Ho qualcosa nell’occhio

Da Robertodragone

Ultimamente mi è capitato diverse volte che sentissi le lacrime pronte a sgorgare nel mentre (direi vedevo, ma sarebbe più giusto dire) vivevo una scena di un film. L’altro giorno ho visto Hachiko e, spiacente di deludervi, ma non stavo quasi per piangere. E allora che cazzo ve lo dico a fare che l’ho visto, non lo so. Ieri ho visto Amabili resti, film diretto da Peter Jackson, e quella sensazione di voler piangere l’avevo per praticamente tutta la visione. Se lo dovessi catalogare in un genere direi che “strappalacrime” va più che bene. Anche se, strappalacrime un paio di palle visto che me medesimo non ha pianto. Il rubinetto era aperto solo non c’era acqua. Che io sia troppo mascolino per poter manifestare una qualche forma di sentimento? Cazzate. Sono abbastanza sensibile da guardare un cucciolo di cane e dire: “Che carino!”. Roba da mammolette. Allora perché non ho pianto?

(C’è da aggiungere quanto io ami il cinema – tanto che, ancora, dopo ben ventitré anni spesi a guardare (o vivere, qual dir si voglia) ogni genere cinematografico, io nelle “classiche” scene in cui il buono va nella casa del cattivo per trovare indizi, quando questi è uscito, io urli ancora, quando il suddetto cattivo torna prima del previsto dalle sue commissioni nel negozio dietro l’angolo, “Scappa, santo dio! Scappa che è entrato in casa! Cosa cazzo fai, oddio!”)

Ci sono delle precise regole da seguire se si vuole piangere per un film. Prima regola, guardare il film adatto. Se si riesce a piangere per un film come Dead man walking potrei definire il vostro pianto come “incomprensibile ma giusto – almeno in alcune scene”; ma se scoppiereste a piangere per Apocalypse Now suppongo che dovreste andare in cura da uno bravo. Dei film adatti per piangere potrebbero essere Moulin Rouge!, Bambi, La vita è bella, Babe – Maialino coraggioso (si segnala anche il remake porno Baby – Una maialina oltraggiosa), oppure, se vi piacciono i film italiani, di quelli belli, reali, profondi, guardatevi un film a caso di Federico Moccia e piangerete di sicuro.

Regola seconda, dovete “entrare” nella pellicola. In che senso? Nel senso che dovete creare tutta un’atmosfera affinché possiate seguire il film (tutto, mi raccomando, e senza pause-pipì) con attenzione e immedesimazione. Potreste facilitare la lacrimuccia anche ricamando sopra la semplice scena. Non so, muore il padre e il figlio di sei anni continua a chiamarlo per mostrargli il suo nuovo disegno? Iniziate a pensare che il figlio non potrà più mostrare il disegno al padre, o che il figlio è troppo piccolo per capire la morte, e tutto il resto; oppure, potete pensare al vostro criceto morto quando eravate piccoli, e voi, nella vostra ignoranza, continuavate a tentare di attirare l’attenzione del piccolo Cricy per mostrargli il vostro disegno, raffigurante proprio Cricy che correva sulla sua ruota – tra l’altro, causa della sua morte, poiché era malato di cuore e voi, ignoranti bastardi, non lo sapevate.

Potreste anche usare dei trucchi per piangere, tipo picchiarvi i coglioni o sbattere l’alluce contro il comodino. Anche trattenere lo starnuto fa piangere. Oppure, potreste mangiare cipolline al posto dei soliti pop-corn. Questo, porterebbe anche a farvi vedere il film da soli (motivo: tenersi stretta la vita sociale) cosa che aumenterebbe la possibilità di lasciarvi andare. Andiamo. Nessuno canta in pubblico ma sotto la doccia sembriamo tanti Stevie Wonder.

(A tal proposito, ci sono testimonianze di testimoni che affermano di aver pianto sotto la doccia dopo aver cantato ogni parola di I just called to say I love you – nel frattempo dovrete fare il “ballo di spalle”, tipico ballo corista che nacque all’inizio degli anni sessanta e che è ancora oggi di moda – portatevi una cornetta finta sotto la doccia)

Non c’è un modo sicuro per piangere davanti al film. Ciò che provo durante il finale de Il Gladiatore è molto vicino a un’emozione, ma non ho mai pianto. Dopo ogni visione de Titanic mi viene voglia di cantare My heart will go on a squarciagola, ma il film non mi ha mai commosso – anche se è così triste – anche se sentirmi cantare farà piangere voi. Se poi vorreste piangere e basta, senza film né cipolline, richiamate la vostra ex, sbattete l’alluce contro il comodino, oppure fate sì che vi accorgiate che siete tanto forti da non riuscire più a piangere. Disse un’attrice, “La sola idea di non riuscire a piangere mi fa scoppiare in lacrime”.


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