Sono viva. No, volevo dirlo per tranquillizzare i pochi sparuti lettori del mio blog. Sono viva e vegeta, ma vegeto appunto in un limbo fatto di poche parole e molti pensieri.
Cosa dovrei dire, cosa potrei raccontare?
Quando mi prendono giorni così, la mia testa affollata di pensieri non riesce a trovare una direzione che la possa portare fuori dal labirinto.
Annaspo.
Affogo, forse.
O forse mi sento solo incompresa.
Dovrei essere più felice, nulla mi manca per esserlo. O almeno, ammetto di avere molto per cui essere felice, ma è come se me ne mancasse la volontà. Dovrei essere felice e spensierata, non mi posso proprio lamentare.
No.
Forse sarà l'autunno, non lo so.
Magari sarà la crisi o il buco nell'ozono.
Oppure la assoluta scansione del tempo che passa e che mi risuona in testa come una campana rotta. A gennaio saranno 36 e non ho fatto nulla di quello che avei voluto.
Sì, lo so. Saranno 36 3 non 63 ed anche nella seconda ipotesi tutto si può ancora fare.
Finché c'è vita, c'è speranza.
Certo, come no.
E se non ne avessi la capacità?
Se non fosse così che deve essere?
Magari domani sarò ottimista e prolissa.
Magari domani sarà un giorno pieno di luce e buone prospettive.
Ma oggi mi sento una macchina parcheggiata nella piazzola di sosta dell'autostrada in attesa del meccanico, che all'orizzonte proprio non appare.
Arriverà?