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Hong Kong: manifestanti in piazza, apertura al dialogo con il Governo Centrale

Creato il 18 ottobre 2014 da Nicola933
di Consiglia Grande Hong Kong: manifestanti in piazza, apertura al dialogo con il Governo Centrale - 18 ottobre 2014

Di Consiglia Grande.

Ad Hong Kong la situazione sembrava destinata a rimanere stazionaria: dal 28 settembre gli studenti manifestano contro il Governo per rivendicare la democrazia, senza mai essere ascoltati. Sono scese in piazza migliaia di persone solidali alla causa dei ragazzi, ed hanno occupato il quartiere Admiralty, nel centro di Hong Kong, ottenendo così un dialogo con il Governo Centrale. Qualcuno vede dietro le proteste la mano di una no profit statunitense.

In particolare il governo centrale cinese accusa la National Endowment for Democracy di aver fomentato le manifestazioni in piazza. La sua direttrice Louisa Greve, avrebbe incontrato i leader della protesta qualche settimana addietro. Gli Usa si difendono: la portavoce del dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, respinge qualsiasi accusa di manipolazione di persona, gruppo o partito politico a Hong Kong.

“Chiediamo al governo di rilanciare immediatamente le trattative”
queste le parole di Alex Crow,  leader della Federazione Studenti, alla piazza gremita. Aggiungiamo altra benzina è ormai lo slogan della manifestazione

Tutto questo per ottenere dal Governo la riapertura del dialogo, a seguito della cancellazione degli incontri precedentemente ottenuti. D’altronde l’attuale governo del territorio, che dal 1997 è una speciale regione amministrativa della Cina, ceduta a suo tempo dagli inglesi, non dà risposte concrete, ma si limita a promettere la graduale instaurazione di un sistema pienamente democratico.

La situazione attuale è analoga a quanto avviene in Tibet, Xinjiang e Mongolia, anch’esse regioni autonome, che sottostanno al potere di Pechino, attraverso funzionari di etnia Han. Sono 130 i tibetani che in due anni si sono dati fuoco per le vessazioni di Pechino e centinaia sono stati i morti in Xinjiang, quando le autorità cinesi hanno dato vita a una campagna contro il terrore, attraverso uccisioni e arresti, senza controllo. E adesso con Hong Kong, Pechino ha vanificato quegli accordi conclusi anzitempo, stabilendo che essa avrebbe avuto un regime politico sociale diverso, con libertà di stampa e protesta ed elezioni a suffragio universale.

Il governo Cinese ha concesso per il 2017 elezioni a suffragio universale, per la nomina del nuovo ‘chief executive’, conservando però il diritto di scegliere i candidati. I manifestanti richiedono invece libere elezioni e le dimissioni di Leung Chun-ying, l’attuale chief executive, attualmente sotto accusa per aver ricevuto un pagamento di cinque milioni di euro, al fine di sostenere la causa di un’impresa australiana pochi giorni prima dell’incarico. L’opposizione in Parlamento ha così annunciato che presto Leung sarà sottoposto ad impeachment.

Dalla parte degli studenti si schiera il presidente taiwanese Ma Ying-jeou, che in un discorso per la Festa Nazionale di Taiwan, ha proposto alla Cina il modello democratico occidentale: Ora che gli 1,3 miliardi di cittadini cinesi sono diventati moderatamente ricchi, certamente vorrebbero godere di una maggiore democrazia e di uno Stato di diritto. Questi non sono mai stati un monopolio dell’ Occidente, ma sono diritti che appartengono a tutta l’umanità.


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