Hostages, ostaggi di un’adrenalinica americanata

Creato il 21 ottobre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

21 ottobre 2013 • Serie TV, Serie USA, Vetrina Cinema •

Il giudizio di Marco Goi

Summary:

Hostages è la serie più “americanata” dell’autunno televisivo. Ciò sia detto in senso negativo, perché le situazioni sono persino troppo esagerate ed estreme, non a caso tra i producer c’è Jerry Bruckheimer, ma anche in senso positivo. Ebbene sì, “americanata” può avere anche un’accezione positiva. Per quanto sappia di già visto, la nuova serie di CBS sa fare il suo dovere e tenere incollati allo schermo, mettendo addosso una sana dose di adrenalina, come ogni buon prodotto di intrattenimento thriller-action dovrebbe fare. Ma di cosa parla, questo Hostages?

Come forse avrete intuito dal titolo, i protagonisti sono degli ostaggi. Un misterioso agente dell’FBI interpretato dal bellimbusto Dylan McDermott, volto noto del piccolo schermo grazie ai suoi ruoli in The Practice – Professione avvocati e American Horror Story, sequestra una apparentemente classica famiglia borghese: mamma chirurgo (una sempre convincente Toni Collette), papà a capo di un’azienda, due figli teenager, un cane. Tutto normale, a parte un semplice fatto, la madre è stata scelta per una delicata operazione nientepopodimeno che al Presidente degli Stati Uniti in persona. Qui si comincia a capire che dietro a questo sequestro non ci sono semplici motivazioni economiche, bensì un complotto politico di quelli che non finiscono più e che coinvolgono anche membri dello staff presidenziale, oltre che dell’FBI.

Da una parte abbiamo allora una tematica terroristica-spionistica che emerge con prepotenza, mentre dall’altra abbiamo uno spunto iniziale thriller-horror, con una famiglia presa in ostaggio come capita ad esempio in Funny Games di Michael Haneke e in un sacco di altri film, tra cui il quasi omonimo Hostage con Bruce Willis. La novità è che non avevamo ancora visto una situazione come questa al centro di una serie televisiva, cosa che però suscita una domanda: una vicenda del genere trova la sua durata ideale nel tempo di una pellicola, ma può reggere per un’intera stagione tv?

La famiglia in ostaggio di Hostages

Un dubbio che sembra avere anche il pubblico statunitense. Nonostante sia un’americanata in piena regola, paradossalmente proprio gli americani non lo stanno apprezzando molto. Gli ascolti della serie non sono finora molto entusiasmanti, soprattutto per gli standard elevati di un network nazional-popolare come CBS, e c’è il dubbio che questi Hostages non riescano a sopravvivere nemmeno a una stagione completa. Sarebbe un peccato perché la serie è intrigante, ha un buon ritmo, nel corso dei primi episodi è riuscita a tirare sempre fuori qualche stratagemma in grado di tenere alta la tensione e l’attenzione e, soprattutto, sembra un ottimo surrogato in attesa del ritorno di 24. Al di là dei film con ostaggi, il rimando più evidente della serie sembra infatti essere la storica serie action con Kiefer Sutherland nei panni di Jack Bauer, che riapparirà sugli schermi dal prossimo aprile 2014 con una nona stagione a sorpresa.

Hostages non ha lo stile ineguagliabile di 24, a parte Toni Collette e Dylan McDermott gli altri attori del cast appaiono parecchio più incerti, sia l’intreccio terroristico che i personaggi non rappresentano certo qualcosa di nuovo o mai visto, eppure Hostages è un guilty pleasure thriller accattivante, che ogni volta fa venire voglia di sapere cosa succederà nell’episodio seguente. Se gli ascolti in patria non consentono di sperare troppo in una seconda stagione, il miglior augurio che si può fare a Hostages è allora quello di durare almeno per un’intera stagione, che poi per una serie del genere sarebbe probabilmente la cosa migliore. Un solo ciclo di episodi, ma in cui tutti i nodi vengono al pettine e la storia viene risolta. Speriamo che gli americani questa americanata ce la facciano gustare fino in fondo.

di Marco Goi per Oggialcinema.net

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