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Histoire #5. Un Re. Ma, prima di tutto, un Uomo

Creato il 08 luglio 2011 da Stezizzi

Riporto la recensione di Daniela Zizzi scritta per Mymovies sul film “Il discorso del Re“. Un lungometraggio ancora nella mia lunga lista di film da vedere e di cui questo articolo mi farà da promemoria.

“Chi lo dice che non ci sono più gli attori di una volta ? Forse nessuno … o forse qualcuno lo pensa soltanto. Ma Colin Firth è uno di quelli che dimostrano alla folla che reggere ruoli cosi delicati e importanti forse non è facile, ma nemmeno impossibile. Degna di nota la sua interpretazione, altrettanto lodevole quella di Geoffrey Rush, o dovrei chiamarlo Capitan Barbossa? Si, perchè il nostro Lionel Logue, colui che ha permesso al grande Re d’Inghilterra di non balbettare durante i suoi discorsi alla patria, è lo stesso attore che abbiamo seguito fervidamente negli ultimi capitoli dei “Pirati” e che si è distinto per il suo piglio teatrale e molto english nell’immedesimazione . Alla Hopkins insomma . La trama è molto semplice , anche se piena di possibili ostacoli storici nello svolgimento (basti sapere che è la vera storia del papà della regina Elisabetta II), superati alla perfezione con elogio della stessa regina. I personaggi sono ben delineati nella loro psicologia, tutto fa presupporre che il “ difetto ” del Re verrà guarito, ma fino alla fine del film non sapremo mai il motivo fondamentale che lo ha scatenato . Benchè lasci abbastanza basiti l’idea di una tata che rende un bambino denutrito per dare piu importanza al fratello. Il personaggio del Re dà forma al riscatto sociale che nella vita chiunque può riuscire ad ottenere. Una persona che si sente debole , non all’altezza, che prende il posto di un fratello ribelle e poco portato a seguire i propri doveri, con un problema che lo fa sentire arrabbiato e nel contempo inferiore al resto della famiglia, ma che riesce nonostante tutto a superare i propri limiti e a far ascoltare la sua voce al Popolo. Le scene commoventi, soprattutto quella finale con Lionel fiero del suo amico paziente, si alternano a scene del tutto fuori dagli schemi; come la terpia stessa del resto, in cui un uomo virile e di grande potenza sociale , per riuscire a parlare fluentemente, dovrà canticchiare, saltellare e ripetere volgarità ad ogni parola che lo blocca . Esilarante e nello stesso tempo stravagante , una situazione che lascia perplessi. Forse bisognerebbe tenere sempre in conto che per quanto “importanti” siano gli incarichi , siamo pur sempre semplici uomini. Direi addirittura proverbiale e attuale il momento in cui il quasi Re accusa il suo Dottore di non poterlo ritenere tale poichè privo di veri titoli, mentre quest’ultimo risponde mettendo sul piatto della bilancia la sua passione e la sua esperienza, nonchè tutte le sue “vittorie professionali”.

Daniela Zizzi

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