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Corrispondenza di Marina Szikora per lo Speciale di Passaggio a Sud Est andato in onda a Radio Radicale mercoledì 13 ottobre
Washington segue con molta attenzione la situazione plitica in BiH dopo le elezioni del 3 ottobre e anche se non intende interferire direttamente sugli accordi relativi alla coalizione postelettorale, rimarra’ ferma nella sua posizione di difendere l’integrita’ e la sovranita’ della BiH, ha scritto ‘Dnevni avaz’ in vista dell’arrivo di Hillary Clinton a Sarajevo. Secondo le informazioni della stampa bosniaca, gli Stati Uniti sarebbero preoccupati a causa della possibilita’ di un blocco a lungo termine nella formazione del nuovo governo a livello statale il che potrebbe essere una specie di introduzione nell’ulteriore destabilizzazione del Paese e un approfondimento degli attuali gravi problemi. Preoccupante in generale e’ la situazione in cui proseguno le dichiarazioni e l’orientamento politico del riconfermato premier della RS, Milorad Dodik sempre nella luce dell’annunciato referendum sulla secessione e il costante mettere in dubbio il futuro della BiH come stato unito, che secondo Washington non e’ piu’ soltanto una retorica di campagna elettorale. Un ulteriore motivo di preoccupazione sarebbe l’annuncio di una alleanza aperta tra Dodik e il presidente dell’HDZ BiH, Dragan Covic, un’altro dei politici vincenti di queste elezioni. Secondo ‘Dnevni avaz’ gli Stati Uniti comprendono le ragioni per cui i croati della BiH sarebbero insoddisfatti dell’elezioni nella Presidenza tripartita della BiH del candidato (Zeljko Komsic) che non ritengono essere loro rappresentante e sono dell’opinione che vi e’ la necessita’ di cambiare una tale situazione. Ma non vorrebbero vedere altrettanto una nuova situazione in cui Dodik e Covic congiuntamente, pero’ guidati da ben diversi motivi, ostacolano la formazione del governo statale.
«Gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare l'integrazione euroatlantica della BiH ma e' un fatto ben chiaro che gli obblighi che stanno davanti al Paese devono essere soddisfatti». Questo il messaggio centrale di Hillary Clinton durante il suo incontro con i vertici della BiH, con la presidenza uscente composta da Haris Silajdzic, Nebojsa Radmanovic e Zeljko Komisic della quale gli ultimi due sono stati riconfermati alle recentissime elezioni. Hillary Clinton ha ribatido la necessita' delle indispensabili riforme, in particolare la soluzione della questione del patrimonio in BiH che e' la precondizione per una piena adesione del Paese alla Nato. Le riforme costituzionali sono la responsabilita' dei politici locali e devono essere il risultato di un consenso interno. Secondo l'esponente serbo della Presidenza tripartita, Nebojsa Radmanovic, bisognerebbe sfruttare l'europottimismo sul territorio affinche' la BiH possa ottenere lo status di candidato all'adesione e poi successivamente risolvere all'interno del paese le questioni irrisolte. Radmanovic ha aggiunto che, secondo la sua opinione, l'operato dell'Alto rappresentante per la BiH (OHR) e' da tempo controproducente, non promette progresso e perfino la posizione della Commissione europea, ha detto, e' che la chiusura dell'OHR e' la condizione chiave per l'avanzamento della BiH verso l'Ue. L'esponente croato della Presidenza della BiH, uno dei vincitori in assoluto delle elezioni, Zeljko Komsic ritiene importante che il futuro governo trovi la forza e prenda un accordo sulle questioni chiave in BiH. La situazione in Paese non va trascurata – sottolinea Komsic - soprattutto sul piano economico e sociale e bisogna rispondere alle speranze della gente il che e' collegato con gli obiettivi della politica estera. L'attuale presidente uscente della Presidenza tripartita, il rappresentante bosgnacco, Haris Silajdzic e' dell'opinione che la BiH merita particolare attenzione degli Stati Uniti poiche' rappresenta un modello unico di pluralismo che va protetto e affermato. Silajdzic ha detto che i cittadini sono desiderosi di pace, sicurezza e prosperita' e che l'integrazione della BiH nella Nato e nell'Ue e' un passo cruciale nella realizzazione di questi obiettivi.
Soltanto i popoli ed i leader della BiH possono far si' che il Paese realizzi il suo futuro europeo ed euroatlantico, ha sottolineato invece Hillary Clinton. «Per questo occorre un lavoro e una leadership diligente nonche' la volonta' di raggiungere un compromesso e la fermezza di attuare le difficili riforme» ha avvertito il segretario di stato americano. I cittadini devono riggettare le false promesse ed i programmi nazionalistici che servono solo a se stessi mentre un futuro di stabilita' e prosperita' non e' realizzabile riaccendendo vecchie ostilita'. Alla sua prima tappa del mini tour nei Balcani, Hillary Clinton ha sottolineato che il sostegno ai Balcani e' una pietra miliare della politica estera degli Stati Uniti, rilevando anche che l'America crede nel futuro della BiH. Rivolgendosi agli studenti e ai rappresentanti della societa' civile a Sarajevo, il segretario di stato americano ha ricordato che il funzionamento e l'efficacia del potere devono essere stabiliti con un consenso all'interno dello Stato e che questo obiettivo non e' realizzabile da forze esterne. Ha ribadito che gli Stati Uniti non appoggiano la secessione o qualsiasi minaccia di secessione in BiH e che solo una BiH unita puo' avere un futuro brillante. Il messaggio sia a Sarajevo, che a Belgrado come anche a Pristina e' quello di un rafforzamento delle istituzioni democratiche e della pace tra i vicini nonche' la creazione di condizioni per il progresso politico, economico e sociale permanente.
Per il controverso premier della RS, Milorad Dodik, la visita e i messaggi del segretario di stato americano, e' come afferma, una situazione nuova. Per il leader dei serbi bosniaci «la chiusura dell'OHR e' una delle questioni democratiche piu' importanti che bisogna realizzare perche' darebbe nuovo impulso all' accordo in BiH». Per questo motivo, nel corso di un breve incontro con Hillary Clinton in occasione dell'apertura del nuovo edificio dell'ambasciata statunitense a Sarajevo, Dodik ha chiesto a Washington di aiutare il rilassamento della situazione in BiH con la chiusura dell'OHR perche' – ha affermato Dodik – questo organo rappresenta un fattore destruttivo per ogni tipo di dialogo.
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