Dallo scoglio ho osservato gente che non si conosce, che crede di conoscersi e poi finisce per scoprirsi solo attraverso l’altro. È quello che accade nel momento in cui hai lo sguardo perso nel vuoto e chi ti guarda si preoccupa per quello sguardo, non gli piace. A Daniela è successo, era in treno e la persona seduta davanti a lei glielo fece notare. L’uomo poteva avere l’età di suo padre, il tono della voce con cui le parlò lo stesso, ricordavano quello che avrebbe avuto lui. Eppure, il suo non avrebbe mai fatto caso davvero a quello sguardo, non se ne sarebbe mai preoccupato. Era questa considerazione a colpirla di più, a svegliarla e farla render conto che era qualcosa che le mancava: quella cura, attenzione di chi ti ama a prescindere. Da allora, Daniela mi ha confidato che ha pensato molto a questo, a quella convinzione che si ha che chi ti ama come un genitore ti conosca, sappia accorgersi della tua gioia o infelicità. Una convinzione che è andata sradicandosi con il tempo. Con il tempo la persona che si accorgeva di ciò che anche lei ignorava l’aveva incontrata in estranei conosciuti per caso, forse. In quell’amica con cui non parlava neanche la stessa lingua ma sentiva come una sorella. In quell’amico con la A che c’era sempre nonostante la distanza, nonostante il tempo che passava. Proprio lei, che poco aveva creduto all’amicizia, figuriamoci a quella tra uomo e donna. Eppure, l’amicizia l’aveva salvata tante volte. E il ricordo di promesse fatte ad un amico le aveva dato la forza per non sentire la mancanza, la mancanza di se stessa, di quella che loro avevano fatto emergere. Ma a volte non bastava. A volte non c’era nessuno a dirle di distogliere lo sguardo dal vuoto, a dirle di guardarsi allo specchio è decidere chi essere. A volte non bastava dirselo da sola. Daniela è passata oggi da me sullo scoglio, ha osservato l’orizzonte e ha chiacchierato tanto, ha riso come piace a me vederla fare. Perché sono una di quelle persone che la guarda con cura, che sa chi è e glielo ricordo, che sa anche quello che lei percepisce ma ancora non vede. Qui sul mio scoglio dice che sta bene, in effetti me ne rendo conto. Dice che si sente a posto, non so cosa significhi veramente ma non importa. Dice che da qui non ha voglia di scappare, anzi è un posto non suo che la avvicina a se stessa. Daniela cerca il mio sguardo, la mia voce e vuole solo sentirsi come si sente qui tra le onde che si alzano sotto il barlume della luna.
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