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Ho conosciuto una martire /Giuseppe Inverardi (IMC) / Spazio Spiritualità

Creato il 28 marzo 2015 da Marianna06

 

Leonella3

 

Il suo nome: Sr. Leonella Sgarbati.  Una suora missionaria della Consolata.  La conobbi in Kenya quando lavorava negli ospedali di Nkubu, Nazareth, Mathari, Wamba.  Era un’ infermiera e ostetrica molto professionale e stimata. 

Fu per sei anni superiora regionale in Kenya.

Pittosto corpulenta, sempre frettolosa, gioiosa e sorridente. 

Francamente non sospettavo della sua ricchezza spirituale, che ora traspare dai suoi scritti, diario e lettere. 

Nel 2006, durante un periodo sabatico, fu molto colpita dall’amore incommensurabile di Gesu’ nell’Eucaristia. 

Da allora si propose di vivere la sua vita missionaria come dono totale agli altri. 

Se necessario, scrisse, fino al sacrificio della vita.

L’occasione di tale dono nel martirio venne.

Da circa 20 anni le Suore Missionarie della Consolata – l’unica comunita’ religiosa in tutta la Somalia – vivevano una quotidiana condizione di martirio. 

Dovevano essere sempre scortate dalla casa al villaggio S.O.S., e al ritorno, anche se il tragitto e’ molto breve. 

Pallottole piu’ volte colpirono la loro casa, giorno e notte. 

Provvidenziali mani angeliche sviavano la traiettoria e proibivano che colpissero le suore.  Numerosi i miracoli! 

Con semplicita’ sono narrati dalle suore del ‘martirio quotidiano.’

Terminato il suo mandato come superiora regionale in Kenya Sr. Leonella si rese disponibile per Mogadiscio, pur conoscendo tutti i rischi, come insegnante alle infermiere e ostetriche. 

Professioni grandemente necesssarie in un paese che da decenni vive solo di precarieta’ e drammi, di divisione e guerre.  

Il suo carattere gioioso, la sua preparazione e professionalita’, la sua metodologia e simpatia per la gente, presto le attirarono l’ammirazione e l’affetto delle studentesse, tutte musulmane. 

Ma nella sua cecita’ il fondamentalismo religioso non guarda in faccia a niente e a nessuno.  Neppure al bene di un popolo stremato da ogni necessita’. 

Cosi’, il 16 settembre – memoria del martire Cipriano – spararono a Sr. Leonella.  Non mori’ immediatamente. 

Adagiata sul suo letto, ormai una croce, ripete’ tre volte: perdono, perdono, perdono

Perfetta discepola del Cristo che supplica il Padre perche’ perdoni i suoi crocifissori, non sapendo quello che fanno.

Per-dono!  Cioe’, la mia vita dono sacrificale per gli altri. 

Non c’e’ amore piu’ grande, dice il Signore. 

L’immolazione finale suggella e impreziosisce tutto il bene e l’amore seminato in vita. 

Quanto!

Sr. Leonella!  Nella mia miopia mai pensai che fosse una santa.  La causa di Beatificazione e’ stata iniziata. 

Indubbiamente attingera’ risultato favorevole: beata e poi santa. 

L’approvazione e’ gia’ sigillata con il timbro del suo sangue. 

Volesse Dio che il suo sangue, e quello di molti altri perseguitati per la loro fede, sia di riconciliazione e pace in questi tempi travagliati, e segnati da irrazionale violenza anche religiosa. 

Piu’ irrazionale ancora perche’ le uccisioni sono in nome di Dio. 

Che obbrobrio!

 Tuttavia il sangue innocente versato e’ seme, e’ speranza, e’ vita.

   P. Giuseppe Inverardi (IMC)

 


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