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Hollande, la "finta" e "vera" sinistra italiana e la crisi

Creato il 23 aprile 2012 da Controcorrente

Molti ex militanti di sinistra, delusi dalle divisioni dei capetti  “rifondaroli” di un tempo, si trovano oggi  a non credere più nella possibilità di un governo di  sinistra autentica.Credo che sarebbe ora di fare pulizia di tutti i pregiudizi o preconcetti, basati sul passato spesso mistificato di quel che fu la sinistra, concentrandoci su quel che è oggi in un contesto assai mutato come sono profondamente mutati ( parlo di quella che io chiamo vera sinistra includendoci anche Di Pietro che certo ideologicamente non lo è, rispetto a quella “finta “ (termine che uso, per brevità, per indicare  parte degli attuali vertici pd filomontiani, neoliberisti e centristi).
Premetto che le  condizioni materiali odierne non solo non consentono discorsi ideologici ed astratti  di lungo termine, ma anche di utilizzare ancora categorie concettuali “ destra e sinistra “  in senso  altrettanto rigido ed ideologico.
Se guardiamo la sinistra reale di oggi vediamo che è composta da forze che purtroppo viaggiano sparse ma che hanno nell'asse Sel- Idv un loro nucleo forte con potenziali di aggregazione notevoli. Tutto dipenderà da quel che sapranno fare Vendola e Di Pietro, dal  fatto di federarsi in un progetto comune, visto che i loro programmi e posizioni nei fatti e non nelle ideologie, sono simili e comuni oltre che complementari. A questo asse va poi aggiunta la sinistra presente nel Pd ed ancora succube e incapace di esprimersi a causa nella nota spaccatura interna e per via degli apparati di casta e di vertice. Per liberare queste potenzialità serve una reazione interna corroborata da una spinta esterna ,in parte dei cittadini e della base in parte da parte di sel ed idv.Questa è la sinistra reale che oggi è sulla scena con un suo potenziale con idee anche comuni e chiare ma con ancora poca unità ,determinazione e subordinazione attendista rispetto ai vertici pd.Queste contraddizioni io penso possano essere superate evitando gli errori del passato, proprio  perchè mutata  è la situazione economica  e diversi in parte i soggetti e la loro maturazione (penso a Vendola ) ed evoluzione in questi anni, attraverso la costruzione di un serio progetto unitario con  nuove e precise regole, contenuti e scelta democratica dei dirigenti . Solo questo può dar vita ad un polo  di riferimento,, capace  di offrire un riferimento credibile e di aggregare  il  dissenso ,  rappresentandone concretamente i bisogni  e  capace di  decidere e governare in modo alternativo alle destre ,con altre ricette( descritte nel post precedente) rispetto a quelle inique e fallimentari del neoliberismo finanziario e dei loro interpreti. 

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