Ho una paura matta…
Creato il 26 maggio 2012 da Omar
Ogni tanto vengo preso da un senso di smarrimento. No, non per la vita reale che è già smarrita di suo. Un senso di smarrimento di fronte ai millanta poliziotti, detective, investigatori più o meno privati che si affollano nella mia mente: teste d’uovo, ciccioni orchideati, nobili monocolati, lungagnoni elementari, pretucoli ombrelliferi, tracagnotti fumantini, omaccioni vocioni, belloni scienziatoni, casalinghi birraioli e via, e via, e via…(mi piace strapazzare le parole dopo averle rispettate per tanto tempo).
Tutti con i loro tic, le loro manie e le problematiche che si portano appresso. Difficile costruirne di nuovi che non abbiano già stampato addosso un imprinting conosciuto. E dunque se ne inventano di tutti i colori pur di non cadere nel letto e riletto.
Vanno di moda (semplice constatazione senza giudizio) commissari tristi e visionari immersi in atmosfere malinconiche che riescono a “vedere” i morti uccisi e a captare le loro ultime parole, magari pure a “sentire” che cosa provano le vittime e i carnefici attraverso una “danza” particolare. Oppure quelli in analisi, ragazzotti a prima vista dalle spalle larghe e dal torace robusto, bei tipi, insomma, sui quali si scommetterebbe una cifra per una psiche splendida splendente. E ragazzotti (i trentenni, per me, sono ragazzotti) che se la fanno con le grandi ma che se capita a tiro una pischella non si tirano indietro, hanno attaccato al pisello un piercing (triste necessità per una indagine particolare) e, a portata di mano, Zoloft, Prozac, Ziprexa, l’EN per dominare un’ansia dirompente (la mi' nonna!).
Non mancano personaggi che reggono l’anima coi denti, tanto per creare un antidoto agli investigatori pettoruti, sani e roseotondi manco un raffreddore gli prendesse un colpo. Magari malati di angina pectoris ed inseriti in un ambiente da brivido con il vento freddo che fischia, il lago scuro, il rumore imponente delle onde, la luce faticosa dei lampioni, le foglie marce, l’odore disfatto dell’aria, il “bianco spettrale delle nubi basse”, il rintocco greve delle campane, il De brevitate vitae di Seneca e qualche altra leccornia mortuaria per cui viene istintivo il segno della croce e, per i maschietti, una veloce ricognizione proprio lì.
In un mondo basato sulle differenze (ci sono, anche se qualcuno vorrebbe che non ci fossero) ecco gli investigatori “diversi” come l’eunuco che arriva dalla Turchia (siamo nell’Ottocento) e, sempre da quel paese, ai giorni nostri però, pure un trans. Insomma un travestito. Di giorno veste da uomo, di notte gonna e tacchi alti. In Italia successo assicurato. Soprattutto tra i politici.
Aggiungo gli autori pigroni, quelli che non vogliono fare il minimo sforzo per inventare qualcosa di nuovo. D’altra parte c’è anche da comprenderli che c’è poco di nuovo da inventare. E dunque si buttano sicuri sul già fatto e sfornano “copie” a getto continuo: di Holmes, in primo luogo, e poi di tanti altri come Poirot, Peter Wimsey, Padre Brown e via discorrendo (in Un caso per tre detective di Leo Bruce, Polillo 2010, trovate i tre ultimi citati e in Delitto a bordo di Marion Mainwaring, Mondadori 2011, addirittura una decina se non ho contato male). Però bisogna pure capirli che si divertono una cifra a farne la parodia.
Se non bastano quelli del presente o di un passato più o meno vicino ci si butta in un passato lontano e in do cojo cojo: filosofi, poeti, artisti, scienziati, imperatori, notai, porcari (pure questi)… Ultimamente aggiunti alla lista Marx ed Engels che non se la sono sentita di rimanere inerti e spallati a filosofeggiare.
Finiti gli umani arrivano gli animali a seguir orme assassine come la pecora Miss Marple di Leonie Swann o i due gatti siamesi Koko e Yum Yum di Lilian Jackson Braun e il gatto Bianco di Giorgio Celli (a questo proposito pure Mainardi si è messo a scrivere gialli).
Insomma tutti, ma proprio tutti (compresi Pupo e Corona), si dannano l’anima a costruir detective e storie sanguinose. Non c’è paesello italiano sperduto tra le montagne che non abbia il suo bel commissario di turno ed io ho una paura matta, come scritto da altra parte, che il postino in uno slancio di improvvisa confidenza mi faccia leggere il suo “Telegramma esplosivo”, il fruttivendolo “Banane piccanti”, il barbiere “Pelo e contropelo all’assassino”, il macellaio “Ciccia d’assalto” e la parrucchiera di mia moglie “Sciampo letale”.
Li mortacci! [Fabio e Jonathan Lotti]
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