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“Ho odiato tutto ciò che eri, solo perché non poteva essere mio” di Carola Paolucci: Mia e le sue incertezze in amore

Creato il 10 marzo 2016 da Alessiamocci

“Ma io ero sempre un casino. Un casino totale, immenso, irreparabile. Un casino di nome Mia. Il suo casino, sempre e per sempre. La sua Mia, senza se e senza ma.”

“Ho odiato tutto ciò che eri solo perché non poteva essere mio” (Casa Editrice Kimerik, 2016) è il romanzo d’esordio della giovane e talentuosa Carola Paolucci, nata a Rieti il 2 febbraio 1999. Studentessa al quarto anno di liceo classico, si è sempre dedicata alla scrittura, vincendo anche premi prestigiosi. Pubblicare un romanzo a soli 17 anni è un sogno che si realizza; una grande impresa che in pochi sono in grado di realizzare.

La sua prosa è fluida e ampiamente descrittiva; istintiva al punto giusto da renderla credibile. Certo, il titolo è chilometrico e fossi stata lei avrei scelto qualcosa di più breve. Più d’impatto. Nel vasto mondo dell’editoria, è sempre meglio farsi ricordare facilmente, a causa di una concorrenza spietata che lascia poco spazio.

Tanto vale quindi essere incisivi, anche se si tratta di scelte. È un romanzo che segue il filone cosiddetto New Adult: in questo caso una storia sentimentale dedicata ai più giovani, che però non sono più bambini. Giovani uomini e giovani donne che si affacciano alla vita e provano ad orientarsi. Persone che hanno sofferto e che si sono chiuse a riccio. Dell’amore non ne vogliono più sapere, e quindi temporeggiano. Si lasciano e si riprendono, per paura di stare male, sebbene abbiano davanti la persona giusta.

La protagonista è Mia, studentessa al secondo anno di college, che vive in un campus americano assieme alle amiche Grace e Allie. Ripercorriamo insieme a Mia tutte le sensazioni vissute da giovani, compresa la paura di perdere la verginità con la persona sbagliata. Infatti Chuck, il ragazzo di cinque anni più grande col quale sta, la tradisce.

Attraverso descrizioni che tracciano nel particolare la quotidianità, impareremo a conoscere gli amici Chris e Sarah, sempre pronti ad intervenire in sua difesa, e soprattutto Jamie, il ragazzo che Mia conoscerà in seguito ad uno scontro fortuito e col quale intreccerà una nuova relazione. L’amore arriva in maniera inaspettata, ma l’autrice evidenzia la difficoltà di Mia nel riconoscerlo. Cercare in ogni modo di allontanarlo e negare quello che prova, saranno un tutt’uno.

Molti sono gli spunti riconoscibili in questo romanzo. Per esempio il personaggio di Travis Maddos, con la sua moto ed il carattere irascibile, di “Uno splendido disastro” di Jamie McGuire. L’espediente di avere un amico del cuore del sesso opposto, col quale tradire il partner è tipico di questo genere letterario; così come il darsi dei soprannomi – in questo caso “pequena” e “J”. E ancora, la corsa finale di Mia mi ha tanto ricordato Vic ne “Il tempo delle mele”, film cult degli anni Ottanta.

Al di là di questo, il romanzo di Carola Paolucci mi è piaciuto. Ho ammirato il coraggio nell’articolare una storia ricca di sentimenti contrastanti, per altro neppure troppo lineare e ambientata oltreoceano. L’originalità verrà col tempo, come per tutti gli scrittori. Intanto, la stoffa c’è. “Largo ai giovani”, sento di dire, “sempre e comunque”.

Written by Cristina Biolcati


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