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Horace Finaly, Banchiere

Creato il 22 ottobre 2012 da Larivistaculturale @MePignatelli

Horace Finaly, Banchiere, iniziali in oro sul testo di Duncan Fraser, Newton's interpolation, Firenze, Biblioteca di Scienze

Nato a Budapest il 30 Maggio 1871, da una famiglia di banchieri ebrei ungheresi poi naturalizzati francesi nel 1890, Horace Finaly studia a Parigi al Liceo Condorcet. Nei corsi di retorica e filosofia, Marcel Proust è tra i suoi compagni.  Dopo il Baccalauréat, Finaly si laurea in legge, fa il servizio militare e viene introdotto al mondo dell’alta finanza da suo padre.

Hugo Finaly, israeliano, faceva parte del mondo della finanza internazionale e beneficiava, grazie a suo cugino il barone Horace de Landau, dell’appoggio dei Rothschild. Nell’aprile del 1900, a 29 anni, Horace Finaly entra alla Banque de Paris et des Pays-Bas, dove lo aspetta una carriera folgorante.

Finaly ebbe un’infanzia felice tra il grande appartamento del Boulevard Haussmann, le villeggiature in Austria, il mare a Trouville ed i soggiorni a Firenze da Horace Landau, il grand uomo della famiglia. Molto segnato da lui, Finaly, sviluppa un gusto notevole per la letteratura. E oltre a Marcel Proust al quale è molto legato, la famiglia frequenta Anatole France, André Gide, Pierre Louÿs, José Maria de Heredia, scrittori dell’epoca. E’ un momento storico in cui l’alta finanza si fa un punto d’onore a frequentare le elite culturali e dove quasi tutte le sere, nei salotti dei grandi banchieri, si organizzano recite e messe in scena teatrali per il bel mondo.

Finaly presenta sua sorella Maria a Marcel Proust e i due si ritrovano l’estate a Ostenda e a Cabourg. Fanno lunghe passeggiate in calesse per la campagna normanna, sostando a volte nelle cascine a bere sidro, esattamente come fa il narratore della Recherche du Temps Perdu con Albertine la “giovane fanciulla stagliata sul mare”, che in effetti in certe minute, si chiama Maria.

Ben lungi dall’avere l’odio di classe tipico della borghesia francese degli anni ’30, Horace Finaly, diventato direttore di ParisBas, è molto vicino a Léon Blum e al centro sinistra. Mette però il ‘potere dei soldi’ al servizio della modernizazzione dell’economia e dei rapporti sociali. Ma probabilmente Finaly non è né propriamente di destra o di sinistra, né anglofilo, né anglofobo e la politica nazionale deve confondersi, per lui, con la politica internazionale, nella ricerca dell’obbiettivo supremo: la riconciliazione continentale europea. Finaly è stato un notevolissimo personaggio del suo tempo, contornato da uno stato maggiore di economisti e tecnici, che ha saputo fare della Banque de Paris una potenza capace di operara al pari delle banche inglesi dell’epoca.

Dopo la morte della moglie, molto amata, il banchiere vive solo e dedica tutto il suo tempo alla banca. A 65 anni, stanco, si ritira spesso nella villa di Firenze, quella che aveva ereditato da Horace Landau. Gli fanno compagnia 66 000 volumi. La guerra lo scaccia dall’Europa, si rifugia New York dove muore il 19 Maggio 1945 ma è sepolto con altri grandi parigini, al Père Lachaise.

Alla sua morte dona la sua libreria alla Città di Firenze, dove la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze la raggruppa in un fondo speciale ‘Landau-Finaly’ principalmente costituito da manoscritti, incunaboli, stampe, stampe musicali. La Villa Finaly, sulla via Bolognese, legata alla Sorbona dalla famiglia nel 1953, ne è oggi una sede.

© Melissa Pignatelli 2012


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