Gli Horizon Ablaze sono un gruppo di veterani della scena norvegese: Dødsverk è il loro secondo disco, il primo su code666 e il primo cantato solo in lingua madre. Dall’inizio alla fine qua è un bagno di sangue, qualcosa allo stesso tempo viscerale e ben congegnato, con delle buone idee, non rivoluzionarie, ma semplicemente intelligenti. Gli Horizon Ablaze, per capirci, suonano un death/black spiccio senza rimorsi, corrono veloci come in un incubo e le danno di profana ragione, ma poi ti accorgi anche che sanno essere molto vari: abbiamo alternanza continua tra voce isterica quasi à la Dubin (riverberata e loopata, se è il caso) e quella classica gutturale, tre o quattro omaggi al black dei primordi e più di qualche momento stracarico di groove, senza dimenticare fasi più meccaniche nel caro vecchio stile industrial-black. Come prevedibile, ci sono un paio di immancabili frangenti folk, ma anche un uso dell’elettronica tanto misurato quanto furbo: l’intro e l’outro “dark ambient”, due o tre suoni saturi a riempire qualche vuoto lasciato dalle chitarre, anche un sample jazz messo ironicamente (non sono i primi, certo) all’interno di un pezzo atomico.
La sensazione è che non stiano davvero inventando qualcosa, è più come se fossero… ecco… non so come dire… bravi. Fossi in voi m’accontenterei, ma subito.
Tracklist
01. Nekrosis
02. Leviatan
03. Fordømt
04. Håpløs
05. Dømt til Frihet
06. Skjærsild
07. Der Untergang
08. Svarte Flammers Aske
09. Avskjed