Hitoritabi: in viaggio da sola

Creato il 03 ottobre 2014 da Automaticjoy
Seduta in un localino delizioso a Shimokita, sorseggiando il più buon Cassis Orange di sempre, mi appunto sull’agenda le impressioni di questo viaggio che sta per concludersi. Hitoritabi 一人旅, viaggio in solitaria, per la prima volta in vita mia.

Dopo aver scritto della tristezza di andare in giro da soli quando non c’è alternativa ho avuto una folgorazione e mi sono detta “Sai cosa? Io ora mi prenoto un bus notturno e la smetto di stare in casa a piagnucolare, che la possibilità di girare il Giappone ora ce l’ho, ma poi chissà”. Tempo due giorni, zaino in spalla e le mie prime scarpe da trekking ai piedi ero in partenza, direzione Tokyo.

Sì, è proprio lei


Nella capitale, però, volevo restare il meno possibile. Le città affollate, camminare sull’asfalto tra le macchine e mille rumori, non va bene quando ci si sente soli. In Tokyo Orizzontale, Laura scriveva della sensazione di contatto umano che una delle sue protagoniste provava nella metro, pressata contro altri corpi, ma per me è solo straniante. Arrivata nella metropoli, il mio solo pensiero era Via da qui, subito.
 

Yokohama, Minato Mirai 21


Volevo visitare Yokohama (che però non ho amato molto), ma soprattutto stare in mezzo alla natura – che ho trovato sul Monte Takao e a Nikko –, camminare fino a essere sfinita, ascoltare i miei pensieri, essere sola in modo positivo. Poi la bellezza, contro le brutture dei palazzoni e del cemento, fa bene al cuore. Anche quando è talmente tanta da ferire, anche quando non poterla condividere fa male, è sempre una cura.

Tokyo ai miei piedi


Questi cinque giorni scarsi sono sembrati lunghissimi. A volte sono stata presa dallo sconforto, a volte la voglia di parlare con qualcuno era così tanta che ho attaccato bottone con degli sconosciuti, e con l'avvicinarsi del ritorno il mio letto mi sembra un miraggio meraviglioso. In fin dei conti, però, sono felice di essere partita.

Bakejizo, Nikko


Sono riuscita a orientarmi da sola, non senza qualche difficoltà, e per me non è cosa da nulla. Ho vinto la timidezza e passato delle serate piacevoli in compagnia di persone interessanti, e tra una chiacchiera e l’altra ho intuito il fascino della vita da backpacker. Non fa per me, ma è bello sentire tante esperienze, raccontare le proprie, ricevere forse per la prima volta complimenti sinceri per il mio giapponese. Si può imparare tanto anche dagli incontri casuali, intravedere delle possibilità per il futuro, valutare scelte che non si erano mai prese in considerazione. Io davvero non avevo idea che una manciata di giorni diversi dal solito potessero avere un’eco così forte.

Lago Chuzenji, Nikko


Prossimamente arriverà il diario di viaggio giorno per giorno, comprensivo di informazioni pratiche sulle mie mete.
P.s. Da ora in poi tradurrò alcuni dei post anche in inglese, soprattutto quelli sui viaggi. Ho già pronti alcuni dei vecchi articoli sulla Kyoto nascosta, scuserete i doppioni, ma magari possono essere utili anche a chi non legga l’italiano. E poi ho tanti amici che non conoscono la nostra lingua, e non userebbero Google translate nemmeno sotto tortura. :)

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