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Hoppé Portraits: Society, Studio and Street

Creato il 21 febbraio 2011 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra

http://www.eohoppe.com/assets/portraits/literary%20artists/images/14469-B.jpg

Ezra Pound, 1918, EO Hoppé


Nato in Germania, ma naturalizzato cittadino britannico, Emil Otto Hoppé (1878 –1972) è uno dei più importanti fotografi della prima metà del XX secolo. Famosissimo tra i suoi contemporanei -tanto da indurre Cecil Beaton a chiamarlo “il Maestro”- ed ora quasi completamente dimenticato, tra il 1907 e il 1945 Hoppé sembra avere fotografato tutte le maggiori personalità del mondo della politica, della letteratura e delle arti: da Henry James a Rudyard Kipling, da Leon Bakst a Vaslav Nijisky (e numerosi altri ballerini della compagnia dei Balletti Russi); da Richard Strauss a Jacob Epstein. Negli anni Venti, oltre ai ritratti di Albert Einstein, Benito Mussolini, Aldous Huxley, Hoppé è invitato a fotografare la Regina Madre, Re Giorgio VI ed altri membri della famiglia reale.
Figlio di un banchiere ed egli stesso destinato ad una carriera finanziaria, Hoppé arriva a Londra nel 1902 dove si appassiona alla fotografia. Abbandonata la carriera commerciale, nel 1907 apre uno studio e in pochi anni diventa il leader indiscusso del ritratto fotografico in Europa.Spinto da un’instancabile curiosità, a partire dal 1919 Hoppé comincia a viaggiare per  il mondo alla ricerca di nuovi soggetti (‘tipi’) e paesaggi.  I suoi viaggi lo portano in Africa, Germania, Polonia, Romania, Cecoslovacchia, gli Stati Uniti, Cuba, Giamaica e i Caraibi, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Indonesia, Singapore, Malesia, India e Ceylon. Esperienze che culminano nella pubblicazione di due libri fotografici, Taken from Life  (1922) e London Types (1926).

'British Museum Underground Station'

British Museum Underground Station, 1937 - EO Hoppé

  A partire dagli anni Trenta, con sempre maggiore frequenza Hoppé esce dallo studio per cercare in strada i soggetti da fotografare. Affascinato dalla diversità culturale della società Britannica esplora la multienicità della capitale per fotografare persone appartenenti ad etnie differenti impegnate in lavori diversi (addetti delle pulizie, cameriere, venditori ambulanti), spesso servendosi di una macchina fotografica nascosta in un sacchetto di carta per non togliere nulla alla spontaneità della scena. Fino al 30 Maggio 2011
National Portrait Gallery

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