In attesa di conoscere le rose ufficiali e le date dei vari campionati, Zdenek Kudrna fissa gli obiettivi per la stagione alle porte: “quando abbiamo iniziato nel 2011 pensavamo più che altro a giocare e fare esperienza. Anno dopo anno siamo migliorati costantemente; ora mi piacerebbe proseguire questa crescita tecnica, confermando e migliorando i risultati della passata stagione, in cui abbiamo raggiunto le finali nazionali con l’under 14 e i playoff con la squadra senior”. Il secondo traguardo, altrettanto importante, riguarda l’allargamento del vivaio: “lavorare bene sui giovani è l’unico modo per garantire a loro e alla prima squadra un futuro ricco di soddisfazioni. Probabilmente ci vorrà un po’ di tempo prima di vedere grandi risultati ma sono convinto che questi non tarderanno ad arrivare”.
A proposito di ragazzi, non è mai troppo presto per cominciare a giocare a hockey, come spiega l’head coach dei Torino Bulls: “ai bambini si insegna innanzitutto a muoversi con disinvoltura sul ghiaccio; all’inizio gli esercizi vengono proposti come giochi perché i piccoli atleti devono divertirsi, provare piacere ad allenarsi e innamorarsi di questo sport. Poi, dopo le prime stagioni si inizia a spiegare qualcosa sui movimenti e sugli schemi da utilizzare in partita, perchè da under 12 devono essere pronti ad affrontare le prime sfide”.
Gli occhi chiari di Zdenek brillano mentre parla di hockey e dei suoi ragazzi. La passione che lo guida nel suo lavoro di allenatore è la stessa di quando sfrecciava sul ghiaccio. Iniziò nel paese in cui nacque 40 anni fa, la Repubblica Ceca, dove questo sport è semplicemente “come il calcio in Italia”. Approdò in Italia nel 1999, girando poi diverse squadre: “arrivai qui pensando di rimanere una o due stagioni e invece non sono più andato via” conclude il tecnico, passato anche per Torino nel 2005, “mi ritirai nel 2009 dopo un brutto infortunio al ginocchio e cominciai subito ad allenare. Ho scelto questa strada perché amo stare sul ghiaccio e con i giovani; è come se non avessi mai smesso di giocare”.