Homeschooling: anche nelle Marche c’è chi sceglie l’istruzione domiciliare

Da Acsylvya @mammemacerata

Il Club delle Mamme Marchigiane continua a pubblicare i racconti delle mamme, che vogliono parlare di una loro scelta, di un loro stile di vita o altro, da condividere con i lettori del sito. Ad esempio la scelta di un particolare tipo di scuola o di educazione, un problema che si è riscontrato, una situazione lavorativa, una protesta, un ricordo, un ringraziamento o altro, tutto quello che ruota attorno alla vita di una mamma della nostra provincia o regione.

Tutte le storie di questo tipo fanno parte della rubrica “Storie di Mamme“.

Chiunque volesse raccontare qualcosa, può scrivere all’indirizzo clubdellemamme@gmail.com

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Oggi pubblico l’intervista che ho fatto a Daniela, mamma marchigiana, che ha scelto di non mandare più i propri figli alla scuola convenzionale (pubblica o privata che sia), ma di fare Homeschooling, cioè istruzione domiciliare o educazione parentale, una realtà che in Italia sta cominciando a prendere piede. Capiamo insieme di che si tratta.

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Domanda> che cos’è esattamente l’homeschooling o educazione parentale?

Risposta > L’homeschooling o educazione parentale o scuola famigliare (per comodità nello scrivere la abbrevierò con “hs” ) è un diritto sancito dalla nostra Costituzione all’ articolo 33, dove vien ben spiegato come ad essere obbligatorio per i genitori/tutori non è la scuola ma l’istruzione, dando possibilità alle famiglie di scegliere il modo più appropriato per ognuno di istruire: tramite scuola pubblica o paritaria o privata o appunto famigliare. All’interno della scuola famigliare poi i genitori possono scegliere se occuparsi loro stessi dell’istruzione dei figli o assumere insegnanti privati che seguiranno i bambini a casa.

In pratica la famiglia si prende carico dell’istruzione dei figli per intero, scegliendo se avvalersi o meno di aiuti esterni a pagamento o non.

Maggiori informazioni si possono trovare al sito: http://istruzionefamiliare.wordpress.com/

D. > Da quanti anni lo fate? Dove abitate? Conosci altre famiglie nelle Marche che praticano homeschooling?

R. > Burocraticamente l’hs inizia con il compimento del 6 anno di età del bambino, dal suo inserimento nella scuola; quindi burocraticamente facciamo hs da due anni! In realtà però i miei figli non hanno frequentato la scuola dell’infanzia, se non sporadicamente la maggiore, e molte famiglie fanno rientrare anche questo in un percorso di scuola famigliare, che inizia alla nascita del bambino o nel momento in cui si prende consapevolezza di non voler delegare neanche in parte ad altri la crescita dei propri figli,quando si sceglie di porre al centro di tutto il nucleo famigliare. Quindi direi che il nostro percorso di homeschoolers è iniziato cinque anni fa, quando la nostra figlia maggiore, allora treenne, si rifiutò categoricamente di frequentare la sc. Dell’infanzia da noi scelta. 

Abitiamo nel nuovo comune di Vallefoglia, in provincia di Pesaro/Urbino e vicino a noi ci sono varie famiglie hs, anche se nella nostra provincia siamo i più “anziani”! Di fatto però preferiamo frequentare altre famiglie con figli anche più grandi dei miei che abitano nella provincia di Rimini: vivendo in un comune di confine le distanze si accorciano notevolmente.

D. Quanti figli hai? di che età? Perché avete scelto di non mandarli a scuola? Da che cosa avete capito che non era per voi la scuola?

R. > Ho tre figli ed un quarto in arrivo, hanno otto, sei e tre anni.

Non c’è stato un momento in cui “abbiamo deciso” o “abbiamo scelto”, tutto è iniziato con le difficoltà che la nostra figlia maggiore incontrò all’inserimento nella sc. Dell’infanzia. Da quel momento abbiamo iniziato una ricerca prima di scuole alternative, per poi giungere alla conclusione che, organizzandoci tra noi genitori e con i nonni ed occasionalmente una baby sitter, potevamo tranquillamente fare a meno della scuola, comprendendo alla fine che nostra figlia per prima ci chiedeva di non uscire dal nucleo famigliare per frequentare persone che lei riteneva estranee e con cui non sentiva nessun legame affettivo.

Da quel momento abbiamo intrapreso una ricerca personale per capire che tipo di vita famigliare volessimo, che tipo di genitorialità e che ruolo dovevamo avere tutti nella nostra famiglia.

Quindi non direi che la scuola non fa per noi in assoluto. Semplicemente ci riserviamo di scegliere assieme ai nostri figli se frequentarla o meno,aspettando che siano pronti per questo passo indifferentemente dall’età anagrafica.

D. > Come funzionano gli esami di idoneità? Sono obbligatori? Quando si devono fare? Come si svolgono?

R. > Gli esami di idoneità NON sono obbligatori. Spesso su questo argomento, da parte del personale scolastico, c’è confusione, perchè si tende ad attuare ciò che viene scritto nelle Circolari Ministeriali, di fatto però queste ultime non fanno legge e non hanno valore alcuno se non interno o di aiuto alla comprensione. La gerarchia delle norme è ben definita e la Costituzione Italiana è al vertice. Di conseguenza non essendo sancita l’obbligatorietà in costituzione ne nel codice civile, essa non può sussistere ne essere soggetta a quanto scritto nelle Circolari.

Per contro, se un bambino hs o la sua famiglia decidono di rientrare nel percorso scolastico pubblico devono sottoporsi ad esame di idoneità per stabilire in base a vari criteri, in quale classe sia più giusto inserire il bambino. Solo in questo caso si può parlare di obbligo di esame. Di prassi gli esami vanno richiesti entro fine marzo del corrente A.S. Per essere poi effettuati a giugno opp a settembre al rientro dalle vacanze, dipende dal Direttore scolastico e dalla disponibilità degli insegnanti.

Quindi gli esami non sono un obbligo…. ma un diritto! E’ diritto della famiglia che applica l’educazione parentale richiedere l’esame di idoneità anche se non intende far rientrare nel percorso scolastico il proprio figlio. Ad esempio noi abbiamo scelto di sostenere l’esame anche se continuiamo a fare hs, per avere “le spalle coperte”, in caso di grave malattia di uno di noi, o di trasferimento in altri Paesi, in questo modo abbiamo la certezza di poter inserire i nostri figli a scuola senza dover correre ad esami dell’ultimo minuto che ci caricherebbero di inutile stress!

Non è facile descrivere un esame, non esiste una normativa che ne indichi lo svolgimento come per quello di terza media ad esempio. Ogni Istituto scolastico ha un margine di scelta ed autonomia su questo. So che possono esserci commissioni formate da tre o più maestri, che possono suddividere l’esame in scritto ed orale, insomma un po’ come l’esame di Stato di terza.

Nel nostro caso, essendo noi l’unica famiglia hs del distretto scolastico, e avendo dei buonissimi rapporti con il Dirigente e le insegnanti di riferimento, ci siamo accordati per un colloquio amichevole a scuola, accompagnato da una prova scritta ed una discussione orale su argomenti scelti sia dalle insegnanti che dalla bambina. Durante questa mattinata di esame abbiamo portato parte del materiale elaborato durante l’inverno spiegando alle insegnanti il percorso svolto. Cioè…mia figlia ha spiegato e illustrato mentre io me ne stavo in disparte su di un banchetto…

D. >La socializzazione, la gestione dei conflitti con i pari, il confronto con altre figure adulte alternative all’ambito familiare… come si approccia l’educazione casalinga  in tal senso, secondo la tua esperienza personale?

R. > In realtà i miei figli vivono tutto questo esattamente nello stesso modo dei loro coetanei che vanno a scuola. Solo cambiano i luoghi o i tempi. Se sbirciaste nella piazzetta di fronte a casa nostra non notereste la differenza tra i miei hs e gli studenti di scuola! Troppo spesso nello stereotipo comune si pensa alla famiglia che decide di fare hs come a dei reclusi in casa, sotto vetro, fuori dal “mondo vero”. Ma noi passiamo gran parte delle nostre giornate all’aperto, con gli altri dove gli altri non sono solo ed esclusivamente altre famiglie hs, ma sono tutti gli altri:i familiari, i cugini, i vicini di casa, gli amici, le persone che incontriamo nei negozi, gli allenatori sportivi, gli scout ecc. Noi non siamo gli unici adulti che i miei figli frequentano con o senza di noi!

D. > Che tipo di programmi seguite? Che libri usate?

R: > Il bello della scuola a casa è godere di una certa libertà rispetto alla routine scolastica. Come già dicevo sopra, non essendoci obbligo di esami non esiste neanche l’obbligo di seguire i programmi scolastici tipici della classe di appartenenza o dell’istituto. Possiamo scegliere tra una vasta gamma di argomenti.

Non è facile generalizzare o riassumere il “come si fa” scuola famigliare: c’è chi preferisce attenersi scrupolosamente ai programmi della classe di riferimento, o agli obbiettivi nazionali. Chi preferisce fare un mix personale e con un occhio rivolto al programma delle insegnanti, aggiunge altre materie o argomenti scelti dal genitore o richiesti dal figlio.

Noi preferiamo seguire la corrente “unschooling” , in pratica decidiamo di volta in volta di cosa occuparci, su cosa lavorare, spinti dalla curiosità dei bambini, da nostri interessi personali o passioni. Da notizie o curiosità scoperte lì per lì, anche se non rientrano nel programma scolastico di quella classe o di nessuna altra classe! In questo modo l’apprendimento è un lavoro di squadra deciso dai bambini in primis e coadiuvato da noi genitori  mettendo a disposizione  il materiale, la ricerca in rete o in biblioteca di tutto ciò che è necessario allo studio. Quindi non usiamo i classici testi scolastici, ma tutto ciò che ci mette a disposizione la biblioteca o la rete internet o l’edicola o le librerie o la conoscenza orale delle persone che conosciamo.

D. > Come si svolge la vostra giornata?

R. > Non abbiamo una giornata tipo, non abbiamo orari per lavorare o studiare. Abbiamo invece delle abitudini dettate dalle esigenze di vita quotidiana: spesso, almeno una volta a settimana andiamo in biblioteca, sia per scegliere libri per il nostro divertimento sia per procurarci il materiale per qualche ricerca. Il non dover seguire orari od evitare assenze a scuola ci permette di visitare musei o altri luoghi di interesse quando vogliamo o quando servono al nostro scopo. Di solito comunque riserviamo il mattino ai nostri laboratori e lavori specialmente in inverno, quando i pomeriggi sono dedicati alle attività sportive o al gioco in compagnia degli altri bambini che vanno a scuola. Ma è difficile stilare un rapporto settimanale, proprio per il tipo di metodologia che abbiamo scelto. Ogni tanto in solitudine faccio un riassunto su di un quaderno di tutto quello che abbiamo affrontato e quello che prima o poi mi piacerebbe affrontare, così come mi appunto i “desideri” dei miei figli per tirarli fuori nel momento più opportuno!

D. > Sei solo tu ad occuparti dell’istruzione dei figli? Che studi hai fatto? Ti capita di non sentirti pronta in alcune materie?

R. > No, non direi. Se effettivamente sono io che mi occupo durante la giornata dei bambini, il padre è sempre parte attiva nella loro educazione. Certo senza stabilirlo a priori ci siamo naturalmente divisi certi compiti: ad esempio mio marito è un musicista ed è normale che coinvolga i bambini in giochi e progetti musicali; è sicuramente molto più competente di me in fatto di politica e burocrazia e demando volentieri a lui le spiegazioni di educazione civica !!!

Io ho una maturità artistica, ma questo non mi impedisce di informarmi e approfondire anche le materie scientifico/matematiche. Onestamente non mi pongo il problema di essere più o meno preparata in certe materie: la vita quotidiana offre talmente tanti spunti e stimoli e soluzioni pratiche che le mie ricerche in biblioteca si limitano ad argomenti particolari selezionati dai bambini, o dei “grandi perchè” a cui non è possibile rispondere in poche parole o con esempi pratici. In questo momento stiamo affrontando il periodo successivo all’estinzione dei dinosauri e alla comparsa del genere umano sulla terra. E’ ovvio che in questo caso avremo bisogno dell’aiuto di atlanti storici, linee del tempo, date e dati scientifici, ma proprio perchè nato da un loro interesse, è facile che i bambini stessi si occupino di ricercare materiale che risponda ai loro quesiti, come ricercare su youtube i documentari.

In realtà mi diverto molto a trovare, ricercare, ripassare argomenti che magari, anni fa non avevo minimamente preso in considerazione o che non ricordavo e che magari…odiavo! Adesso riprendo in mano tutto con occhi e passione diversi!

D. > Che lavoro fai? Se lo fai fuori casa, come fai a conciliarlo con il compito di istruire i bambini?

R. > Quando il mio secondogenito compì 1 anno in accordo con mio marito decisi di lasciare il mio lavoro, avevamo già incontrato i problemi scolastici della maggiore e ci stavamo rendendo conto di voler vivere la nostra vita a quattro in un altro modo. Così in questi anni insieme abbiamo cercato di uscire dai soliti orari lavorativi per trovare sempre più spazi nostri, più lenti a volte, più a nostra misura insomma…ma conosco molte famiglie hs in cui entrambi i genitori lavorano. Certo ci vuole una buona organizzazione ed una buona motivazione per continuare con la scuola famigliare.

D. > L’Homeschooling sostituisce tutto il percorso della scuola dell’obbligo?

R. > Sì, inizia al compimento del sesto anno, quando si inizia la prima classe primaria, e finisce con il compimento del 16esimo anno di età quando per legge, decade l’obbligo scolastico, indifferentemente dal fatto che si sia superato l’esame di licenza media.

D. > Perché siete contrari ad un sistema che prevede la competitività e i voti? Non sono poi sfide che i figli affronteranno in futuro nella vita o nelle scuole superiori?

R: > Ad essere sincera a questa cosa non ci abbiamo neanche pensato! Siamo contrari? Bho, forse… di certo il metodo didattico della scuola classica pubblica non ci entusiasma, e sì crediamo che i voti servano a poco, anche niente. Semplicemente approcciando allo studio con un altro metodo ci accorgiamo che tutto il resto (compiti, valutazioni, voti, verifiche) diventa superfluo, anche inutile. Il motivo per cui i miei figli decidono di approfondire o conoscere una materia non è certo il risultato finale, anzi di certi argomenti non smetterebbero mai di parlare o ricercare, ma il semplice venire a conoscenza dei fatti, il capirne i motivi, sperimentarne le conseguenze.

La matematica, anzi il calcolo nelle sue quattro operazioni, è un mezzo per ottenere risposte alla vita quotidiana, alla spesa, al risparmio dei soldi per acquistare un gioco desiderato e altro ancora.

La scienza e la fisica sono sempre applicate in pratica ai giochi, agli esperimenti (l’ultimo è stato la costruzione di una funivia dove si sono misurati con le leve…), i fallimenti non sono vissuti come brutti voti ma come l’incentivo per correggersi, quando si raggiunge lo scopo, la semplice felicità del poterlo usare o di vederlo funzionare non è paragonabile ad un 8 in pagella. Ecco forse così ho risposto alla domanda sui voti…

Per il discorso sfide…ma… mi sembra che se ne affrontino tutti i giorni! Certo vanno misurate con il loro metro non con il nostro. Non dubito che a 14 anni affronteranno sfide da 14enni e così a 16. Non li vedo minimamente in difficoltà davanti ai problemi, semplicemente si affrontano se si può assieme a volte da soli, a volte basta l’aiuto del fratello o della sorella o dell’amica al telefono.

Forse posso azzardare a dire che sono meno stressati o pressati rispetto ai loro coetanei, il non essere legati ad orari, ad alzate mattutine prestabilite, al dover dividersi tra compiti o amici certo ci rende più “padroni” del nostro tempo, meno soggetti a restrizioni. Possono alzarsi al mattino e decidere come organizzare la loro giornata, almeno in parte visto che hanno deciso di frequentare varie attività pomeridiane in cui si chiede di rispettare degli orari ben precisi….che sottolineo, non ci creano nessun problema. Quando una cosa piace la si fa volentieri!

D. > Personalmente ho dei bellissimi ricordi legati alla scuola, dalla primaria al Liceo, legati sia alle insegnanti avendone incontrate di davvero in gamba, sia a livello umano che professionale, che con gli amici, alcuni dei quali sono ancora le persone più care che continuo a sentire tutti i giorni. Mi spiacerebbe che i miei figli non vivessero certe esperienze. Tu che ricordi hai della tua esperienza scolastica?

R. > Non mi sento di dire che la mia esperienza scolastica sia stata tutta negativa o tutta positiva. Sicuramente il periodo migliore sono state le superiori, dove finalmente avevo trovato una dimensione più mia. Ma ricordo anche molto senso di ingiustizia di iniquità nel trattamento degli insegnanti verso certi studenti, me compresa, nel periodo delle medie non ricordo di aver mai studiato ne essermi mai interessata a nessuna materia in particolare nonostante il mio grande amore per la lettura e l’arte, tranne in terza ad italiano e letteratura, dove un’insegnante coinvolgente mi entusiasmò tanto.

Personalmente penso che qualsiasi percorso scegliamo perderemo o guadagneremo in esperienza. Sicuramente non frequentando la scuola nel senso classico i miei figli non vivranno certe esperienze (in realtà nel nostro caso non è del tutto vero: la maggiore ha fatto la prima a scuola scegliendo poi di proseguire a casa, mentre il mezzano che non ha mai voluto andare all’ infanzia ha deciso di provare la prima a scuola) ma ne vivranno molte altre che ai loro coetanei spesso sono negate per mancanza di tempo. Così come chi sceglie di andare a lavorare dopo i 16 anni vivrà una vita diversa da uno studente universitario, e gli esempi sono infiniti. Insomma la vita è talmente varia e ricca che non mi sento di togliere ne aggiungere niente, ho solo scelto un percorso che non ricalca la media…

Daniela Palma

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Per approfondire:

http://27esimaora.corriere.it/articolo/in-italia-mille-famigliescelgono-lhomeschoolingecco-come-fanno/

http://www.controscuola.it/

http://istruzionefamiliare.wordpress.com/


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