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HOPE TARR: News

Creato il 17 febbraio 2011 da Aghi

news hope tarrThe Tutor (luglio 2010)

“Vorrei che mi addestrassi… nel sesso”

Lady Bea Lindsey è disperata. Lei si è appena fidanzata con un signore molto bello ma noioso ed è ben consapevole che se vuole qualche gioia nel suo letto matrimoniale, dovrà ricordare i colpi. Ma prima ha bisogno di insegnamenti. E chi la potrebbe istruire meglio della canaglia irresistibilmente sexy di Ralph Sylvester?

Ralph è sorpreso dalla richiesta di Bea, ma non può scaricare la donna che ha concupito negli ultimi nove mesi. È d’accordo a una condizione. Per i prossimi sette giorni e sette notti, Bea deve cedere a lui il controllo totale. Nessun piacere sarà off-limits, nessun atto d’amore proibito, nessun desiderio troppo scioccante.
È la fantasia di ogni uomo… finché l’allieva supera il maestro…
Segretamente felice di essere senza accompagnatore, Ralph offrì il braccio “Andiamo?”
Lei annuì e posò la mano morbida e sottile sull’avambraccio sopra la manica. Il brivido di consapevolezza che il tocco leggero destò era quasi allarmante. Era allarmante.
“Dimmi, ti posso sembrare terribilmente adulta” Lei lo guardò attraverso le ciglia, la vecchia timidezza condita con una perspicacia che era rinfrescante, intrigantemente nuova.
“Terribilmente” Guidò entrambi verso la porta della sala da pranzo.
Le scarpette col tacco li mettevano in condizioni di parità, ricordandogli tutti i vantaggi che portano ad essere di un’altezza simile quando si cercava di fare sesso in piedi. Sentendo come se la sua pelle fosse in fiamme e i vestiti troppo stretti, condusse entrambi fuori nel corridoio.
La biblioteca era nello stesso piano. Dovevano attraversare la galleria del menestrello per arrivarci. Andando avanti in un lento passeggiare, Ralph sottolineò le diverse migliorie apportate dopo la sua ultima visita, per stare spudoratamente da solo con lei.
A metà strada si fermò e si girò verso di lui “Ralph?” I suoi occhi blu fiordaliso scivolarono verso quelli di lui.
Il suo cuore si fermò insieme ai suoi passi “S-sì?”
Una parola da lei e avrebbe volentieri rinunciato al dovere e alla decenza e anche alla sua amicizia con Rourke. Una parola era tutto ciò che gli impediva di aprire una delle porte adiacenti alla galleria e l’avrebbe attirata dentro.
“Hai un po’ di glassa sulla guancia. Posso?” Lei si mosse davanti a lui.
Sgonfiato, annuì “Sì, grazie”
Lei fece scorrere la punta del dito indice in bocca, stuzzicando. Esitò e poi lo sollevò. “Mi dispiace, non ho un fazzoletto a portata di mano” disse, strofinando la macchia.
“Non mi dispiace” disse. Infatti, se avessi sospettato un tale esito felice, si sarebbe spalmato di roba.
Il suo viso all’insù portò le loro bocche ad avvicinarsi. Se questo era un altro luogo e tempo, fossero state due persone molto diverse, avrebbero potuto felicemente afferrarle le natiche, l’avrebbe sollevata contro i suoi fianchi e l’avrebbe presa contro la tappezzeria di pelle pregiata del muro di Kate.
“Ecco, ce l’ho” Fece un passo indietro, leccandosi la lacca dal dito e anche il sale dalla sua pelle. “Ora sei perfetto” aggiunse, il suo sguardo serio viaggio su di lui e, gli parve, si fermò sulle labbra.
“Grazie… milady” Anche con nove mesi di fantasie puntellate che coinvolgevano ogni esotica posizione sessuale che la sua mente poteva comprendere, ancora non dimenticava il golfo della loro posizione.
Lei piegò il viso di lato, fingendo di studiare la cornice dorata del paesaggio che si trovava al di là di lui “Allora sei formale, Ralph” disse, camminandogli intorno e toccando il bordo della cornice, la manica a tre quarti ampia le ricadde a rivelare l’arco sottile del gomito bianco “Allora mi rivolgerò a voi come Mr Sylvester?”
Si ricordò che lei gli aveva fatto la stessa domanda nove mesi prima e sorrise “Preferirei di no” Fece un passo verso di lei, il polso accelerato “Una cosa è una matrona sposata come tua sorella a chiamarmi con il mio cognome, ma una bella donna giovane senza legami così facendo mi fa sentire vecchio.
Come una lampada spenta, la luce ironica negli occhi di lei si oscurò. Fece un passo indietro, rovinando il momento.
“Sì, be’,  credo che dovremmo essere arrivati. Rourke e Kate avranno sicuramente finito di rimboccare Lucy. Penso che sia meraviglioso che Rourke sia un padre così coinvolto.”
“Suppongo” disse, ancora troppo ubriaco di gelsomino per dare molto peso alla paternità o ai bambini.
Il volto di lei si abbatté. Camminarono per il resto della strada all’improvviso in un silenzio imbarazzante.
Raggiunta la biblioteca, lasciò con riluttanza Bea e fece un passo indietro perché lei lo precedesse.
“Siete qui” Rourke li chiamò dalla mensola di marmo rosa su cui avevano il posto d’onore molte cornici d’argento con ritratti di Kate e della piccola Lucy. “Och, Sylvester, dovete aver preso la ragazza in rotatoria”
“Sì abbiamo pensato che voi due vi foste persi” intervenne Kate, osservandoli con uno sguardo che guizzava tra di loro.
Ralph in effetti sentiva di essersi perduto ma non nel senso in cui intendeva Kate. Per una manciata di minuti magici si era perso in Beatrice Lindsey e la fantasia folle che potessero in qualche modo trovare un futuro insieme, ma l’irrigidimento di Beatrice al suo fianco lo distrusse.
“Lady Beatrice mi stava parlando dei pettegolezzi di Londra”
Inclinò il suo sguardo verso Beatrice, che era scivolata dietro il divano color cammello, come se cercasse di creare una barriera tra di loro.
Le sue mani si aggrapparono allo schienale curvo del divano, gli rivolse un sorriso riconoscente “Se non fosse stato per Ralph che mi ha guidato, mi sarei ritrovata abbastanza persa” disse allegramente, un po’ troppo vivacemente.
Lasciò il mobile e fluttuò per la stanza come una fata, fermandosi di volta in volta a sottolineare le rifiniture delle pareti recentemente ristrutturati color giada decorate con volute bianche Chippendale secondo la moda gotica diffusa, la radica di noce del camino Eastlake, e vari altri aspetti di miglioramento. Nervoso come un gatto, Ralph pensava chiedendosi il perché. Per quanto si potesse desiderare di credere che ne fosse la causa, sospettava che era tutta un’altra cosa. Hattie entrò seguita da una cameriera con una cuffia a volant di pizzo, abito nero e grembiule, l’ultima che portava un vassoio d’argento con calici di champagne. Ignorando lo sguardo della ragazza che serviva – aveva rifiutato delle offerte sessuali alcuni giorni prima, Ralph accettò la sua coppa, chiedendosi cosa volessero ancora festeggiare. Il bambino che faceva il compleanno era comodamente nella sua culla.
Allontanandosi dal camino, Rourke sollevò il calice “Per la nostra cara sorella Bea che siamo molto contenti di avere con noi in questa felicissima occasione” Si rivolse a Bea che, insieme a Kate, era stata attirata al suo fianco “E tuttavia è triste che dobbiamo accoglierla solo per partire di nuovo così presto”
Partire? Beatrice era in procinto di imbarcarsi in una sorta di viaggio? C’era un gran modo in questi giorni per una giovane donna ben educata di voler partire con l’Orient Express fino a Instanbul e ritorno. Aveva fatto una scommessa su quella sorta di moda qualche tempo fa, ma come la maggior parte delle sue scommesse non erano mai concluse.
Un largo sorriso apparve sul volto di Rourke. Rivolgendosi a Bea disse “Kate mi ha appena detto la grande novità”
Ralph ebbe il presentimento come del colpo di un pugno. Che grande notizia?
Rourke si voltò verso Bea “Se tu e Mister…” si interruppe e si voltò verso Kate.
“Mr Billingsby” lo prevenne, posando il suo champagne intatto sulla mensola di marmo del camino.
“Se tu e Mr Billingsby sarete felici la metà di tua sorella e me, allora sarai davvero felice”
Ralph avvolse le dita intorno al calice e focalizzò ogni fibra del suo essere, per non rompere in due il fragile calice. Intorno a lui tintinnarono i calici, fermandosi in silenzio davanti al suo. Impermeabile ai loro sguardi, colpì di nuovo il calice, lo svuotò in un unico sorso, troppo intorpidito per gustare le bollicine francesi come qualcosa di meglio di una salamoia.
Facendo un cenno a Beatrice con il bicchiere vuoto, chiese “Quando si svolgerà il lieto evento, milady?”
Lei si morse il labbro inferiore, ma non rispose. Non importava. Andava bene così. Per la seconda volta nella sua vita, una donna che amava si stava allontanando da lei. Almeno la madre si era voltata a guardarlo. Da quando era stato dato l’annuncio, Bea non si era preoccupata di alzare lo sguardo dal  pavimento.
Raggiante, Kate rispose per lei “Tra tre settimane la nostra Bea camminerà lungo la navata come una sposa!”

Scritto da millecuori alle ore 16:21 del giorno: giovedì, 17 febbraio 2011


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