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Ho letto...

Da Anima Di Carta
Come vi avevo accennato, da ora in poi vi tedierò anche parlandovi delle mie letture. Non proprio recensioni serie, ma solo qualche parere spassionato senza pretese.
Inizio con raccontarvi le mie letture del mese di agosto scorso...
Ho letto...Il vangelo secondo Biff – Amico d’infanzia di Gesù
di Christopher Moore
Trama
Tutti sanno come è nato e come è morto Gesù. La stella cometa, la mangiatoia, i Re Magi; e poi la passione, la crocifissione. Ma che cosa ha combinato dall'infanzia ai trent'anni? Su richiesta del Messia, a duemila anni dalla sua morte, un angelo fa resuscitare il suo migliore amico, Levi detto Biff, a cui spetta il compito di scrivere un nuovo Vangelo che racconti finalmente la vera storia di Gesù di Nazaret. 
E quella di Biff è un'epopea ricca di miracoli, viaggi, scoperte, per non parlare di demoni, morti viventi, kung fu, folli monaci tibetani e pupe da sballo. Forse nemmeno l'astuzia e la devozione del migliore amico riusciranno a risparmiare al Salvatore il suo tragico destino, ma Biff non permetterà che si sacrifichi e ascenda al cielo senza aver lottato per impedirlo!
Era parecchio che mi proponevo di leggere questo romanzo, avevo una certa aspettativa dovuta al fatto che altre opere di C. Moore mi erano piaciute parecchio, soprattutto Il ritorno del dio Coyote. 
Il Vangelo secondo Biff è la storia della vita di Gesù letta in una chiave umoristica e raccontata attraverso gli occhi di un immaginario amico d’infanzia. Lo spirito che pervade ogni pagina è soprattutto ironico e la storia copre un vasto arco di tempo, che va dall’infanzia di Gesù alla sua morte, con moltissimi episodi fantasiosi e surreali, e altri presi (e reinterpretati) dai Vangeli.
L’ho trovato un libro divertente e a tratti anche intenso, con un buon alternarsi di situazioni grottesche e leggere, e momenti più seri e perfino emozionanti.
Mi sento di dire che, nonostante il tono apertamente satirico e dissacrante, l’autore in definitiva raffigura sia il cristianesimo che le altre religioni (anch’esse parte integrante della trama) con rispetto e persino apprezzamento. In modo particolare la figura di Gesù, vista dagli occhi del personaggio-narratore Biff, è sempre tratteggiata con una certa grazia e umanità. Ed è soprattutto nel contrasto tra questi due personaggi che si sviluppa l’umorismo, accanto ad altri davvero memorabili, come l’Angelo Raziel che mi ha fatto davvero ridere di gusto.
Altri aspetti che ho apprezzato sono stati l’evidente sforzo fatto dall’autore di documentarsi, e l’intento di abbracciare con il suo racconto non solo le idee del cristianesimo ma anche quelle di altre religioni, manifestando una notevole apertura mentale.
Indubbiamente una storia simile costituiva una bella sfida e, a prescindere dalla fede che uno può o meno avere, leggendo tra le righe delle battute e del sarcasmo, Moore non mette mai in dubbio la divinità di Gesù.
In linea di massima resta un libro divertente, con una scrittura fluida e vivace.
Quello che decisamente non mi è piaciuto è stato il finale, che ovviamente non vi racconterò, ma che mi ha lasciato un po’ di amarezza.
In definitiva un romanzo che consiglio, ma non a chi si prende troppo sul serio o non sa scherzare con i santi...
Ho letto...Il gatto e il topo
di Christianna Brand
Trama
Katinka Jones, zitella londinese quasi trentenne, tiene una rubrica di posta del cuore su una rivista femminile. Incuriosita dalle lettere di una certa Amista che le scrive dal più profondo Galles per raccontarle la sua storia d'amore con un misterioso Carlyon, Katinka approfitta di una vacanza da quelle parti per andare a conoscere la giovane donna. Ma all'arrivo si trova immersa in un'atmosfera da incubo. Per raggiungere la dimora di Carlyon, situata in un luogo impervio e solitario, bisogna guadare il fiume che la separa dal villaggio e arrampicarsi su per una montagna. E poi c'è un fatto davvero inspiegabile: né il proprietario né i domestici hanno mai sentito nominare Amista. Eppure, nella casa, Katinka riconosce molti dei particolari descritti nelle lettere, compreso il bellissimo gatto siamese. Dunque, che fine ha fatto la sua appassionata corrispondente?
Quando mi sono ritrovata tra le mani questo vecchio romanzo scritto negli anni ‘50 ho pensato che “a naso” fosse un mistery poco impegnativo da leggere sotto l’ombrellone. In realtà si è rivelato parecchio deludente.
Gli ingredienti per un mistero accattivante ci sono tutti: l’atmosfera sinistra dell’ambientazione, l’incredulità delle persone che si trova ad affrontare la protagonista, gli interrogativi che nascono via via sui personaggi, l’investigazione improvvisata, i piccoli colpi di scena. Eppure, la trama sembra non decollare mai, manca una vera suspense e il colpevole è servito su un piatto d’argento nonostante l'autrice si sia data un gran da fare per confondere il lettore. I personaggi sono tratteggiati in modo superficiale, mi sono sembrati parecchio stereotipati e verso la fine troppo melodrammatici.
La scrittura, che vorrebbe essere spensierata e leggera, a tratti risente di un certo manierismo e probabilmente un po’ dell’età del romanzo. In definitiva, non lo consiglio.
Anima di carta

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