Ho la voce

Da Francesca Passarelli @QualsivogliaB


14 Settembre 2015

La mattinata era stupenda, limpida da nuvole, il cielo era colore carta da zucchero; rimango con il naso all'insù per un po' di tempo poi rientro in cucina e inizio a prepararmi la colazione. "Penso che sia una buona giornata per correre"  finisco una colazione non troppo abbondante per rimanere leggere durante l'allenamento e mi preparo. Scarpe, musica, acqua: sono pronta. Esco di casa e la musica parte insieme al timer, i miei 30 minuti di corsa mattutini sono iniziati.
Percorro un po' di metri e mi accorgo che il cielo inizia a scurirsi. Rallento un po' sgomenta per la rapidità con la quale il tempo è cambiato. Aggrotto la fronte ma continuo a correre, mi mancano ancora 10 minuti.
All'improvviso le nuvole si fanno sempre più gonfie, un tuono risveglia la campagna e gli uccellini sugli alberi iniziano a scappare.
"Ma che cavolo!" rallento di colpo e mi fermo vicino una cascina pronta a ripararmi in caso di pioggia.
Dopo un po' mi accorgo che non è la pioggia a preoccuparmi bensì i fulmini che cadono tutti nello stesso punto, 10 fulmini in meno di 10 minuti nello stesso punto. All'improvviso vedo che la terra della campagna inizia muoversi crepandosi, e dall'oscurità emerge una strana creatura di metallo con tentacoli anch'essi di metallo. Inizio ad urlare...ma la voce non esce ! Provo a chiamare aiuto ma la gola non emette aria. Nessuno mi sente, sono sola nel nulla. Mi sforzo come meglio posso di emettere anche un solo piccolo acuto ma scopro di essere diventata completamente muta. Il terrore ormai si è impadronito dei miei muscoli, impietrita vedo dirigersi il mostro verso di me e... mi sveglio.
"Mai più ristorante cinese e il film La guerra dei mondi la stessa sera. Mai più!"
Contenta di aver scoperto di aver fatto un incubo mi alzo e cerco come prima cosa di assicurarmi che la voce ci sia ancora. C'è.
Preparo la colazione e nel frattempo penso al numero 10 che si ripresentava nel sogno.
"Oggi me lo gioco!" poi dopo il caffè il cervello ha iniziato a carburare e ripenso "Ah i 10 minuti di oggi!"
Mentre mangio i biscotti di Banderas penso a cosa potrei fare e per quanto cerchi di concentrarmi, in mente ho solo l'immagine di me muta.
"Io voglio urlare" e così sia.
Finisco la colazione e cerco di insonorizzare alla meglio la stanza. Prendo il timer e vedo "quanti urli", quanti acuti, riesco a fare per dieci minuti. Vi può sembrare strano ma io in vita mia non ho mai urlato, non so che tipo di voce ho, non ho mai provato quella libertà che si prova alzando il tono della voce. Ovviamente non urlerò contro qualcuno, l'atto di urlare non è negativo di per sé dipende sempre da che indirizzo gli diamo, se serve a scaricare la tensione può farci solo bene. Serve a capire se abbiamo una voce e fin dove può arrivare, io ancora non lo so, sono sempre stata la persona muta del sogno. Perfino ai concerti, ritornavo senza voce solo perché grattavo la gola sforzandomi, ma se io dovessi urlare non mi sentirebbe nessuno, il tono è molto basso, anzi più cerco di urlare e più la voce non esce.
10:00
Come immaginavo, anche se sono da sola a casa, anche se l'incubo è finito, io non riesco ad emettere alcun suono.
9:00
Riempio i polmoni e ci riprovo... Un suono strozzato, timido, come se non avesse diritto di uscire, come se non importasse a nessuno, come se disturbasse. Piccoli acuti, sembro un cane che ha appena imparato ad abbaiare.
5:00
Non so cosa sia a bloccarmi o a strozzarmi, ma l'aria si rifiuta di uscire.
2:00
Poi mi concentro e provo ad immaginare la bellezza dell'atto, provo a non giudicarmi, provo a sciogliere il diaframma e a respirare, mi rilasso, respiro di nuovo trattengo e poi rilascio tutto così potentemente da stupire perfino me stessa. Dentro di me c'era un'altra Francesca che non vedeva l'ora di dire la sua. Mi sento libera.
0:00
Ho la voce.