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“Ho visto un bufalo tra le vigne ed ho bevuto vino. Ho visto un bufalo tra le vigne e lui ha visto me”. Che centra?..
Questa frase, oramai nota, che si legge sulle etichette dei vini di San Salvatore 1988, mi risuonava in testa, mentre mi avvicinavo alla malga. "Adesso vedrò le mucche e le potrò toccare e anche provare a mungere!" Si, lo so, quando mi vengono le idee fisse, non c'è nulla da fare, solo inseguirle. Così, quando mi è arrivato l'invito dal Trentino di partecipare ad #albeinmalga, non ho pensato un attimo prima di dire si.
Comunque, oltre a quella esperienza particolare ad alta quota, c'è stata tutta una serie di visite e di iniziative alle quali abbiamo partecipato durante tutto il nostro weekend trentino. Ovviamente, senza trascurare la parte food - ma che ve lo dico a fa'?!
Qui, su Scatti di Gusto, troverete i miei consigli su cosa e dove mangiare.
Ora vi racconto questo favoloso weekend, purtroppo di chiusura, in quanto è stato l'ultimo della stagione (spero ce ne saranno altri la prossima estate!). In realtà ci sarei dovuta andare a luglio, ma ho avuto dei contrattempi e ho dovuto spostare la visita. Forse è stato un bene, ho saputo che il quei giorni non ha mai smesso di piovere, noi invece abbiamo beccato il tempo bellissimo (ad eccezione di una piccola pioggerellina all'alba, ma che è passata in fretta). Arrivata a Rovereto, ho fatto un breve giro per il centro storico della città, davvero piccolo ma molto carino e, in attesa dell'appuntamento con gli altri, sono andata a mangiare un boccone all'Osteria del Pettirosso. Béh, più che un boccone, una trota, che desideravo da tempo.
Poi un'oretta all'ombra di quel portico tanto bello, a chiacchierare su Viber con mia figlia che il giorno prima è partita per la Siberia. Si-si, non scherzo, è andata a studiare a Tomsk, e non la vedrò fino a metà di dicembre, ma, pare sia molto contenta e si diverte. Buon per lei.
Finita la pausa pranzo, ci siamo incontrate con Silvia, il nostro angelo custode di VisitTrentino, e con Cristina, una travel blogger, e siamo andate a MART. Bel posto, di ispirazione Pantheon di Roma, accoglie alcune mostre che consiglierei di vedere se siete nei paraggi. In particolare "Perduti nel paesaggio", lascia senza parole per la sua struggente bellezza.
Unire l'utile al dilettevole? Sempre!
Così dopo MART siamo finiti alla degustazione del cioccolato all'Exquisita, dove abbiamo scoperto i segreti del vero cioccolato, quello buono sul serio.
Tra una cosa e l'altra si è fatta sera, ed eccoci ad una cena-degustazione molto speciale, al Maso Palù, dove abbiamo avuto il primo approccio alle specialità trentine. Molto particolare l'orzotto all'aglio orsino ebuonissimo il gelato con i frutti di bosco. E poi subito a nanna, il giorno dopo la sveglia suonava alle 4.30.
Ed eccoci al fatidico risveglio. Un caffé al volo e tutti in macchina, per raggiungere il luogo di incontro con tutti gli altri partecipanti. Buio, freddo, pioggerellina, niente sonno ma tanta curiosità ed impazienza. Alla fine ci incamminiamo, ancora al buio, verso Malga Susine, dove avremmo incontrato le mucche e i malgari.
Eravamo un pò dispiaciuti per l'alba sotto la pioggia, ma alla fine il solw ha avuto il meglio, proprio come nelle favole dal finale "e vissero felici e contenti".
Il momento clou della giornata: le mucche in stalla, pronte ad essere munte. Chi voleva provare a farlo a mano? Tutti, infatti, si è formata la vera fila per arrivare a mucca "volontaria". Potevo mancare? Certo che no, ma quant'è stata grande la mia sorpresa nel toccare la mammella: morbidissima, vellutata, sembrava la pelle di - non ridete - un gatto di razza sphynx, quello "nudo", senza il pelo. Della serie "provare per credere".
Poi tutto è stato facile: la visita al caseificio adiacente alle stalle, la dimostrazione di come si fanno il burro e il formaggio, le pacate spiegazioni del malgaro, il racconto passionale e appassionato del proprietario della malga....
Ma vogliamo parlare della parte godereccia? Una bella colazione del malgaro, con ogni bendiddio sul tavolo, tutto home made: formaggi e salumi, ricotta e marmellate, pane, omelette, frittate, polenta grigliata, verdure dell'orto e, naturalmente, i dolci.
Per smaltire la ricca colazione (pareva pranzo, ma ce ne siamo fatti una ragione), ci voleva una bella camminata, e così la nostra guida ci ha portati verso il Corno della paura. Bella passeggiata, molto tranquilla (fare 9 km in quasi 3 ore non è il massimo, ma quando ci sono parecchie persone tra cui alcuni bambini, non poteva andare diversamente).
Forse è stato un bene però, il ritmo così lento: strada facendo ho raccolto e mangiato così tanti lamponi e fragoline del bosco da sentirmi appagata per il resto dell'anno.
Direi, che a quel punto ci siamo guadagnati anche il pranzo della malga: chi ha mangiano gli gnocchi, chi - la polenta, ma io ho voluto assaggiate il capretto al forno e il gulasch.
A proposito di polenta: dopo aver lasciato la Malga Susine, siamo diretti al Mulinoeni, uno dei pochissimi, se non unico, in zona a produrre la farina di polenta "a mano", come una volta. E sapete, ho assaggiato il mais secco, ed era saporito che non me lo aspettavo.
Con tutta la nostra buona volontà, non ce la facevamo più. Si erano fatte le 5 del pomeriggio, e ci stavamo addormentando in piedi. Insomma, urgeva un riposino, anche perché la sera stessa ci aspettava una bella cenetta al ristorante dell'Hotel San Giacomo. Solo che... scesa in sala colazione del Mas dei Girardei dove eravamo ospiti, in attesa dei miei compagni di avventura, mi metto a chiacchierare con Elio, il proprietario, e lui mi offre un aperitivo. Semplice, come piace a me: un bicchier di vino, una fettina di formaggio di malga, una fettina di salame. Giuro, sarei rimasta a cena da lui, se solo non avessimo quel impegno!
Domenica mattina. Soleggiata, bellissima.
Purtroppo dobbiamo lasciare il nostro accogliente maso e ritornare a Rovereto, per scoprire la città e i suoi segreti.
Museo della Guerra, situato del castello del quattrocento di Rovereto, molto suggestivo.
Prima di lasciare la città e per salutarci nei migliori dei modi cosa si poteva fare se non andare a mangiare in uno dei locali tipici di Rovereto, La terrazza sul Leno? Un piatto di carne salada, uno dei tagliolini ai finferli e un bicchiere di bollicine TrentoDoc, what else?
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