’organizzazione così ti dice: “ciao ciao, ci vediamo a ulan bâ€�.
La festa prosegue. Io cado sotto i colpi della bekerovka, 40° di liquore locale sapor cannella che non bevevo da una gita scolastica a Praga.
Alla fine l’opinione sulla festa è un po’ cambiata. Gran parte dei presagi sono stati clamorosamente confermati. Ma comunque ci siamo sentiti parte di qualcosa, ci siamo sentiti a casa. Anche se la dignità di molte di queste persone ieri risultava non pervenuta, pensiamo che portare un ambulanza in mongolia sia una bella cosa. E procurarsi ad esempio un camion dei pompieri, lungo 20 metri, e guidarlo fino alla mongolia (quasi metà viaggio in sterrato), non è esattamente da tutti. Se quel camion arriva intero, non importa quanti litri di birra ha contenuto in questo mese, ma in mongolia spegnerà degli incedi! Si, beh, in mongolia non ci sono alberi.. potevo continuare sull’esempio dell’ambulanza. Va beh…

Ora siamo in Ungheria, si sentono i balcani, il panorama offre industrie e campi di grano sterminati, forse ex lottizzazioni sovietiche. Nella strada verso Budapest costeggiamo il confine slovacco. Gyor, bella cittadina di 120’000 anime, con il centro curato e pieno di banche e la periferia con i blocks sovietici grigi e sporchi.
Domani attraversiamo l’Ungheria, e si entra in Serbia.

Federico Maccagni, 27  Luglio Tata (Ungheria)


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