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Bisogna dirlo, i debiti li ha sempre onorati.Quanto abbia dato a Mike ed a Julianne non è dato sapere, però lamentele non ne sono arrivate.Sappiamo che la E-Street prese due milioni di dollari, venti anni fa.C'era però un debito da saldare col suo pubblico, oddio una piccola cosa per gli altri, una macchia grande per uno come lui.La colpa era un disco "slegato" come "Working on a dream" che conteneva un plagio evidente. Un'onta insopportabile.Ha cominciato a pagare sul campo, durante il tour, facendo fare la scaletta ai fans. Una prova unica ed indimenticabile. Ma evidentemente non era bastato.E allora, come farebbe un vecchio amico, ci ha invitato a casa ed ha aperto una vecchia cassapanca.Quel che ne viene fuori è un film (non documentario) bellissimo.E non solo per i devoti.La trama è quella di un ragazzo che ha appena cambiato la storia del rock e, invece di fare un sequel, dà un calcio nei coglioni alle regole del mercato e segue la sua strada. Una sorta di "all in" a poker.Lo fa piegando il suo talento ad una disciplina ferrea, scartando 60 canzoni, e lo sa il cielo cosa significasse eliminare "Fire" e "Because the night".E diventa adulto."Darkness on the edge of town" non diventerà la sua opera più famosa ma la più significativa. Persino chi non ha mai approfondito la sua discografia può percepire la grande lezione di rigore, la forza di una visione, l'intensità dei sentimenti che trabocca da questa pellicola.È per questo che è un film per tutti.Quel signore lo spiega bene quando dice: "In quel tempo più che famoso, o ricco, o felice, desideravo essere grande."Indubbiamente ce l'ha fatta.
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