Home Sweet Home

Creato il 27 dicembre 2014 da Povna @povna

Per fortuna, da lei i pasti natalizi si sono sempre caratterizzati per qualità, più che per smodatezza. E così, nonostante la cena del 24 sia stata comunque “troppa”, per gli standard, la ‘povna se la è cavata con due momenti a tavola (vigilia e pranzo del 25) per un totale di ‘sole’ tre portate. Per il resto, i suoi festeggiamenti sono stati lieti, con buon vino (rosso, spumante e bianco), regali scambiati con giudizio (parecchi libri, ovviamente; e, altrettanto ovviamente, molte righe), amici cari, persone con cui stava per scelta.
Del resto, un anticipo di auguri lo aveva già condiviso martedì a scuola, con gli alunni, che avevano trovato il modo di significare il loro buone vacanze ciascuno nello stile che gli è proprio. “Quest’anno non ce la faccio” – aveva chiarito la ‘povna il giorno prima, perentoria – “niente dolce. Porto la schiacciata per tutti”. E a loro, c’è da dire, la variante era piaciuta assai.
Così, la mattina alla prima ora, cominciano gli Extraterrestri: la ‘povna arriva alla casa di vetro (cioè la loro aula, che Esagono ha soprannominato amabilmente “Amsterdam”) e li trova con un cappelluccio rosso in testa, che si illumina. Sui banchi le cibarie sono tante, ma tutte ben imbustate e industriali, come impone la legge (fino alle medie, alle superiori si diventa più cialtroni, o tolleranti). La ‘povna arriva con le sue sleppe di focaccia, loro sorridono, ringraziano, scuotono le luci sulla testa. E poi aspettano un suo cenno per cominciare.
Al suono della campana la ‘povna li saluta e li augura, poi corre dai Merry Men, per un rituale solito (che loro, si sa, si sanno vecchi). Se lei ha portato il pane, infatti, loro forniscono coltello e companatico (più le due torte home made della mamma del Panda; più da bere, più pandoro e panettone). Stuffy sovrintende il lavoro di precisione, aiutato da Soldino e da Riccia: prima le lingue di schiacciata vengono aperte a metà, poi riempite di salame e mortadella (portati da Earnest). Poi tutto viene tagliato in pezzi piccoli, adatti ad assaggi multipli, per ciascun commensale.
“Possiamo andare a invitare SignorePietà e l’Ingegnera Tosta?” – domandano quando tutto è pronto.
“Certo che sì, ovvio”. La Pesciolina e Rebecca volano di sotto.
Tempo cinque minuti, e i custodi ArgentoVivo e FacTotum bussano alla porta.
“SignorePietà e l’Ingegnera arrivano alle 10, prof. Allora, intanto, abbiamo invitato loro”.
E poi si mangia. E si ride. E ci si scambiano auguri e sguardi attenti. E intanto loro intonano canzoni d’altri tempi, tutti in cerchio. Belli come lo sanno essere solo loro.
Dopo il primo intervallo, si aspetta l’arrivo dei due prof. che mancano, e che fanno capolino, alle dieci in punto. E poi, dopo aver brindato anche con loro a coca cola e cioccolatini (portati dall’Ingegnera Tosta), Cirillo Skizzo ricorda a tutti che è tempo di scendere di sotto, che comincia la festa della scuola.
La ‘povna li raggiunge, e, come sempre acquattata sulla scala, guarda. E pensa a chi fa il suo mestiere, e dice di detestare gli adolescenti. E pensa a tutto quello che si perde, inconsapevole. Ma poi suonano le 11. Ed è il tempo di volare dalle Giovani Marmotte. Fedeli a una promessa, loro la aspettano precisi, sulla porta. Il giorno prima infatti non hanno finito di vedere Il buio oltre la siepe, per cinque minuti che mancano. E loro, seri seri come sempre, hanno promesso di rinunciare a un pezzetto della festa, per concludere il rituale tutti insieme. Le parole di Scout arrivano in un silenzio attonito e composto. E poi scatta l’applauso. E poi, di nuovo schiacciata, la torta paradiso di Hipster, e quella vegan per Babe (che ha fatto Faline, questa volta). Loro non hanno fretta e aspettano il tempo giusto per rituffarsi nella festa (e intanto, mentre sciamano, la ‘povna sorride soddisfatta ai suoi giudiziosi marmottini).
E poi, come previsto, arriva il “liberi tutti”. In piedi dietro la porta, la ‘povna riceve saluti e baci da circa sessanta alunni. “Buone vacanze, prof., che bello!”.
“Ci rivediamo il 7; anzi, no, l’8!”.
“Auguri a casa, prof., a tutti i suoi amici e alla famiglia”.
La ‘povna ricambia uno per uno. E poi la scuola vuota rimanda la sua immagine. E anche lei, prendendo la sua borsa, si avvia infine in pasto alle due settimane di vacanza, felice, verso casa.


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