La Francia è in guerra, una guerra che sarà lunga e impegnativa, ma che alla fine vedrà la Repubblica trionfare. Sono parole cariche di patriottismo più che di conforto quelle che il presidente francese Francois Hollande ha rivolto al Parlamento riunito a Versailles. Gli attentati a Parigi “stati decisi, pianificati in Siria, organizzati in Belgio e condotti sul nostro territorio con complici francesi”. Al momento non è emersa alcuna evidenza di possibili collegamenti con l’Italia. Hollande chide aiuto ai Paesi dell’Ue.
Il Presidente della Repubblica francese, François Hollande (elysee.fr)
“Siamo in guerra: gli atti commessi venerdì a Parigi sono atti di guerra. L’aggressione contro il nostro Paese – ha spiegato il presidente – è un’aggressione contro isuoi valori, la sua gioventù e il suo stile di vita perchè noi siamo la patria dei diritti dell’uomo”. “I terroristi non sconfiggeranno la Repubblica, perchè sarà la Repubblica a sconfiggere i terroristi” e qyuello in atto “non è uno scontro tra civiltà, perchè questi assassini non rappresentano alcuna civiltà. Non si tratta solo di contenere ma di distruggere l’Isis sia per salvare popolazioni, ma anche per porteggere noi stessi, per evitaae che vengano sul nostro territorio come è successo venerdì scorso”. Nei prossimi giorni incontrerò Obama e Putin per poter unire le nostre forze e raggiungere quel risultato che è ancora troppo lontano. Continueremo con i raid aerei sulla Siria anche nelle prossime settimane”.
Il presidente Francois Hollande, si è appellato all’Europa, rivendicando la clausola di solidarietà di fronte alla strage compiuta dai terroristi dell’Isis venerdì notte. “Non è un nemico della Francia ma dell’Europa”, ha affermato: per questo, “ho chiesto al ministro della Difesa di incontrare da domani i suoi omologhi europei in base all’articolo 42.7 del trattato dell’Unione che prevede, di fronte all’aggressione di uno Stato, che tutti gli Stati membri diano solidarietà”. In caso di aggressione armata nei confronti di uno Stato membro, l’articolo citato prevede che gli altri diano assistenza “con tutti i mezzi in loro potere”.
Gli attentati a Parigi “stati decisi, pianificati in Siria, organizzati in Belgio e condotti sul nostro territorio con complici francesi”. A riferirlo è stato sempre presidente francese Francois Hollande davanti al parlamento riunito a Versailles mentre blitz, arresti e perquisizioni erano in corso in Francia, Belgio e Olanda per stanare i responsabili delle stragi di Parigi. La Seat nera usata dai terroristi che hanno portato a termine gli attacchi di Parigi è stata ritrovata ieri in un quartiere della capitale francese, riferiscono all’Agi fonti qualificate della polizia di Stato secondo cui “al momento non è emersa alcuna evidenza di possibili collegamenti con l’Italia o di persone transitate sul nostro territorio”.
La Police Nationale ha ritrivato l’auto targata 1GUT180 era stata noleggiata in Belgio, dal 9 al 16 novembre. E’ stata individuata nel quartiere parigino di Montreuil, dov’era stata abbandonata. All’interno sono stati ritrovati tre “Kalshnikov”, uno dei quali con il colpo in canna e caricatore inserito, unito con lo scotch con un altro caricatore vuoto; un sacco nero contenente 14 caricatori, 3 coltelli da macellaio, un navigatore GPS, un apparecchio per individuare gli autovelox e alcuni pezzi di una cintura esplosiva.
Intanto sono stati identificati altri due terroristi: si tratta di un jihadista che ha agito allo Stade de France, che aveva un passaporto a nome di Ahmad Al Mohammad, nato in Siria il 10 settembre 1990; e di Samy Animour, nato il 15 ottobre 1987 a Parigi, e nei confronti del quale le autorità francesi avevano spiccato un mandato di cattura internazionale. Le autorità francesi sottolineano che l’autenticità del passaporto siriano, a nome di Al Mohammad, deve essere ancora verificata.