Il Bra, tuttavia, allora non fece sconti; troppo forte per le altre e anche nella finale scudetto di Cernusco sul Naviglio centrò due vittorie (in semifinale e poi in finale con un agguerrito Suelli) che consegnò ai piemontesi il titolo di campione d’Italia n° 4 per la squadra del presidente Palmieri. La stagione seguente il Bra tenne sempre testa all’Amsicora (accarezzando, per qualche minuto, anche l’idea di confermarsi campione all’ultima di campionato), ma l’attribuzione del titolo al termine del girone di ritorno consegnò ai sardi un (meritato) titolo. Un titolo atteso nove stagioni; stagioni condite anche da un anno di purgatorio in serie A2: una specie di onta per la più blasonata società di hockey prato italiano, ma anche una tra le più titolate società sportive – in assoluto – di tutta Italia.
Una retrocessione per certi versi tuttavia salutare, che ha fatto risorgere Amsicora e renderla (nuovamente) la squadra che è: quella con lo scudetto cucito sul petto; forse l’unica, oggi, in grado di mettere in difficoltà questo Bra, sapiente mix di esperienza, organizzazione e tecnica. Il divario tra le due squadre (che sono prima e seconda in classifica) è di ben nove punti; ma quest’anno a fine stagione tornano i Play Off e l’importante, allora, sarà trovare il “week end perfetto”.
Non è una partita come le altre, quella che sabato, alle 14:30, mette di fronte i sardi di Carta ai piemontesi di Lanzano: i padroni di casa sanno che un successo riporterebbe la capolista sulla terra. Ma Bra, che è già campione d’inverno, vuole dimostrare di essere la migliore. E per farlo vorrà vincere. Stavolta e la successiva. Sempre; come nel 2011/12.
Roberto Bertellino
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