Olympe cerca d'interpretare a chi si riferisca
Beppe Grillo parlando di 20 milioni di italiani che, confermando il loro voto al Pd e al Pdl, preferiscono vivacchiare
galleggiando sulla crisi.Una risposta possibile può essere trovata leggendo quest'ottimo articolo di Gloria Origgi «
The Kakonomics of Italian Elections». Tale lettura, però, restringe il campo dei “vivacchianti” agli elettori di Berlusconi, i quali - secondo la teoria kakonomica - hanno votato
razionalmente il peggio perché essi traggono beneficio a galleggiare nell'acquario Italia dove c'è sì il pescecane che mangia incommensurabilmente di più, ma che lascia, tuttavia, un po' di pastura anche a loro, pesci piccoli in attesa del condono e del rimborso dell'Imu.Correttamente dobbiamo altresì chiederci se anche gli elettori del Pd sono dei
kakonomi. In parte sì, anche se in misura minore, soprattutto nelle zone dove il
Partito Democratico è al potere da decenni: magari meno spudoratamente e senza avere un pescecane solo, ma tanti tonni che, basta poco, facilmente finiscono sott'olio (Occhetto, D'Alema, Veltroni, Bersani...).
Ma per ritornare a quanto scrive Beppe Grillo:
«Ci sono una ventina di milioni di italiani che hanno galleggiato sulla crisi, che non hanno voluto osare perchè* forse forse, sotto sotto, gli sta bene così [...] La cosa che mi da malessere sono questi milioni di persone che galleggiano nella crisi, che sono stati solo sfiorati dalla crisi, che sono riusciti a vivacchiare a discapito degli altri milioni che non ce la fanno più. Il problema dell'Italia sono queste persone. E finchè* non gli toccheranno gli stipendi o le pensioni, per loro va benissimo immobilizzare il Paese, ma durerà poco, molto poco questa situazione.» [*perché *finché]
A mio avviso, come giustamente già in molti fanno notare, il suo lamento, il suo “malessere” è dovuto più che dalla realtà individuale dei venti di milioni di persone che galleggiano e votano Pdl e Pd meno elle, dal fatto che egli si auspica, democraticamente, di prendere l'80% dei voti, un po' come accade, mi sembra, in Bielorussia o in Kazakhistan: dei popoli felici, senza corruzione, dagli stipendi e dalle pensioni
comme il faut.