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Ho trovato una bellissima conchiglia

Creato il 27 ottobre 2010 da Dallomoantonella

 

Ho trovato una bellissima conchiglia

Ho trovato una conchiglia bellissima sulla riva e l’ho subito raccolta, senza esitare, e nel raccogliere quella mi sono cadute dalle tasche tutte le altre che avevo già raccolto, inesistenti al confronto, che non potevano certo reggere il paragone…

Ecco quello che mi sta succedendo nei miei cinquant’anni; quello che non mi è successo a venti o a trenta e nemmeno a quaranta, e tutto questo grazie a questo nostro mondo di oggi che nonostante le sue infinite contraddizioni, o forse proprio a cause di esse, ha trovato, sta trovando, sta sperimentando attraverso  i suoi straordinari strumenti vie di confronto e di sviluppo e di miglioramento di sé che solo dieci anni fa erano abbastanza impensabili.

Come spiegare  il vantaggio  di potersi connettere con il mondo con un clic,  quando  questo mondo prima  stava chiuso, lontano, ostile, sconosciuto, minaccioso ed irraggiungibile?

Io sono ancora dopotutto solo  una ragazza adulta,  l’età dell’invecchiamento si è spostata infinitamente dopo i sessanta, ma mi è rimasto lo slancio dei bambini, quello che nessuno dovrebbe mai perdere o vergognarsi di coltivare. Come un bambino amo chiamare le cose con il loro nome, come i bambini percepisco l’incanto di una bella stanza piena  di balocchi e come i bambini avverto   il disagio  di chi entrando nella stanza si mette a prendere a calci tutto quello che trova d’intorno solo per il gusto di distruggere i sogni degli altri, di chi ce l’ha qualcosa da sognare  e da condividere.

Come un bambino non ragiono per quantità me per qualità, non ragiono per puro calcolo ma per istinto, ma come un adulto poi pianifico, faccio due conti e vedo come posso trovare le risorse per realizzare il progetto che mi frulla in testa, perché la vita l’ho vissuta, almeno in parte, e so che i sogni devono appoggiarsi su fondamenta che possano reggere l’impatto delle intemperie e di tutti quelli che il mio sogno non lo capiscono o non lo accettano.  Per lo meno  non ancora.

Ci sono le persone care che saranno  lasciate fuori da questo progetto, perché loro hanno i loro di sogni,   e perché nei loro non c’è posto per i tuoi, e dunque bisogna essere altro che bambini per dire a questi che non vorrebbero vederti andare via: “ Oggi me ne vado, ma non preoccupatevi, io continuo a rimanere vostra amica, è solo che ho trovato questa meravigliosa conchiglia che necessita di tutto il mio tempo futuro, di tutta la mia attenzione, e voi ormai siete grandi, non avete più bisogno di me, che invece ho bisogno d’avere il mio sogno, lo capite vero?”

No,  non lo capiranno,  perché sono  egoisti  e mi vorrebbero tutta per loro,  perché  senza di me dovranno  fare più fatica, perché  è più comodo  stare in un mondo dentro strade  già note e conosciute, dentro abitudini   che non ci creano  disagio  ed imprevisti.

Così che  per raccogliere questa meravigliosa  delizia, dovrò  combattere da sola, non ci sarà  nessuno di loro  che mi verrà a dire    “come ti capisco, hai ragione,  se vuoi ti aiuto…”

Troverò alleati intorno, spero,  qualcuno che  riuscirà meglio a comprendere,  che sarà meglio bendisposto,  ma la fatica maggiore  sarà tutta mia, dovrò farla tutta da sola,   e  verrò assalita dai dubbi, dalla fatica,  forse per un attimo anche dallo sconforto,  ma poi mi tornerà  nello sguardo  l’immagine  del mio tesoro trovato, del mio  pupillo  scoperto  e  desiderato.

Chi sono io per dire di nò a questo tesoro  che oggi mi chiama?  Chi sono io per rinunciare a un progetto dal quale potrà dipendere la  felicità di altre persone e non solo la mia?  Perché dovrei sacrificarmi  per chi  non ha mai fatto sacrifici simili per me  e per chi ha già avuto ogni genere  di  attenzione  senza avere la creanza  di accorgersene  e di rendermi  merito?

Come vorrei non  recare sofferenza a nessuno, come vorrei  che coloro   a cui ho dato la vita  mi sapessero dire “Vai, corri, cogli l’attimo  fuggente” , come vorrei  che chi ha avuto tutto da me  poi sapesse  anche essere  capace  di fare solo qualcosa  per me,  ma non sarà  facile, non c’è certezza,  non c’è nessuna garanzia  che io ne uscirò sopravvissuta…

Tuttavia  devo rischiare, perché non si ripeterà questa occasione,  perché  non succede tutti i giorni di trovare  mister occasione    che ti invita  ad entrare   nel suo regno,  un regno meraviglioso   dove si lavora  per tutti e tutti insieme, dove  le persone sono legate da ideali e da scopi comuni,  dove ti senti in compagnia anche quando sei da solo,  dove le giornate dovrebbero avere 36 ore perché 24 non bastano,  dove  non c’è tempo per demoralizzarsi   perché le cose da fare  non ti danno il tempo  di  pensare “sono inutile…”

E allora parliamo del coraggio che dovrò avere, parliamo  della durezza  che dovrò chiedere al mio cuore, della lucidità che dovrò  esigere dal mio cervello,  della resistenza  che dovrò  chiedere a tutto il mio corpo,  della fortuna che mi dovrà sostenere,   ed alla fine  torna ad assalirmi  un dubbio, quello più terribile: “Ma  questa  conchiglia   è davvero così bella? O mi sto ingannando? Non è che sto prendendo lucciole per lanterne?”   Perché se così non fosse,  avrò seminato fatica  per raccogliere aria,   e avrò fallito, diventerò lo zimbello di chi potrà ridere di me,  e non reggerò alla delusione di  avere scambiato per oro solo un  volgare  metallo   che non varrebbe  nemmeno un centesimo o un minuto del mio tempo.

Ma ci si può sbagliare così  gravemente?  Forse,  chi può dirlo.

Tuttavia  devo fare la mia scelta, dichiarare il mio amore, decidere da che parte stare,  decidere di essere coerente,  agire per concretizzare,  senza perdermi d’animo.

Il mio amore  si chiama  giustizia, si chiama felicità, si chiama bellezza, si chiama fiducia, si chiama collaborazione,  si chiama  utilità,  si chiama  riuscire ad essere serena per avere dato giustizia, per avere dato felicità, per avere dato bellezza, per avere dato  fiducia, per avere dato collaborazione…

E poi ne sono certa, dopo tutto questo travaglio io ritroverò  vicino  anche quelli che oggi mi sono lontano,  io   potrò ancora essere d’aiuto  a chi oggi  mi è ostile,  loro dovranno riconoscere la mia serietà, l’onestà  che ha dettato i miei   comportamenti, l’umanità  del mio sentire che è proprio uguale alla loro umanità.

I miei  nemici nemmeno  li calcolo:   chi se ne frega di quello che pensano, chi se ne frega di quello che possono inventarsi  di falso…loro  non  potranno mai capire   le ragioni del mio gesto,  perché  ne sono abissalmente lontani.

Ma  il futuro  dei miei  cari,  quello sì,  di quello m’importa moltissimo, almeno quanto del mio.

Del resto  così va il mondo da sempre;  chi abbiamo amato  non  sa essere a volte  riconoscente,  almeno fino a che non ha compreso, e chi  non ha ricevuto mai nulla  sarebbe disposto  a  rendersi utile  pur non potendolo fare,  e  chi vorrebbe  stare   tranquillo   non  se lo può permettere  di tacere;    poi alla fine  come per magia ogni pezzo di puzzle trova la  sua collocazione,  e d’improvviso  le ostilità si trasformano in comprensioni,  i dinieghi  in amori incontrollabili,  le turbolenze in tranquilli  corsi d’acqua.

E tutti vedono finalmente quanto è bella questa  conchiglia…

Io la voglio questa delizia  del mare;  io  l’ho già raccolta   e voglio condividerla.

 


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