Magazine Cucina

Ho appena finito di leggere…

Da Dolcipensieri

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(immagine presa dal web)

OLIVE COMPRESE – ANDREA VITALI

Simpaticissimo come sempre, irriverente nei racconti di paese… è un po’ come un viverci dentro ai suoi romanzi perchè parla della gente dei miei luoghi. E molte volte il sorriso che aleggia sulle mie labbra è dettato dal fatto che sembrano le stesse situazioni che ho vissuto… gente di paese che si conosce tutta, vicini di casa che sono anche un po’ parte di te, e anche se i suoi romanzi sono ambientati in anni precedenti, la vita che ci racconta è ancora presente nella vita di tutti i giorni qui in Brianza e su per il Lago. Olive Comprese è un susseguirsi di personaggi a volte un po’ strampalati e le vicende che vi girano intorno sono divertenti creando un bel quadretto di vita borghese. In questo romanzo i protagonisti principali sono quattro ragazzi diversissimi fra di loro ma d’accordissimo nel creare scompiglio alla vita di tutti i giorni in quel di Bellano. Sempre sotto controllo del maresciallo dei carabinieri del paese, un certo Ernesto Maccadò, i ragazzi riusciranno anche a dare filo da torcere alle proprie famiglie dando il triste compito di informare i propri cari delle loro marachelle proprio al caro e tutto d’un pezzo maresciallo alle prese con la moglie nel procreare figli fin quando non arriva la femminuccia. Ma come in tutte le famiglie non vi sono solo mele marce: Filzina, sorella di Ludovico uno dei quattro ragazzacci, è una bravassima ragazza, lavoratrice sempre pronta a darsi da fare e in casa perfetta figlia fino a quando non decide di fidanzarsi e poi convolare a nozze proprio con uno dei migliori amici del fratello, ossia uno della banda sempre pronta a creare scompliglio. Protagonisti presenti nel romanzo oltre alle famiglie dei “cattivi ragazzi”, ci sono il prevosto che si vedrà invece alle prese con una strana morte, il podestà con una moglie un po’ matta e strana convinta nella rincarnazione della sorella in una altrattanto strana donna del paese – l’Eufrasia in grado di leggere il destino dei propri clienti nelle carte e nei fondi del caffè – che riuscirà ad entrare nella famiglia del podestà divenendone parte integrante. Ma sarà l’avvelenamento dei piccioni del Crociati che creerà il più grande scompliglio in paese: una donnina ci lascerà le “penne” gustandosi il volatile… avvelenato. Il personaggio più irriverente è sicuramente l’Uselànda che già il soprannome l’ha racconta tutta, nient’altro che la donnaccia di paese e sarà proprio lei la donna più ricercata dal fratello di Filzina perchè solo lei può rivelare la soluzione dei pettegolezzi fisici del suo fidanzato. Non manca poi l’accenno storico legato a Mussolini che sul lago ci visse, il periodo storico in cui conquistò il suolo africano. Non mancano la famosa “breva” del lago, cioè l’arietta fresca e frizzolina che si alza dal lago appunto e la neve gelida che imbianca i monti della Valsassina regalandoci bellissimi scorci di vita del lago, un lago che affascinava e che tutt’ora affascina incastonato in monti e valli. Anche in questo romanzo Vitali riesce a catturare l’attenzione del lettore stuzzicandone l’immaginazione creando drammi e beffe famigliari, segreti che tali dovrebbero rimanere ma che la gente fa trapelare, amori strani e controversi arrivando anche a Roma grazie al viaggio di nozze di Filzina e alla nuova vita del fratello che fu allontanato dai genitori per fargli intraprendere una vita più seriosa e non fatta di scorribande e ubriacature di paese, ottenendo l’appoggio, il vitto e l’alloggio in casa del vecchio fidanzato della mamma Vittoria che a Roma è riuscito a farsi una posizione nel campo dell’orificeria. Romanzo bello, una commedia teatrale scritta, Andrea Vitali riesce ad essere anche questa volta ironico, introduce il lettore pagina dopo pagina nella vita del paese e dei suoi istrionici personaggi dando vita ad un romanzo popolare con stralci di storia reale che ti riporta agli anni del fascismo vissuto dalla borghesia. Il linguaggio a volte quasi dialettale con i nomi e i soprannomi ricreano un’atmosfera di sapori e storie antiche, le stesse che le mie nonne e zie mi hanno e tutt’ora mi raccontano… non perdetevelo: Vitali è un gran narratore, genuino!!!

la signora Vittoria invece era in cucina. Nonostante lo sconforto e le lacrime che di tanto in tanto le rigavano il viso, stava cuocendo un arrostino col quale imbandire una cena per Filzina… Il profumo niente male dell’arrosto s’era insinuato, dalla cucina, nel corridoio e da lì aveva invaso le altre stanze. Andrea Vitali – Olive comprese pag. 158

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L’INCONFONDIBILE TRISTEZZA DELLA TORTA AL LIMONE – AIMEE BENDER

Vincitrice del mio contest “Un libro mi fa compagnia in cucina”, questo libro mi è stato presentato da Valentina del blog “Cucina e cantina”.

Un romanzo amaro, a volte ho avuto voglia di smettere la sua lettura, di abbandonarlo lì sul comodino, mi sembrava troppo deprimente, triste e lontano da me. Ma dall’altro canto mi ha incuriosito la particolarità che ha la sua protagonista che scopre proprio durante la sua giovinezza: Rose riesce a capire, gustando il cibo, i sentimenti di coloro che lo cucinano. Rose è una bambina di nove anni e per il suo compleanno, la mamma decide di prepararle una torta al limone: una donna- la madre - eclettica, strana, indaffarata in mille arti, iperattiva ma molto affettuosa. Sarà proprio quella torta al limone, all’apparenza così piena d’amore, a rivelare un sapore vuoto che Rose non saprà spiegarsi, lo stesso sapore del pollo cucinato dalla madre quella sera a cena. Da questo episodio, Rose inizierà così la sua avventura culinaria che la porterà a scommettere con il fratello e il suo miglior amico George, le diversità che il cibo le consiglia fino al punto poi di spingerla a lavorare in un ristorante. Strane storie si allinieranno a tantissimi altri diversi stati d’animo tutti raccolti nel cibo scoprendo realtà sempre più complesse sulle persone che la circondano. Le cene e i pranzi in famiglia faranno capire a Rose le inquititudini della propria madre divisa fra l’affetto e devozione al marito e la passione dell’amante nonchè suo nuovo titolare, la distrazione del padre eterno uomo d’affari della city londinese, abitudinario e poco reattivo alle disgrazie famigliari piccole o grandi che siano. La storia di questa famiglia vista dagli occhi di Rose, porta il lettore a pagine tristi in cui si racconta della malattia sconosciuta del fratello un genio incompreso, pagine agrodolci in cui si racconta la vita di una ragazzina in piena adolescenza fino a divenire una donna pronta a sacrificarsi per non abbandonare la propria famiglia caduta in disgrazia per la misteriosa scomparsa del fratello. Ma sarà proprio questa virtù che legherà ancor di più Rose al padre il quale le racconterà che in famiglia non è l’unica ad avere tale predisposizine. Rose inizierà anche a conoscere le prime cotte, le prime delusioni d’amicizia ma capirà ciò che vorrà fare della sua vita, una vita tutta legata al cibo riuscendo ad essere assunta nel suo ristorante preferito regalandosi la propria, per ora, felicità. Un romanzo triste, intriso di problemi, diviso fra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, un romanzo in cui si conosce la doppia reltà che ogni persona può avere nella vita. Un libro pieno di sfide che la vita quotidiana ci può riservare… anche se continuo a dire che ho trovato il libro triste, ve lo consiglio perchè vi fa riflettere su come le persone accanto a noi possono mascherare le proprie insicurezze e debolezze e ti fa capire come una piccola variazione possa essere fonte di cambiamenti…

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AMORE ZUCCHERO E CANNELLA – AMY BRATLEY

Juliet è una giovane donna alle prese con la prima casa dei suoi sogni tutta da dividere con il suo fidanzato Simon; è pronta a dividersi fra lavoro e casa, per lui vuole cucinare e riempire la casa di piante e fiori. Ma purtroppo proprio la prima sera in cui si trasferiscono fra scatoloni ancora tutti da aprire e riordinare, Juliet scopre il tradimento di Simon proprio con la sua ex coninquilina, una stangona bionda, alta e molto appariscente. E’ così la casa dei suoi sogni si tramuta nella sua gabbia dove piangere tutta la sua solitudine e disperazione ricordando la sua alquanto strana infanzia legata all’amata nonna Violet, morta un anno prima, e nei suoi manuali anni ’60 dedicati alla casalinga perfetta. Mentre durante un pomeriggio di lacrime e depressione, nello sfogliare i manuali vecchie della nonna, Juliet trova consigli e appunti, che le danno conforto e mettendosi all’opera crea dei favolosi grambiuli che faranno furore nella cerchia delle sue amicizie. Ma sempre nei manuali della nonna, scopre una lettera della madre – con cui ha ben pochi contatti – che rivela una fredda verità: Juliet ha una sorella in qualche posto nel mondo e appena la madre fa ritorno da lei, cerca di capire tutta la verità sulla sorellastra. Inoltre Juliet grazie ad un nuovo amore Dylan, scoprirà che la morte del padre non fu causa sua bensì i rimorsi di una vita solitaria senza l’amore della sua vita, troppo presa a girovagare per il mondo. Una perfetta storia di amore, amicizia e relazioni tutta in perfetta sintonia con gli anni duemila: amore, tradimenti, storie legate solo per fittizi motivi… insomma una storia moderna! Unica nota dolente, il continuo affondare le proprie preoccupazioni e delusioni nell’alcool. Non credo sia molto elegante indicare questa via d’uscita essendo un romanzo leggero e quindi sicuramente ideale alla lettura di giovani ragazze… la lettura è semplice, trama non proprio originale, una discreta commedia d’amore.

…”Ci sono” dissi cercando una ricetta dal libro. “Farò dei tartufi al cioccolato. Poi ce li mangiamo guardando il dvd di Chocolat, e così ci dimentichiamo di tutto. Che te ne pare?” Amy Bratley – Amore zucchero e cannela pag. 256 (proprio qui trovate la ricetta per i tartufi, quelli linkati sopra sono una mia versione di qualche tempo fa)



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