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Fatto sta che l'ho fatto e sul menù del mio televisorino personale (stiamo parlando di un viaggio aereo, perché a volte gli IFO sono meglio degli UFO) ho scelto The Avengers. Ora, a me non dispiacciono i fumetti e trovo che siano un'espressione creativa degna di tutta la considerazione e il rispetto dovute a un'attività intellettuale vera. E non parto prevenuto nemmeno rispetto agli eroi in calzamaglia targati Marvel o DC Comics. Insomma, sebbene non sia più un bambino, riesco senza grossa difficoltà ad appendere la mia incredulità al pomolo di una nuvola e a farmi sedurre, o anche solo menare per il naso, per una piccola parentesi di (puro) intrattenimento. Mica sono un intellettuale di quelli duri e puri, col papillon storto e la puzzetta sotto il naso. Ma con The Avengers no.
The Avengers è uno dei film più brutti che mi sia mai capitato di vedere. No, non brutto, Orrendo. Drammaticamente insulso e drammaturgicamente idiota. Un concentrato di stupidità e luoghi comuni e mancanza di qualsiasi verve tematica capace di restituire alla pellicola una microparvenza di dignità cinematografica (niente trama, niente personaggi, solo una scusa dietro l'altra per botte speciali ed effetti da orbi dall'inizio alla fine). Ora va anche detto che questo non sarebbe di per sé grave, tranne per la perdita di (prezioso) tempo marziano, se non fosse che The Avengers è uno dei film di maggior successo della stagione. E questo, se magari non aggiunge granché di significativo all'ontologia del cinema che, in quanto tale, punta (sempre) a riempirsi più che può il sacco di bigliettoni, dice invece molto sugli spettatori che l'hanno apprezzato, ovvero su ciò che gli spettatori (e i critici) apprezzano o sono stati abituati, nel corso di questi anni, sempre più ad apprezzare, ovvero - ancora - su ciò che nel corso di questi anni gli spettatori (e i critici) sono stati abituati a non disprezzare.
A mia (molto parziale) consolazione, va detto che perlomeno non ho pagato.
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