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Horror, non più horror – Le ragioni di una chiusura

Creato il 08 giugno 2015 da Loredana Gasparri
Horror, non più horror – Le ragioni di una chiusuraUltimamente passo il tempo a chiudere cicli e riaprirne altri. Credo che sia la questione dell’evoluzione (di cui ho scritto una notasu Facebook) che mi porta a non trovare più piacere nel fare, nel parlare in un certo modo, o nell’avere a che fare con alcune persone (soprattutto alcuni tipi di persone), e persino nel leggere un certo genere. E’ da qualche tempo che è nato il disagio per il genere horror, soprattutto per i romanzi di vampiri. All’improvviso, però, ho sentito che questo tipo di libri non incontrava più il mio gusto. Mentre, fino a qualche tempo fa, ero abbastanza intrigata dalla figura del vampiro, pur parteggiando sempre per chi gli dava la caccia, ora lo guardo con indifferenza e anche con una certa perplessità. Non c’è bisogno che spieghi niente sui vampiri. Sappiamo già di tutto, grazie agli innumerevoli esempi da letteratura e fumetti. Nella realtà, a parte una ristrettissima cerchia di persone che davvero beve sangue umano (mi astengo da qualunque commento), il vampiro è soprattutto energetico: si identifica in quegli uomini o donne che risucchiano le energie vitali da chi sta loro intorno, con i loro atteggiamenti spesso invadenti ed estremamente bisognosi. In entrambi i casi, si tratta di figure molto tristi. Niente gioia, niente risate, niente positività (a parte quella dei gruppi sanguigni) nel loro mondo. Solo un bisogno totalizzante, una fame profonda inesauribile, e un altrettanto smisurato disprezzo per la vita altrui, che è vista solo come foraggio per la propria. Di fronte a tutto questo, che mi è balzato agli occhi dalle righe, mi sono detta che la mia cultura nel settore era già sufficiente, e non necessitava di ulteriori approfondimenti. Basta con le atmosfere cupe, la lotta esasperata per il sangue. Niente di tutto questo risuonava più di interesse nelle mie corde. Come ho detto prima, più del vampiro, mi è sempre piaciuto il suo antagonista, il cacciatore di vampiri che spesso rischia morsi e cadute nel mondo dei non-morti, e qualche volta è qualcuno di loro che ha cambiato la propria natura in nome di un ideale più alto. Ecco, abbiamo finito e chiuso anche con questa figura. Ho avuto l’impressione che il suo stile di vita fosse davvero troppo blindato: condannato a tempo indeterminato a immergersi nel buio per uccidere le creature, e attento a non farsi contaminare per non cadere nello stesso inferno. No, basta, non è più per me. Ora cerco altro. Questo, naturalmente, non significa che guarderò con disprezzo il genere. Dracula di Bram Stoker è sempre uno tra i miei classici preferiti. Le notti di Salem di Stephen King è uno dei libri più belli scritti nell’ambito (sempre opinione personale, naturalmente), mentre Lestat di Lioncourt di Anne Rice rimane il vampiro più bello e interessante, e Edward Cullen sarà quello che mi divertirò a prendere in giro ancora per un po’. Semplicemente…non ne leggerò più. Ho mandato in pensione anche Dampyr, per quanto mi piacesse immensamente questo mezzo vampiro che si scaglia contro i Maestri delle Tenebre, a partire dal suo potentissimo papà, Draka. Questo è solo un sotto genere dell’horror. Nel titolo dicevo che avrei chiuso con l’horror, che coinvolge molto altro: la mia scelta vale anche per quello che rimane. Per la rivista dei blogger Eclettica mi sono occupata della rubrica The horror! The horror!, e nel prossimo numero che uscirà, ci sarà il mio ultimo articolo di chiusura con il genere. Cosa leggerò dopo? Tutto il resto. No. Niente Harmony. Niente romanzi d’amore, a meno che non siano come Nuda proprietà, di Valeria Amerano, ma sono perle estremamente rare. E ora…torno a leggere. L'universo dei libri non smette di espandersi, e io devo stargli dietro...
LoreGasp 

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