Con ferocia ho nidificato
dentro una casa piena di rughe
di rune ruscelli piccoli laghi
storie di navi che salpano
portandosi via un volto una voce
qualcuno in gennaio
che senza avvisarmi partiva
lontano lontano in quel dove
io annaspavo fluttuavo
e ancòra ondeggio mi lascio
predare ogni giorno ogni anno
degli anni dei giorni i ricordi
che stanno a mezz’aria a colori
acquarelli cortometraggi
dove la fine è l’inizio
e dove io torno bambina
appesa a una mano
che non è la sua.
Io cerco mia madre.
E vorrebbero portarmi via
dalle mie ragnatele dal buio
dove cammino sonnambula
sveglia. Ah, lasciate che ancòra
non salpi, lasciate qui l’àncora
dei miei cinque anni.