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Hostel 3 – più tette e meno torture

Creato il 19 gennaio 2012 da Soloparolesparse

E così anche la saga di Hostel, geniale nel suo primo episodio, ancora ottima nel secondo, crolla nel commerciale e Hostel 3 non è altro che un becero tentativo di vendere qualche dvd sfruttando il titolo del film.
Per fortuna Eli Roth ne rimane fuori e così le colpe possiamo darle alla produzione e a Scott Spiegel.

Hostel 3 – più tette e meno torture

Questa volta siamo a Las Vegas, dove quattro amici decidono di festeggiare l’addio al celibato di uno di loro.
Casinò, escort ed una festa a base di alcool e donne… ma poi uno di loro ed una delle ragazze spariscono e gli altri partono alla ricerca.
Finiranno tutti nelle grinfie di un’associazione di super ricchi depravati che si diverte a torturare a morte la gente organizzando dei veri e propri spettacolini.

Il prologo deludente lascia capire come sarà il resto del film, ed è anche la misera scusa per dare un senso al titolo, visto che quell’ostello (sebbene ritorni più avanti) non ha nessun significato nell’insieme della trama.

Spiegel gioca molto sul ritardo nel far succedere quello che tutti aspettiamo.
Crea situazioni simili, finge rapimenti, organizza scherzi e prolunga così l’attesa della prima vera tortura e dell’arrivo nella casa degli orrori.
E quando finalmente arriviamo al dunque però il gioco non vale la candela perchè le torture sono pochine (3), limitate e assolutamente irreali.

Hostel 3 – più tette e meno torture

La novità è che lo spettacolo passa da privato e dedicato al godimento del singolo per la propria azione a pubblico.
Chi si diverte è chi guarda e può scommettere sul tipo di tortura, sulle reazioni, sulla resistenza della vittima.
Del resto (lo dice una delle protagoniste) a Las vegas tutto è spettacolo!

Inutile anche il giochino di Spiegel di cercare inquadrature particolari e dettagli che sfiornao il ridicolo.
Nemmeno lo splatterume finale riesce a risollevare un prodotto davvero bruttino.

Quasi quasi per riprendermi vado a vedermi di nuovo il primo Hostel, quello dove si soffre veramente.


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